intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro? Ecco il futuro del marketing e della creazione di contenuti

Disclaimer: questo articolo su come l’intelligenza artificiale può rivoluzionare il marketing e la creazione di contenuti è stato scritto anche con il supporto dell’intelligenza artificiale 🤖

Guardate questa foto.

esempio midjourney

Direste mai che il quadro è stato generato da un’intelligenza artificiale?

Guardate il cielo: le pennellate sembrano reali, i colori naturali, il concept alla base del dipinto pure.

Beh…

E se vi dicessimo che l’intera immagine che vedete qua sopra non è una foto, ma un’immagine creata dal software Midjourney (un’app a cui potete accedere anche voi, e di cui parleremo tra poco)?

Contate le dita della mano sulla sinistra: sono sei. Questo ragazzo e la sua cameretta non sono mai esistiti.

L’intelligenza artificiale non è un concetto nuovo: negli anni ‘60 nelle sale usciva 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, in cui compariva il computer senziente HAL 9.000.

Vent’anni dopo Terminator terrorizzava i pubblici delle sale cinematografiche di tutto il mondo.

Ma era sempre tutto qualcosa di lontano, di intangibile, un brutto incubo che si sapeva non si sarebbe mai realizzato.

Eppure solo quest’anno, tra le diverse cose, per la prima volta nella storia:

  • un quadro generato tramite IA ha vinto un concorso d’arte in Colorado
  • l’agenzia Rethink ha usato un tool di IA per generare una nuova campagna pubblicitaria per la Heinz
  • dei ragazzi hanno usato un generatore di testi per scrivere la sceneggiatura del loro cortometraggio.

A questo punto è saggio iniziare a chiedersi: che impatto avrà l’IA sulla nostra industria, quella del marketing e della creatività?

Lo scopriremo insieme, in questo nuovo numero del Marketers Insight.

La rotta fin qui

Forse è proprio dalla fantasia – o, meglio, da chi immagina un futuro diverso – che nascono le più grandi rivoluzioni della storia.

E infatti è proprio grazie alla fantascienza che nella prima metà del XX secolo iniziammo a conoscere il concetto di “robot artificialmente intelligenti”.

Qualche esempio? L’uomo di latta “senza cuore” del Mago di Oz o il robot umanoide che impersonava Maria in Metropolis di Fritz Lang.

E così, ecco che negli anni ‘50 arrivò una nuova generazione di scienziati, matematici e filosofi con già in mente il concetto di intelligenza artificiale (di tanto in tanto l’abbrevieremo con la sigla IA).

Uno di questi era Alan Turing, giovane matematico e filosofo britannico che cercò di capire se l’intelligenza artificiale fosse matematicamente possibile.

Turing ipotizzò per la prima volta la possibile intelligenza di una macchina in uno degli articoli che hanno segnato la storia dell’informatica moderna – il suo “Computing Machinery and Intelligence” del 1950.

Il succo della questione, secondo Turing, era questo: se gli esseri umani utilizzano le informazioni che hanno e la loro ragione per risolvere problemi e prendere decisioni, perché le macchine non possono fare lo stesso?

Nell’articolo discuteva anche di come costruire macchine intelligenti, ma i tempi non erano ancora maturi. Cosa impedì a Turing di creare un’IA all’epoca?

  • Primo problema: la tecnologia. I computer, prima del 1949, peccavano di un prerequisito fondamentale per l'intelligenza: potevano eseguire comandi, ma non memorizzarli. Insomma, ai computer si poteva dire cosa fare, ma poi non ricordavano quello che facevano.
  • Il secondo problema? L’informatica costava. All'inizio degli anni Cinquanta, era difficile trovare un computer che costasse meno di 50.000 dollari (cifra che al giorno d’oggi equivarrebbe a mezzo milione di dollari). Solo le università più prestigiose e le grandi aziende tecnologiche potevano permettersi cifre simili.

In quegli anni, però, gli sviluppi tecnologici erano velocissimi (spinti soprattutto dalla Seconda Guerra Mondiale).

robot

L’ottimismo era così alto che nel 1970 arrivò una delle dichiarazioni più provocatorie dell’epoca: Marvin Minsky dichiarò al Life Magazine: “Tra tre e otto anni avremo una macchina con l'intelligenza generale di un essere umano medio“.

