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Marketers Trend Report 2021

Ci siamo lasciati alle spalle l’anno più imprevedibile del secolo.

Il 2020 ha cambiato le carte in tavola. La rivoluzione digitale ha accelerato, l’innovazione prevista in anni è arrivata in pochi mesi.

E ora? Che succederà da qui in avanti? Alcune risposte sono racchiuse in questo Marketers Insight.

Marketers Insight è uno dei nostri format premium. È l’innesco della creatività imprenditoriale.

Ogni mese, nella nostra community privata, rilasciamo una di queste guide da oltre 5,000 parole con tutto ciò che c’è da sapere per cavalcare i trend e avere successo nei mercati in più rapida ascesa.

Quello che stai per leggere gratuitamente è un numero speciale di Insight. Abbiamo chiesto a 14 esperti italiani di marketing e business su cosa si concentreranno quest’anno.

Ne è venuta fuori una bussola per prendere decisioni migliori nel 2021.

Ecco cosa vedremo:

  • Le lezioni fondamentali che ci ha lasciato il 2020
  • Come stanno cambiando i social media?
  • Su quali contenuti conviene investire oggi
  • Strategie e tecniche per crescere online nei prossimi mesi
  • Sfide e opportunità del remote working (secondo chi lavora da remoto)
  • Come si evolverà il modo di fare business nel 2021.

Mettiti comodo. Stiamo per partire in questo viaggio nel futuro prossimo.

Partiamo subito con ciò che, secondo Dario, bisogna imparare dagli scorsi 12 mesi.

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Marketers Trend Report 2021

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La guida in PDF sui Trend  2021 da cui cogliere spunti interessanti per accrescere le proprie competenze.

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Lezioni dal 2020 (Dario Vignali)

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1 – Sistemi > Goal

Un tempo spingevo come un matto per fare qualcosa e portare a casa vittorie. La mia vecchia visione egocentrica mi portava a credere che è l’operato geniale del singolo a fare la differenza. Nel 2020 ci siamo invece concentrati nel cercare le giuste persone e Marketers ha portato a casa molte più vittorie.

È vero che è meglio concentrarsi su poche cose rispetto a provare a fare molte cose allo stesso tempo. Ma è ancora meglio avere tante persone e far sì che ognuna riponga la propria concentrazione su un solo obiettivo. È la ricetta per la qualità in quantità.

2 – Rimanere congrui ai propri valori è il percorso per la felicità professionale.

Quando si diventa dipendenti dal proprio business, questo smette di essere una fonte di opportunità professionale e si trasforma in una fonte di insoddisfazione personale.

Vivere avventure, spendere tempo con le persone care e immergersi in nuove passioni sembra essere la ricetta per non perdere l’entusiasmo e la capacità di innovare il proprio business.

3 – La vita non va sempre come da programmi.

I nostri nonni hanno vissuto 2 guerre. Prima di loro ci sono state pandemie, ulteriori guerre e secoli bui. Se per qualche decennio tutto va bene non è detto che sarà così anche in futuro.

Questo Covid poteva essere qualcosa di ancor più difficile da affrontare e non è detto che in futuro non possano accadere cose ben peggiori.

Ogni volta che rimandiamo la felicità o il momento in cui ci godremo la vita, ci stiamo prendendo il rischio di non poterlo fare in futuro.

Questo non significa che dobbiamo rimandare il dovere e dedicarci solamente al piacere, ma ci ricorda quanto sia importante trovare un equilibrio oggi stesso.

4 – Il digital non è più accessorio, ma è diventato necessario.

Non ci sono più i business online e i business offline. Questa differenza appartiene solamente a chi non ha compreso il mercato in cui ci troviamo. Possiamo considerare questo 2020 come la fine dell’inizio del mondo digitale.

5 – In un mondo dove tutti urlano sarà molto difficile essere ascoltati.

Nel giro dei prossimi dodici mesi, altre milioni di nuove persone cominceranno a produrre contenuti a loro volta. I contenuti prodotti in futuro saranno ben maggiori di quelli che potranno essere consumati dal popolo di internet. Siamo troppi a parlare e pochi ad ascoltare.

Questo gioco potrà essere vinto solamente da coloro che impareranno a migliorare la propria identità (brand e personal brand) e la propria comunicazione. In futuro la cosa più difficile e più importante sarà essere originali.

Un messaggio per il 2021

Appassionati di ciò che fai. Innamorati di chi sei. Scegli i tuoi compagni di viaggio e ricorda loro quanto siete fortunati a condividere una missione. Studia, cresci, ama. Perditi nei libri e nei tramonti. Entusiasmati per ciò che sarà e brinda per ciò che è stato. Fermati a riflettere. Crea, scrivi, registra. Segui il valore, ignora il rumore. Condividi ciò che è importante.

Buon 2021, che il gioco abbia inizio!

Dario.