Ma c’era ancora molta strada da fare, e per quasi vent’anni la ricerca sull’IA andò a rilento. I computer non erano ancora abbastanza potenti.

Eppure, nonostante l’assenza di finanziamenti e attenzione pubblica, alla fine degli anni Novanta l’intelligenza artificiale tornò a prosperare.

Nel 1997 il campione del mondo di scacchi in carica e gran maestro Gary Kasparov venne sconfitto da Deep Blue, un programma informatico di IBM che giocava a scacchi.

Nel 2011, invece, iniziò la rivoluzione del deep learning. Le macchine, in pratica, cominciarono a insegnare a sé stesse come portare a termine un compito, dopo l’esposizione ripetuta a enormi quantità di dati.

Questa rivoluzione ebbe uno dei suoi apici nel 2016, quando il software di casa Google AlphaGo riuscì a battere il campione in carica umano di Go, un gioco cinese considerato dai ricercatori come un grosso ostacolo da superare per l’IA.

go

Per fare un confronto con gli scacchi: dopo la prima mossa, il numero di mosse possibili negli scacchi sono 400, mentre in Go sono 130.000. Andando avanti nella partita,  raggiungiamo le 10^45 mosse possibili per gli scacchi e le 10^170 mosse possibili per GO.

Ora, se contiamo che gli scienziati stimano che ci siano 10^80 atomi nell’universo, capiamo perché il risultato di AlphaGo era così straordinario.

Oggi l’innovazione in campo IA va sempre più veloce e raggiunge risultati sempre più straordinari.

L’intelligenza artificiale, che ce ne siamo già accorti oppure no, influenza già le nostre vite.

Ma come cambierà il modo in cui comunichiamo e facciamo marketing? Un’intelligenza artificiale sarà mai in grado di prendere il nostro posto? Come cambierà la nostra industria da qui ai prossimi 5 anni?

Allacciate le cinture, stiamo per dialogare faccia a faccia con le intelligenze artificiali più potenti del mondo.

La bussola del mercato

Prima di addentrarci nell’attuale rivoluzione dell’IA, ha senso chiederci: ma ha già toccato la coscienza comune, o solo i nerd appassionati di tecnologia?

Ce lo siamo chiesti anche noi, e così, con l’aiuto di alcuni tool che molto probabilmente conoscete (Ubersuggest, Google Trends e Answerthepublic), abbiamo provato a trovare una risposta.

Partiamo da un primo dato: vediamo quanto è aumentato l’interesse per il termine “intelligenza artificiale” nel mondo negli ultimi 5 anni.

Google Trends negli ultimi 5 anni per la ricerca "Intelligenza artificiale"

Come vedete, il trend è in aumento costante, e quest’anno, nel 2022, il volume di ricerca è aumentato del 32% rispetto allo scorso anno.

E in Italia? Attualmente il termine viene cercato circa 18.100 volte al mese, ovvero circa 600 volte al giorno.

volume intelligenza artificiale

Lo stesso vale per termini di ricerca come “ai image generator” o “DALL-E2” e “Midjourney”, due tool di IA che generano immagini.

Guardate di quanto sono aumentate le ricerche in Italia nel 2022 rispetto agli ultimi 5 anni:

Google Trends negli ultimi 5 anni per la ricerca "AI image generator"
Google Trends negli ultimi 5 anni per le ricerche "DALL-E" e "Midjourney"

Quest’esplosione sta appena cominciando.

Ecco perché è importante conoscere e comprendere l’IA fino in fondo, sia che tu voglia entrare nel mercato, sia che tu non voglia farlo, perché prima o poi ne avrai a che fare.

Ora, secondo Answerthepublic, le persone cercano online l’intelligenza artificiale per alcuni motivi, tra gli altri, che ci interessano molto:

  • creare immagini
  • disegnare
  • scrivere articoli

Insomma, quella che viene cercata è una generative AI, ovvero intelligenza artificiale generativa.

L’IA generativa è letteralmente un’IA che genera qualcosa senza supervisione umana, che siano nuove immagini, video, testi, contenuti audio o codici.

È proprio su questo tipo di IA che ci concentreremo in Insight.

Partiremo dai software di IA generativa che permettono a chiunque di creare immagini uniche e iperrealistiche semplicemente digitando alcune parole in una casella di testo.