Il 2021 del marketing

  • Renato Gioia (social media)
  • Felice Lanzaro (prodotti editoriali)
  • Paolo Bacchi (il futuro del video)
  • Valerio Celletti e Francesco Agostinis (il futuro delle ads)
  • Omar Bragantini (crescere nel 2021)

Il futuro dei contenuti sui social media – Renato Gioia

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Quali saranno i trend in ambito social? Ne abbiamo parlato con Renato Gioia, esperto di contenuti e partner Marketers.

Sarà l’anno dei content creator. Grazie a un decennio di crescita delle principali piattaforme, i creators hanno avuto la possibilità di crearsi un pubblico vasto. Ecco quindi che vedremo fiorire sempre più la Passion Economy e alcuni modelli alternativi di monetizzazione. Al centro dei riflettori, la battaglia (affannata) di Instagram contro TikTok e le sue probabili mosse. Successo previsto per gli shop e quindi per la product discovery, la nuova frontiera che potrà accelerare il trend relativo all’e-commerce. Sempre in crescita il mercato audio, destinato a continuare la sua scalata.

1 – Content creators e monetizzazione

Negli scorsi anni Facebook, Instagram, YouTube, Snapchat, Tik Tok sono cresciuti a dismisura. Si è creato un ecosistema nel quale i creator potevano comunicare e avere un grande pubblico. La loro visibilità è stata democratizzata e il valore di un contenuto è cresciuto a dismisura.

Ora sono diventati un’unità fondamentale per queste piattaforme: per questo, credo, sarà il decennio della monetizzazione dei contenuti. Basti vedere Tik Tok e Snapchat con il loro fondo per i creator, Spotify che ha chiuso l’esclusiva con Joe Rogan per 100 miliardi di dollari o anche Witch, Substack e Patreon, costruite proprio per monetizzare quella visibilità che i creator hanno acquisito.

2 – Sempre più passion economy

Se fino ad ora il modello prevalente di monetizzazione è stato quello dell’influencer marketing (non è un caso che sia diventata un’industria da $ 15 miliardi), ora la sfida sarà creare un modello alternativo di monetizzazione che, in qualche modo, porterà enormi benefici.

3 – Acquistare contenuti diventerà un’abitudine

Finora il contenuto è sempre stato visto come qualcosa di gratuito e dovuto, sia dalle piattaforme che dagli utenti. Le piattaforme hanno goduto dei contenuti generati dagli utenti e noi abbiamo potuto consumare quello che volevamo quando lo volevamo.

D’ora in poi il trend si invertirà, complice il fatto che tanti influencer e creator andranno a proporre contenuti a pagamento al loro pubblico.

4 – Tik Tok vs Instagram

Tik Tok vincerà contro Reels, che farà fatica ad accorciare le distanze. Credo che non sia nemmeno da escludere che Instagram possa fare una mossa folle e addirittura sostituire il feed con qualcosa di simile a quello di Tik Tok e trasformare completamente il modello di esperienza sull’applicazione.

Non credo sia impossibile, visto che qualunque feature che funziona viene copiata da tutti, ma non credo che funzionerà. Su Instagram non c’è l’ecosistema creativo tipico di Tik Tok, non puoi fare duetti o challenge.

Tutto questo crea un effetto compounding nel tempo che fa sì che sia più difficile recuperare quel vantaggio che Tik Tok ha anche a livello di algoritmo, allenato a individuare quali contenuti fanno più al caso tuo.

Credo poi ci sia da fare anche un discorso generazionale. Ogni 4 o 5 anni, infatti, si crea un riciclo delle piattaforme come senso di ribellione alla piattaforma in senso tradizionale. È già successo con la migrazione da Facebook a Instagram e potrebbe accadere ora da Instagram a TikTok.

È un ciclo che non riusciremo a comprendere pienamente fino a quando non comprenderemo davvero il modo in cui ragionano i quindicenni.

5 – Il futuro degli shop

Il successo degli shop, che personalmente ritengo probabile, può aprire le porte a un trend nuovo di product discovery, in grado di accelerare il “fenomeno e-commerce” dell’ultimo periodo. Creator e influencer propenderanno sempre in misura maggiore verso la direzione del vendere direttamente all’utente piuttosto che vendere contenuti di altri.

6 – L’influencer marketing continuerà a resistere e a crescere

In proposito, credo che una skill da sviluppare per i lavoratori del settore sia la capacità di creare pubblicità che siano di per sé un contenuto piacevole e rilevante per il loro pubblico (lo chiamo “effetto Super Bowl”). È una skill da sviluppare per chiunque si crei un pubblico e voglia investire in questo mercato in crescita. Questo si traduce nella scelta di partner che siano rilevanti per il proprio personal brand e allineati con il proprio sistema di credenze. Vorrà dire anche essere capaci di raccontare storie, essere percepiti come autentici e credibili.

7 – Il vantaggio dei podcast

Continueranno a crescere in un modo dirompente per diverse ragioni: sia perché le barriere alla creazione del contenuto sono minori (non devi preoccuparti di come sembri), sia per chi ascolta perché può farlo anche senza lo schermo.

Il futuro dei media – Felice Lanzaro

Felice Lanzaro

Una sorta di sovraesposizione ai contenuti: ecco una delle tante conseguenze di questa pandemia che ci ha visti chiusi nelle nostre case. Felice Lanzaro, Head of Content di Marketers, ci dà il suo punto di vista sul destino dei media nel prossimo anno.

La lotta tra i media tradizionali e quelli digitali sembra ormai propendere verso una chiara vittoria in favore dei secondi, complice il proliferare dei contenuti a cui siamo ormai abituati sul web e non solo. Sarà un buon anno per chi vorrà fare dei prodotti editoriali di alta qualità, ormai sempre più necessari per avere successo. Meglio se in formato podcast o newsletter.

1 – Il colpo di grazia?

Abbiamo assistito ad un passaggio ancora più importante dai media tradizionali ai media digitali.

Quest’anno c’è stata un’esplosione di contenuti: le persone si sono trovate ad avere una quantità spropositata di contenuti da consumare, tra live, video, corsi e articoli. È stato un altro colpo, forse decisivo, ai media tradizionali.

Perché è successo? È stata una cosa naturale: le televisioni non potevano registrare e si sono trovate a dover trasmettere repliche su repliche.

Questo si è tradotto in un vantaggio per il web, dove ci sono molte meno barriere tecniche e qualitative. Si tratta di una transizione che già era in atto e che sembra solo accelerata.

2 – Più qualità

L’anno prossimo vedrà sempre più prodotti editoriali di alta qualità pensati e nati digitali. Questo significa, da un lato, che sarà sempre più complesso fare un prodotto editoriale online. Dall’altro punto di vista, questa aumentata attenzione favorirà tanti creator per 2 motivi: perché le persone che oggi consumano contenuti online sono di più e perché la qualità di questo consumo è cresciuta.

Le persone stanno iniziando a capire che online possono trovare contenuti di altissimo livello, fino a pochi anni fa riservati solo a tv o giornali.

3 – La visione per i media

Ci saranno sempre meno grandi media generalisti e sempre più piccoli prodotti editoriali rivolti a target molto specifici. Possiamo citare, ad esempio, Da Costa a Costa che è rivolto a un target molto specifico (gli italiani interessati alla politica americana). Esempi come questo sono prodotti editoriali veri e propri, pensati per essere di alta qualità e a cui le persone danno grande valore. Se vorranno avere successo, i creator dovranno pensare a dei prodotti così.

4 – I formati del 2021

Sarà un anno importante per la crescita dei podcast e delle newsletter, in particolare se sapranno portare un grado ulteriore di ricerca e approfondimento riguardo uno specifico topic. Un esempio può essere la nostra 4/64, con cui ci siamo dati l’obiettivo di fare uno step in avanti per l’informazione su marketing e business digitale.

Sono prodotti che nascono da un lavoro vero e proprio di ricerca che dura settimane e che porta a fare dei contenuti introvabili altrove. Le persone possono trovare vero valore in contenuti che, a partire dalla notizia, danno una visione più ampia e uno spunto di riflessione. In altre parole, sono prodotti che distillano il rumore in informazione.

5 – A proposito di podcast

Spotify ci sta investendo molto. I podcast saranno quello che le serie tv originali sono per Netflix, ovvero una fonte di guadagno costante e consistente.

La piattaforma sta già lavorando per introdurre una serie di funzioni aggiuntive che renderanno più facile seguire il proprio podcast preferito (un boost tecnologico da parte Spotify stessa).

Un’idea per i content creator? Fare un prodotto editoriale ricercato (blog, newsletter o altro) e una “versione plus” come podcast.

6 – A proposito di newsletter

Le newsletter sono l’altro formato che andrà forte quest’anno. Il motivo è lo stesso: aiutano le persone ad avere un posto sicuro dove andare per non farsi risucchiare dalla sovra-produzione di contenuti.

Negli Stati Uniti, tanti creator stanno già monetizzando con delle newsletter premium: credo sia un trend che quest’anno crescerà anche in Italia, magari già dai prossimi mesi.

A proposito di contenuti per il 2021 – Paolo Bacchi

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Nell’era della disattenzione, di quali armi dovremmo dotarci per sopravvivere? Affrontiamo questo argomento con Paolo Bacchi, filmaker e video editor.

Informazione, intrattenimento e ispirazione: per resistere bisognerà creare contenuti capaci di inglobare tutte e tre. Strumento principe nella lotta per l’attenzione è lo storytelling, capace di creare quel legame speciale di empatia con il brand. È probabile -visti i trascorsi- che i brand stessi decideranno di avvalersi sempre più di vlog, magari da abbinare al mondo degli influencer. Atteso altresì l’aumento della qualità nei video. Un occhio doveroso sui podcast-video in crescita in questo periodo di pandemia.