IA nelle arti visive

Ci abbiamo provato anche noi. L’altro giorno siamo entrati su Discord, nel canale di Midjourney.

Chiunque può fare una prova gratuita, generando circa una decina di immagini.

Scrivendo delle parole nella casella di testo dopo il codice “imagine/”, il software restituisce una serie di quattro immagini a bassa risoluzione in circa 60 secondi.

Ecco cos’abbiamo ottenuto scrivendo “Glowing white horses running in a night sky”:

esempio midjourney

E poi abbiamo chiesto al software di concentrarsi sulla prima immagine, a cui poi tramite la funzione “upscale” vengono aggiunti più dettagli possibili:

white horses

È pazzesco.

Vi ricordate del quadro generato da un’IA che è stato premiato a un concorso d’arte in Colorado?

Ecco, è stato generato usando proprio Midjourney. Ovviamente non basta scrivere cose a caso per ottenere un’opera d’arte. Esistono decine di comandi molto precisi (detti “prompt“) che possono restituire il risultato che si ha in mente.

La foto del ragazzo che tiene il quadro in mano che abbiamo visto all’inizio probabilmente aveva un prompt simile:

prompt reddit

È vero però che chiunque, imparando qualche comando, può generare immagini, foto o illustrazioni quasi a livello di un illustratore o designer professionista.

Come possiamo sfruttare questa potenzialità incredibile (che fino a pochi anni fa potevamo solo sognare) nel campo del marketing e dei lavori creativi?

Come possiamo usare l’IA se siamo un’agenzia creativa, un creator o gestiamo un business?

Come puoi usare l’IA per la creazione di immagini nel tuo business o nei progetti personali

Questo paragrafo vuole farti aprire a tutte le possibilità che, al giorno d’oggi, ci offrono i tool di IA che generano immagini.

L’intento è riuscire a capire che, come persone che lavorano in campo creativo, abbiamo forse fra le mani forse lo strumento più potente che abbiamo mai potuto desiderare.

Per capirlo, e capire in che direzione stiamo andando, basta porre l’attenzione su alcune delle migliori agenzie pubblicitarie del mondo.

Pensiamo all’agenzia Rethink, che quest’anno per una campagna pubblicitaria di Heinz ha deciso proprio di usare l’intelligenza artificiale.

L’intento della campagna – e la domanda a cui volevano rispondere – era: Il brand “Heinz” quant’è diventato sinonimo della parola “ketchup”?

Per rispondere (e dimostrare la potenza del marchio) hanno usato DALL-E2 (che approfondiremo fra poco).

Gli hanno chiesto di rappresentare una bottiglietta di ketchup in vari stili artistici (“rinascimento”, “impressionismo”, “street art”, ecc.) e vedere cosa saltava fuori.

I risultati parlano da soli. Ogni immagine prodotta ricorda in qualche modo l’iconica bottiglietta Heinz, sia nella forma che nell’etichetta. Un’operazione di branding potentissima:

Questo è solo un esempio, ovviamente.

Pensateci: avere un tool simile a disposizione è come avere una fonte infinita di idee, spunti e nuove prospettive sempre a portata di mano.

Il primo uso che possiamo farne noi che per lavoro dobbiamo produrre idee, infatti, è proprio quello di usare l’intelligenza artificiale come aiuto al brainstorming.

Ci serve una moodboard da presentare a un cliente? Delle immagini per dare un’idea della storyboard della prossima campagna pubblicitaria?

Immaginiamo di voler proporre una compagna con una macchina degli anni ‘70 stilizzata, in stile futuristico.

Su Google Immagini grafiche simili sono pochissime e spesso protette da qualche copyright. Investire in un illustratore solo per proporre un’idea sarebbe uno spreco di risorse.

La soluzione? DALL-E2, che in pochi secondi ci può restituire un’immagine concreta di quello che abbiamo in mente senza spendere tempo, parole o budget in altro modo:

70s car dalle2

Magari invece abbiamo un'idea di massima per un post o una grafica, ma non siamo sicuri su come procedere perché non riusciamo a immaginarci bene il risultato finale.

Ottimo: possiamo inserire l’idea in DALL-E2 o Midjourney e vedere cosa ne salta fuori, per capire se potrebbe funzionare oppure no.