1 – Le 3i nel 2021

La lotta dell’attenzione è sempre più aspra. Per vincere la battaglia, i contenuti dovranno contenere il più possibile tutte e tre, o almeno due, delle famose “i” (informazione, intrattenimento e ispirazione).

2 – L’onda dei vlog

Il format vlog probabilmente aumenterà per i brand. Vediamo già l’esempio di Dior che ha ingaggiato Chiara Ferragni per fare vlog in Puglia. È uno strumento capace di creare una storia e umanizzare il marchio, agganciando le persone grazie al legame di empatia con il protagonista e con il brand.

3 – Si alza la qualità

Gli smartphone e le nuove videocamere, sempre più abbordabili, faranno sì che aumenterà la possibilità di content creation. Non dovrai più portarti dietro una videocamera per creare contenuti di qualità. Se fino all’anno scorso la differenza qualitativa si notava, da quest’anno quella dell’attrezzatura non sarà più una scusa.

4 – Contenuti più lunghi?

Come preannunciato da TikTok, la durata dei contenuti crescerà. I 3 minuti di cui si parla, potrebbero essere sufficienti per creare contenuti che abbiano appeal e che riescano a spiegare concetti più ampi. Non dico che sarà un brutto colpo per YouTube, ma sicuramente tante persone sceglieranno questa nuova opzione.

5 – Il punto di saturazione

Aumenteranno le ospitate nei podcast video per la pandemia, ma non solo. Questo farà sì che a un certo punto o aumenterà la qualità o bisognerà cercare un miglioramento estetico. Si osserverà una tendenza all’aumento spropositato del valore, dell’effort di produzione, della qualità video e audio.

Il futuro delle ads – Valerio Celletti

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Ecco le analisi di Valerio Celletti e Francesco Agostinis, imprenditori, docenti Marketers ed esperti di advertising.

Quali sono le aspettative nel mondo delle ads? L’aumento della competizione e dei relativi costi di advertising porterà anche alla richiesta di maggiori competenze. Un trend anche il boost del freelancing e delle agenzie liquide e la maggiore centralità dei dati di conversione. Ma non solo: vi sarà maggiore attenzione alle necessità degli utenti. Importante il concetto di multipiattaforma, necessario per capire come le visualizzazioni possono essere inserite in modo profittevole all’interno di una strategia di marketing. Non meno importante, le community che restano al centro della scena.

1 – La battaglia delle ads

Vi sarà un aumento ulteriore della competizione e dei relativi costi di advertising. Il Covid-19 ha avuto come influsso un aumento della domanda nell’online, ma anche una grande espansione dell’offerta: sempre più e-commerce, sempre più servizi dedicheranno budget importanti all’online e l’adv sarà una scelta praticamente obbligata.

2 – Più competenze

Assisteremo a un ulteriore aumento della domanda di competenze. Questo boost dell’online richiederà sempre più professionisti preparati e verticali: Data Analyst, eCommerce Manager e Advertiser saranno le figure delle quali mi aspetterei una crescita.

3 – Futuro liquido

Un boost del freelancing e delle agenzie liquide. Il Covid-19 ci sta anche insegnando che molte professioni, tra le quali quelle dell’advertising, possono essere svolte in autonomia e completamente in remoto.

4 – YouTube vs Facebook

Una crescita ulteriore di Display e YouTube. Il gap iniziale con Facebook Ads si sta assottigliando e nuove ed efficaci possibilità di targeting stanno rendendo queste piattaforme attraenti e funzionali.

Il futuro delle ads – Francesco Agostinis

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1 – Cosa cambia?

Ci sarà sempre più attenzione alle necessità degli utenti: questo significa che dovremo costruire campagne mirate all’aumentare le interazioni con gli utenti stessi. Questo perché a livello tecnico cambieranno molto le campagne stesse. A livello di advertising, quando abbiamo qualcosa da comunicare dovremo essere sempre più attenti alle evoluzioni delle piattaforme per venire incontro alle necessità e ai cambiamenti che verranno messi in atto.

2 – Legislazione e dati

Altro trend a cui prestare attenzione è quello dell’analisi dei dati. È molto importante per noi advertiser capire come farlo nel migliore dei modi. Inoltre, occorre stare in guardia rispetto ai trend che cambieranno le nuove normative, come quella su Ios 14 di Apple.

3 – Multipiattaforma

Dovremo cominciare ad analizzare i comportamenti dei nostri utenti in modo sempre più approfondito. Se un utente ci vede in un posto che potrebbe essere Facebook o YouTube, dovremo riuscire a capire come le rispettive visualizzazioni possono essere inserite in modo profittevole all’interno di una strategia di marketing.

4 – Attenzione alle community

Dovremo capire che tipo di messaggi passare, essere quanto più costanti nella parte di pubblicazione dei contenuti, creare engagement con i nostri utenti e rimanere sempre umani.

Due riflessioni per crescere nel 2021 – Omar Bragantini

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Crescita, e-commerce e trend per il nuovo anno: ce ne parla Omar Bragantini, Head of Growth per Marketers Accelerator e Director of E-commerce Partners di Marketers.