In pochi minuti possiamo testare decine e decine di idee. Come sarebbe un cavallo nel deserto in formato fumetto? DALL-E2 ce lo dice in qualche secondo:

desert horse dalle2

Ci sono artisti che hanno iniziato a usare l’IA come alleata per sconfiggere la “sindrome del foglio bianco”:

Abbiamo la passione per la scrittura e vorremmo creare una graphic novel ma non sappiamo disegnare? Possiamo crearne una con MidJourney.

O magari abbiamo bisogno di un’animazione per una campagna, ma non abbiamo abbastanza budget per assumere qualcuno che lo faccia al nostro posto.

Anche in questo caso, con un po’ di aiuto dall’IA e qualche minuto su un tool di editing video, possiamo realizzarne una.

Un altro modo per utilizzare l’IA è sicuramente quello di creare immagini SEO-friendly per gli articoli del blog, senza dover ricorrere alle immagini dei siti stock (che molto spesso non sono quello che ci aspettiamo). Questo articolo spiega come fare.

L’IA ci può aiutare anche a trovare idee per il logo della nostra azienda, o per il design del nostro sito. Ecco due esempi cosa ci ha restituito DALL-E2 quando abbiamo scritto “a light website for a marketing agency”:

website midjourney

C’è chi ha usato l’IA per creare dei disegni digitali e poi stamparli su spille, borse di tela e magliette e realizzare così uno e-commerce intero.

Abbiamo scritto un libro? Con l’IA possiamo creare la copertina e il design dei personaggi.

Tutto questo per farvi capire che, davvero, le possibilità sono infinite.

L’IA ci può aiutare anche in task più semplici, ma altrettanto fondamentali.

Esempio banale: abbiamo solo foto quadrate ma per una landing page ci servono immagini orizzontali?

I tool possono allargare in pochi secondi un’immagine senza che nessuno se ne accorga, aggiungendo letteralmente parte di una foto.

generation frame

L’abbiamo fatto anche per la landing page di Tubemastery, il corso di Marcello Ascani di cui abbiamo curato il lancio.

Avevamo bisogno di alcune foto orizzontali da inserire, ma Marcello era in volo e non poteva mandarci nulla. La landing però doveva uscire.

Cos’abbiamo fatto? Abbiamo preso due immagini che inizialmente erano in verticale (le trovate sul profilo Instagram di Marcello):

esempio marcello ascani

E poi le abbiamo date in pasto all’IA. Ecco il risultato:

esempio marcello 02

esempio marcello 03

Il risultato è fenomenale, indistinguibile da una foto vera.

Ci possiamo spingere anche più in là. Vogliamo aggiungere una luna e poi avere versioni diverse della stessa immagine? Con l’IA lo possiamo fare:

add-object
make-variations

Non è difficile immaginare un futuro in cui, proprio grazie a questi tool, potremmo essere in grado di generare campagne e landing page incredibilmente personalizzate, diverse da persona a persona, perché i cambi possono essere rapidissimi e infiniti.

Una volta che togliamo il limite strumentale a quello che facciamo, l’unico nostro limite è la nostra stessa creatività.

Ora che abbiamo capito cosa possiamo fare con questi tool però, è arrivato il momento di addentrarci in quelli più famosi e capire come funzionano.

Midjourney

Per capire la storia di Midjourney è importante tornare al 2011, anno in cui David Holz lancia la sua prima startup di IA: Leap Motion.

Come ha dichiarato a VentureBeat, fin dai tempi della sua prima impresa Holz non era tanto interessato all’intelligenza artificiale in sé, ma ai modi in cui potesse diventare utile alle persone:

“Provenendo dalla scuola di pensiero dell'intelligence augmentation (l’uso della tecnologia informatica per aumentare l’intelligenza umana, ndr), sono sempre stato più interessato a potenziare le persone e a cercare di renderle migliori”.

Non passa troppo tempo che Holz si accorge che l’IA può aumentare le capacità delle persone, e che le persone a loro volta possono creare un’IA migliore, in quello che lui definisce un “cerchio in cui vincono tutti”.

Così nel 2021 avvia Midjourney come laboratorio di ricerca indipendente. All’inizio di quest’anno, nel 2022, ha iniziato a offrire su Discord il suo servizio di generazione immagini “text-to-image”.