I business dovranno fare leva su cinque capisaldi: il lavoro da remoto, le community, gli algoritmi, gli asset di leva e l’engagement. Il 2021 farà da caposaldo per tutti i business on-line che offrano video-corsi, prodotti digitali, informativi o e-commerce. La nostra è sempre più un’economia di autori. Quindi resta fondamentale l’importanza del content marketing.

1 – Economia esponenziale

Una prima riflessione viene da Salim Ismail, ex vicepresidente di Yahoo che ha fondato Singularity University, una sorta di università in Open Source che ha come ospiti molti dirigenti delle Fortune 500.

Salim, nel 2016, ha scritto un libro che consiglio a tutti: “Exponential Organization”, dove racconta di come l’economia lineare di un tempo si sta trasformando.

È il momento di cavalcare l’economia esponenziale, quindi parlare di una crescita tendenzialmente basata su innovazione tecnologica e informazione.

2 – Effetto SCALE

Un’organizzazione, per poter sopravvivere e crescere esponenzialmente, deve rispettare questo effetto:

  1. La S sta per Staff on demand, quindi, avere la maggior parte dei dipendenti o dei collaboratori da remoto.
  2. La C sta per Community. Tantissime aziende si sono concentrate sulla Community (lo abbiamo visto anche noi in Marketers) e hanno verificato come queste siano fondamentali.
  3. La A sta per Algoritmo; è la rivoluzione degli algoritmi che porta in qualche modo alla crescita.
  4. Poi c’è la L di Leverage asset; secondo Salim l’asset principale su cui far leva è l’informazione, il più scalabile in assoluto.
  5. Infine c’è la E che sta per Engagement.

2 – La legge dell’e-commerce

Nel 2021 o hai uno shop online o non vendi e quindi non sopravvivi. Mentre nelle altre nazioni, durante il lockdown, l’e-commerce è balzato a +200%, in Italia c’è stata una crescita del 400%. Se da un lato è straordinario per tutti i business che si fondano su questa possibilità, dall’altro lato mostra quanto siamo ancora estremamente indietro. Consiglio di avviare un e-commerce, ma soprattutto di apprendere e cominciare a buttarsi sulle competenze che servono per farlo crescere.

3 – Economia di autori

Un’altra interessante riflessione viene da Paul Saffo, futurologo di Google: il genere umano è passato da un’economia di produttori a un’economia di consumatori ed ora a un’economia di autori. Quindi è di fondamentale importanza quello che definiamo content marketing.

4 – Un ultimo consiglio

Altro libro che consiglio è “Abbondanza” di Peter Diamantis, dove si parla proprio dell’economia dell’abbondanza che si contrappone a quella della scarsità. I business basati sull’economia della scarsità devono capire che l’abbondanza di informazione va in qualche modo a distogliere l’attenzione che c’era sulla scarsità di determinati asset di beni.

Il 2021 del business

  • Francesco Delle Femmine (delivery)
  • Tony Balbi (beauty)
  • Mattia Bonetti (remote working)
  • Irene Bosi (online fitness)

Come andrà il delivery – Francesco Delle Femmine

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Un quadro sulle tendenze in ambito delivery da Francesco Delle Femmine, business analyst di Alfonsino, servizio di consegna cibo.

Da qualcosa di accessorio a un servizio necessario: questo è il delivery oggi. Il futuro sarà più incentrato possibile sul consumatore; via alle personalizzazioni di ogni genere, che permetteranno di distinguersi sul campo. Per aumentare l’acquisizione di clienti, inoltre, si dovrà porre più attenzione alla logistica, grande pecca rilevata soprattutto in questo periodo.

  • Da servizio a necessità. Il mondo del delivery nel 2020 è cambiato radicalmente, forse per sempre. Si è passati da un servizio utile ad un qualcosa di estremamente necessario e fondamentale. Il futuro me lo immagino sempre più customer centric, dato l’affollamento, specie nei piccoli centri: vincerà chi riesce a rendere i servizi quanto più customizzabili possibili. Magari un’app di food delivery che in base ad un algoritmo può prevedere il fatto che tu il venerdì sera abbia voglia di sushi. La soluzione quindi sarà quella di personalizzare l’offerta: pochi prodotti, esclusivi e con un packaging che sappia tutelare l’estetica del prodotto.
  • Ristoratori e delivery. Per quanto riguarda i ristoratori, credo che sia ora di smettere di bistrattare il delivery (sì, ahimè c’è una cultura retrograda su questo tema). Per le società di delivery non basterà soltanto acquisire clienti a suon di codici sconto, si dovranno garantire sempre più servizi.
  • La centralità della logistica. Avrà un ruolo fondamentale: impensabile replicare questo 2020 fatto di ordini smarriti, corrieri perennemente in ritardo e che rovinano l’experience pre-acquisto. Vincerà chi saprà centralizzare quante più operazioni possibili. Il nemico numero uno è l’outsourcing, quindi secondo me si dovranno centralizzare tutte le operazioni. Così facendo sarà molto più facile risolvere problematiche e scalare i modelli di business.

Il futuro del beauty – Tony Balbi

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Cosa riserva il 2021 ai business nel mercato beauty? Ne abbiamo parlato con Tony Balbi, imprenditore e fondatore di Up Marketing.

Le donne sono tornate a spendere parecchio e costantemente, tanto in estetica di base quanto in trattamenti alquanto costosi (o addirittura lussuosi); è un trend destinato a restare nel tempo. In probabile avvicinamento i due mondi del fisico e del digitale: in altre parole, chi è abituato a comprare cosmetici online si avvicinerà al mondo fisico e viceversa. Decisivi in proposito saranno certamente gli e-commerce.

1 – Il ritorno all’estetica di base

Anche in considerazione di quello che è successo durante quest’anno, una buona parte delle consumatrici è tornata a spendere tanto e costantemente per l’estetica di base (cerette, manicure, pedicure e tutti i trattamenti a basso costo).

2 – Rituali e luxury

D’altra parte c’è una grossa fetta di queste donne che invece sta piacevolmente scoprendo e investendo denaro in estetica di base più costosa.

Ad esempio, fra i nostri clienti abbiamo un’azienda che ha rivoluzionato il modo di offrire la ceretta: da un servizio veloce e doloroso a un rituale di benessere indolore che dura tanto più tempo e che costa ovviamente di più.

Il metodo sta avendo così successo che molte clienti dei centri che hanno questo servizio (circa 200) hanno abbandonato totalmente la ceretta classica per questo trattamento – spendendo di più, ma con piacere.

3 – L’economia del beauty

Molta più gente spende cifre importanti (in diversi modi). Nei centri estetici medio-grandi le clienti spendono fino a 15.000 euro all’anno in estetica.

Sono disposte a spendere anche una tantum, comprando un abbonamento, un percorso dimagrante o un ringiovanimento per il viso. Decidono già da ora di spendere in quell’anno una certa cifra per i trattamenti, firmando contratti che poi pagano con finanziamenti o altre formule.

4 – Online vs offline?

Le persone sono disposte a comprare e a prenotare consulenze di trattamento. Magari si affezionano al centro estetico tramite i contenuti che creano online, chiedono consigli e poi entrano fisicamente nel centro.

Per quanto riguarda i cosmetici online, invece, c’è una forte separazione tra chi compra cosmetici online e chi va a fare trattamenti estetici: sono due fette di mercato differenti.

Chi va a farsi i trattamenti estetici sempre nello stesso centro non compra prodotti estetici online, ma tendenzialmente si fa consigliare dalla stessa estetista che gli propone quelli che vende lei. Al contrario, chi è abituato a comprare prodotti e servizi online non fa trattamenti nei centri estetici.

Remote working – Mattia Bonetti

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Il futuro del lavoro è più che mai in direzione remote. Parliamo di questo e di altre tendenze con Mattia Bonetti, Project Manager di Marketers.

In questa analisi, i pro e i contro del lavoro da remoto, l’importanza del risultato e la problematica della perdita del contatto con la realtà da risolvere solamente con la distinzione tra lavoro e svago e una pianificazione di confronti all’interno del team. Non meno importante, la crescita e la connessa riflessione sui sistemi di intelligenza artificiale.

1 – L’anno del consolidamento

Il 2020 è stato un terremoto per il mercato italiano, che per la prima volta da tanti anni si è trovato a mettere in discussione metodologie radicate e processi rodati.

Questo ha prodotto in molte occasioni la consapevolezza di poter lavorare senza la necessità di un luogo fisico e, talvolta, migliorando anche le performance.

Come in ogni processo, parallelamente ai “pro” di una maggior libertà, indipendenza e ottimizzazione seguono “contro” da affrontare per portare questa digitalizzazione a termine con successo.

Anzitutto è preponderante l’impostazione di un sistema legato al risultato e non al tempo impiegato: questo passa ovviamente per un atto di fiducia a livello manageriale ed una responsabilizzazione a livello del lavoratore, che deve padroneggiare pianificazione e autocontrollo.

2 – Le dinamiche della performance

Una tematica importante, a mio avviso, è la perdita del contatto con la realtà.

Per performare a pieno, una persona deve imporsi un’abitudine lavorativa che permetta di mantenere la distinzione tra il lavoro e lo svago.

Le performance sono spesso legate al rapporto instaurato all’interno dei team, vi è quindi la necessità di pianificare forme di confronto, stimolando l’interazione e il contatto tra i membri per evitare un isolamento funzionale che potrebbe sfociare in insoddisfazione e in un ridotto senso di appartenenza.

3 – IA ed etica

L’esponenziale progresso tecnologico ha portato negli ultimi anni all’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale in grado di assolvere svariati compiti, innalzando il livello esecutivo dalla mera automazione alla valutazione, esecuzione.