Secondo Holz, “con Midjourney non stiamo cercando di sostituire un artista, ma di dargli gli strumenti per esplorare nuovi mezzi di pensiero ed espandere la sua immaginazione”.

cavemen midjourney

“Cavemen taking a group selfie”, postato da u/zomx nel subreddit u/Midjourney

Ma come funziona esattamente Midjourney?

Il processo è semplicissimo: come tutti i suoi competitor, il sistema di IA accetta un’idea di design sotto forma di testo, e poi la usa come ispirazione per creare immagini.

In cosa si distingue dagli altri tool?

Il bot AI di Midjourney è accessibile solo tramite la piattaforma di messaggi Discord, anziché tramite il proprio sito web o applicazione mobile.

Con Midjourney si può realizzare un po’ di tutto: fotografie ravvicinate di oggetti, illustrazioni, polaroid, schizzi a carboncino o a matita, dipinti nello stile di artisti famosi, pixel art.

Qualsiasi cosa vi venga in mente, la potete realizzare.

fumetto midjourney

Fumetto realizzato con immagini generate da Midjourney, postato da u/Campfire_Steve nel subreddit u/Midjourney

Per quanto riguarda il modello di business, Midjourney ha un modello ad abbonamento.

Al momento offre un modello “freemium” limitato che consente agli utenti di creare un massimo di circa 20-25 immagine.

Dopodiché, gli utenti possono scegliere tra una serie di pacchetti di abbonamento, che vanno da un pacchetto base di 200 immagini, a un abbonamento standard, che include immagini illimitate, o a un abbonamento “corporate” premium, che include immagini illimitate e privacy completa.

L’abbonamento “corporate”, nonostante il nome, è comunque rivolto ai privati e non alle aziende.

Per il CEO sembra un punto importante: ha dichiarato che il modello di Midjourney sarà sempre un modello B2C.

DALL-E 2

cat dalle2

Immagine generata su DALL-E2 con il prompt “3D render of a robot cat in violet lit room”

DALL-E2 è un progetto di OpenAI, la compagnia che si autodefinisce “un'azienda di ricerca e sviluppo dell'intelligenza artificiale”.

La loro missione aziendale? “Garantire che l'intelligenza artificiale generale porti benefici a tutta l'umanità”.

La sua storia è una storia particolare.

Nasce nel 2015 come una no profit, con la missione di garantire che l'intelligenza artificiale generale porti benefici a tutta l'umanità.

E nasce anche in un’occasione particolare, quella di una cena – o almeno, così narra la leggenda.

A questa cena leggendaria, tra i tanti, partecipano:

  • Greg Brockman, il cofondatore di OpenAI (e ex CTO di Stripe),
  • Sam Altman, presidente di Y Combinator (acceleratore di startup che ha lanciato Airbnb, Twitch, Reddit e Dropbox),
  • Ilya Sutskever, un ricercatore del team di Google Brain,
  • Elon Musk, che pensiamo non abbia bisogno di presentazioni.

Durante la cena la conversazione si sposta velocemente sull’IA.

Da quanto ricorda Brockman, Musk e Altman avevano una visione chiara: la volontà di costruire IA in un progetto dedicato a portare benefici all’umanità.

Prima di tutto, l’avrebbero fatto tramite un’organizzazione senza scopo di lucro per evitare di relegare lo sviluppo del software a interessi economici (anche se nel 2019 sono diventati una for profit e hanno ricevuto un investimento di 1 miliardo di dollari da Microsoft).

In secondo luogo, hanno portato un’innovazione importantissima: invece che allenarsi solo su un compito specifico, la loro IA avrebbe acquisito un’”intelligenza artificiale generale” allenandosi tramite decine e decine di videogiochi.

whale dalle2

Immagine generata su DALL-E2 con il prompt “A whale submarine chimera, digital art”

E così hanno fatto.

A ogni gioco completato, OpenAI acquisiva nuovi algoritmi e competenze generali che poteva applicare ai giochi successivi.

Pensiamoci: questo modo di apprendere è molto simile al nostro, quello degli esseri umani.

Anche noi prendiamo l'esperienza acquisita in una marea di compiti ristretti e la applichiamo a compiti che non abbiamo mai intrapreso prima.