Personalmente sono convinto che il progresso sia necessario e indispensabile, tuttavia occorre che alla base di ogni innovazione venga alimentata di pari passo un’etica di utilizzo che limiti le finalità improprie degli strumenti.

Il progresso tecnologico ha portato diversi benefici nella storia dell’umanità, semplificando processi e abbattendo barriere.

Come ogni mercato, anche quello dell’innovazione ha i propri leader, occorre quindi trasparenza e ancor più etica nel gestire un’evoluzione che potrebbe sfuggire dalle mani e produrre risultati controproducenti andando in contrasto con il principio fondante dell’innovazione tecnologica stessa.

Online fitness – Irene Bosi

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Irene Bosi, Head of Marketing & Business Development di Yoga Academy ci parla dei trend nell’industria dell’online fitness.

Il fitness online è entrato a far parte della routine di molti di noi, una tendenza sicuramente accelerata dal lockdown e da questi mesi di apprensione per la nostra salute. La crescita continuerà, ma si prevede lo farà ad un ritmo più rallentato. Probabili alcuni miglioramenti dei prodotti esistenti per consentire un allenamento da casa a regola d’arte (basta volgere lo sguardo a Mirror o Peloton). Le aziende, inoltre, si sposteranno verso la creazione di prodotti che rispondano a esigenze emotive, non più solamente funzionali.

1 – Tra passato, presente e futuro

A mio parere sono 3 gli avvenimenti che nel 2020 hanno più impattato l’industria del fitness: l’impossibilità di frequentare centri sportivi e palestre, il tempo a disposizione e la paura per la salute.

Abbiamo chiuso l’anno con più persone sportive e l’industria del fitness online in crescita frammentata: tanti piccoli player offrono prodotti diversi.

Mi aspetto che questo trend di crescita continui, in quanto il fitness online è entrato a far parte della routine di molte persone e chi ha cominciato a fare sport ne riconosce i benefici, e quindi si suppone continuerà a farlo.

Sicuramente questa crescita avverrà, però ad un tasso più rallentato rispetto il 2020.

Per esempio, in Yoga Academy nel 2020 abbiamo avuto una crescita del quasi 200%: l’anno prossimo ci aspettiamo di continuare a crescere, ma con un tasso di crescita di circa il 50%.

2 – Miglioramento dei prodotti esistenti

Nel 2020 molte aziende di fitness online si sono ritrovate ad avere una base di utenti più grande delle aspettative. Il lockdown ha infatti causato un boom di persone interessate ad allenarsi online decisamente inaspettato. Questo 2021 servirà anche a strutturare meglio i prodotti di fitness online per assicurarsi la retention degli utenti acquisiti durante quest’anno particolare. Mirror e Peloton, che somigliano più ad aziende tech che fitness, sono due esempi di prodotti per il fitness di alta qualità.

3 – Più in profondità

Le aziende di online fitness si impegneranno a creare un prodotto che risponda non solo a esigenze funzionali, ma anche ad esigenze emotive come la definizione di noi stessi, magari investendo nella creazione di una community differenziata e unita. Lo sport è diventato qualcosa che ci definisce, significa avere uno stile di vita attivo: pensiamo alla marea di “fit influencer” o, in generale, al mare di contenuti legati allo sport che vediamo ogni giorno online.

4 – La nuova idea di sport

Le aziende di fitness online cercheranno di sfruttare il concetto che lo sport non è più “andare tre volte a settimana in palestra”, ma fa parte della tua vita di tutti i giorni. Ora il fitness è diventato molto più invadente nella vita delle persone, le app possono mandarti notifiche per ricordarti di allenarti più spesso o in momenti in cui magari non avresti pensato di allenarti.

Mastermind finale su business e marketing

Ok, fermiamoci un attimo prima di salutarci.

Insieme a Dario e Luca, co-founder di Marketers, e Ema, CEO di Marketers Accelerator, tiriamo le somme.

Vediamo subito alcune idee su come mettere in pratica ciò di cui abbiamo parlato fin qui.

3 pillole per il 2021 – Luca Cresi Ferrari

luca ferrari al marketers world

  1. Ci sarà, come già nel 2020, un’impennata di nuovi e-commerce e, per questo, di richiesta di servizi legati all’ottimizzazione e alla crescita degli stessi.
  2. E-sports sempre più in voga e di conseguenza anche prodotti legati a questo mondo. Un’idea è pensare, in ogni business, a degli angoli per il proprio prodotto appositamente per i gamers.
  3. Do it yourself. La quarantena ci ha insegnato a creare e cavarcela da soli… sicuramente questo settore continuerà a crescere.

Il digitale del 2021 – Emanuele Amodeo

emanuele amodeo al marketers world

1 – Ecommerce protagonista, non solo Amazon

Si completerà il processo già avviato nel 2020 per cui il commercio elettronico non sarà più un’alternativa, ma un must have di tutti i business. Amazon continuerà a crescere, ma sono realtà come Shopify che faranno la vera differenza.

Il motivo? Commissioni più basse e shop brandizzato, due caratteristiche che Amazon (almeno oggi) non riesce ad offrire.

2 – Smart Working: una sfida aperta

Lo smart working che abbiamo sperimentato nel 2020 rimarrà come nuova caratteristiche delle aziende. Non si torna indietro.

Questa rivoluzione, però, ha più sfide/problemi da affrontare che soluzioni, almeno ad oggi.

Per questo il 2021 sarà l’anno in cui le aziende dovranno sforzarsi nel comprendere come questo strumento può funzionare solo all’interno di una cultura aziendale pensata, ragionata e orientata al benessere del lavoratore.

Smart Working non è Home Working, ma creazione di uno spazio di valori condivisi in cui le singole persone hanno gli strumenti e gli spazi (uffici condivisi senza obbligo di presenza?) in cui gestire in autonomia il proprio lavoro.

A questo si aggiungono le questioni tutela del lavoratore, costi del lavoro a distanza, controllo del lavoro e privacy. Una sfida epocale che vedrà emergere nel 2021 tutte le sue criticità e, speriamo, le giuste risposte.

3 – Personal brand professionisti

Se non ci sei, non esisti. Il mondo delle libere professioni post covid è cambiato (per sempre). Avere un personal brand che funziona farà la differenza tra chi andrà avanti e chi rimarrà fuori dal mercato. Medici, avvocati e professionisti/esperti in genere dovranno affrontare la sfida della presenza online.

4 – Business digitali: si alza l’asticella

Il 2020 ha segnato un anno di accelerazione pazzesca per il digitale. L’evoluzione che ci aspettavamo in 3-5 anni si è conclusa in meno di 12 mesi.

Questo significa: più player e più offerta, che dal punto di vista di chi fa business significa “giocarsi la partita” sulla qualità del prodotto/servizio. Se fino ad oggi in molti casi “esserci” era sufficiente, nel 2021 sarà necessario alzare l’asticella.

5 – Sostenibilità e sociale.

Il Covid ha accelerato la formazione, già in corso, di una forte coscienza individuale e collettiva sui temi ambientali e sociali.

Questo influenzerà il business e la comunicazione in modo decisivo. Non si può più far finta di niente e ignorare queste questioni. Ogni azienda, business o progetto dovrà rispondere alla domanda: quello che sto facendo, come impatta sull’ambiente e sugli esseri viventi che lo abitano?

E la risposta dovrà prevedere un impatto positivo, sia reale e concreto, ma anche inserito all’interno del piano di comunicazione.

Su cosa concentrarsi nel 2021 – Dario Vignali

Marketers Trend Report 2021 11

1 – Nel 2019 dicevo che il 2020 sarebbe stato l’anno di YouTube per tutti i personal brand che hanno competenze specifiche.

Il 2021 sarà l’anno che consacrerà il tubo come la piattaforma contenutistica più importante per chi desidera avere una grande influenza nel proprio mercato. Niente può sovrastare il potere di avere un’emittente televisiva personale dove le persone spendono tempo ad ascoltare la nostra voce e a guardare le nostre vite. YouTube è stata l’unica piattaforma fino ad oggi ad essere completamente a supporto dei creators.

2 – In un mondo dove ognuno di noi è sempre più bombardato da contenuti e offerte di ogni tipo, l’attenzione del prossimo sarà la risorsa più scarsa in assoluto.

Ogni sforzo di marketing deve avere tra i propri obiettivi una metrica imprescindibile, la stessa che regola gli algoritmi di Instagram, Facebook e YouTube. Quale? Il tempo di permanenza. Dobbiamo intensificare i nostri sforzi per far sì che gli utenti passino più tempo possibile a guardare i nostri video, a leggere i nostri testi o ascoltare i nostri podcast. Questo è anche il miglior modo per aumentare followers, clienti e true fan.

3 – Nel 2021 nessuno accetterà più di dover scendere a patti con la tecnologia.

La frizione va quindi eliminata. Cosa significa? Che ogni sito dovrebbe avere una live chat. Che ogni potenziale cliente non può impiegare più di pochi secondi a comprendere i tuoi prodotti e i loro prezzi. Che non puoi sperare che siano gli altri a trovare il tempo per capire perché dovrebbero seguirti. Che un sito web non può richiedere svariati secondi per caricarsi. Che il tuo ristorante non può permettersi di avere gli orari errati su Google Maps.

Conclusione

Siamo arrivati alla fine. Il nostro viaggio nel futuro prossimo si è concluso.

Di sicuro ci aspettano mesi ancora con tante incognite e sfide.

Allo stesso tempo, per chi sa dove guardare, in questo scenario incerto possono nascondersi tante opportunità.

Abbiamo appena consegnato nella tue mani una bussola per orientarti.

Speriamo che questi input possano aiutarti ad agire e trarre il meglio da ciò che verrà.

E ora, è arrivato il tuo momento: su cosa ti concentrerai nel 2021? Quali saranno le sfide che affronterai?

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