È proprio da questi princìpi che è nato DALL-E 2, il software di casa OpenAI che, come Midjourney, genera immagini direttamente da un testo inserito dagli utenti.

Cosa lo distingue da altri tool (e lo rende così straordinario)?

DALL-E 2 non crea le sue immagini partendo da altre immagini già esistenti sul web, le crea ex novo tramite un processo di IA chiamato “diffusione”, che parte da una serie casuale di pixel e la perfeziona ripetutamente finché non corrisponde alla descrizione testuale data.

Questo significa che impara da solo, senza direttive da parte dei programmatori: l’IA sviluppa una propria concezione di cosa sia un cavallo a seconda dei feedback che riceve.

Secondo il New York Times, DALL-E 2 ha già più di 1,5 milioni di utenti che generano più di due milioni di immagini ogni giorno.

Come Midjourney, i risultati che produce sono impressionanti:

Le immagini possono essere generate in base a:

  • Soggetto: è possibile generare immagini di tutto ciò che si desidera; paesaggi, animali, oggetti, concetti astratti, purché seguano la policy dei contenuti (che, ad esempio, vieta la generazione di immagini di personaggi famosi per evitare la proliferazione di deepfakes).
  • Medium: dagli schizzi a matita ai dipinti a olio, fino alla pixel art e alle illustrazioni digitali, DALL-E 2 può generare immagini che rappresentano qualsiasi tipo di medium.
  • Setting ambientali: si può aggiungere ai prompt fattori ambientali come “tramonto” o “nebbia” per dare una specifica atmosfera all’immagine.
  • Luogo: se avete bisogno di collocare le vostre immagini in un luogo particolare, date al prompt una città o un paese e otterrete punti di riferimento, stili di edifici ecc. associati a quel luogo.
  • Stile artistico: DALL-E 2 può generare immagini nello stile di diversi artisti. Basta aggiungere “nello stile di [artista]” alle richieste.
  • Impostazioni della fotocamera: particolarmente utile per gli stili fotografici, è possibile aggiungere ai prompt le impostazioni della fotocamera per dare alle foto una varietà di inquadrature e qualità diverse. Ad esempio, “Macro 35mm shot”, “long exposure” o “fisheye lens”.

Uno degli usi più comuni per DALL-E 2 nel mondo creativo e del marketing è proprio il miglioramento e la modifica di immagini esistenti, oppure la generazione completa di nuove immagini (un po’ come nell’esempio di Marcello Ascani che abbiamo fatto prima).

Ovviamente, le incredibili capacità di DALL-E 2 lo rendono anche pericoloso.

La possibilità di generare immagini originali altamente realistiche può essere sfruttata per generare contenuti falsi o offensivi su larga scala. Pensiamo anche alle implicazioni che potrebbe avere in politica.

È per questo che OpenAI ha aspettato molti mesi per rendere lo strumento disponibile in commercio, lavorando con ricercatori, artisti, sviluppatori e altri utenti per conoscere e ridurre i potenziali rischi del software.

IA che generano testi

Come per le immagini, un altro campo incredibilmente creativo che fino a pochi anni fa si pensava non si sarebbe mai fatto toccare dall’avvento dell’IA era la scrittura.

Ma l’IA ha velocemente recuperato terreno anche in questo campo, generando script di film e articoli degni di una penna esperta.

Così anche copywriter, autori e giornalisti sono a rischio? Cerchiamo di capire quali tool abbiamo di fronte.

OpenAI

Ne abbiamo parlato poco fa. OpenAI è un progetto di costruzione di un’IA generalizzata, ed è proprio per questo che oltre ad avere scritto il codice di DALL-E2, hanno creato anche un Playground in cui poter mettere dei prompt e generare dei testi in pochi secondi.

Il Playground si basa sulla tecnologia GPT-3, creata proprio in casa OpenAI, un sistema che ha passato mesi e mesi a studiare e raccogliere informazioni da migliaia di libri, pagine Wikipedia, blog post, post sui social media e il resto di internet.

In questo modo ha generato un modello linguistico che produce testi estremamente simili al naturale linguaggio umano.

Cosa puoi fare con l’IA del Playground?

  • Puoi usare l'IA per generare idee per nuovi articoli o blog post.
  • Puoi usare l'IA per aiutarti a sviluppare e migliorare i contenuti esistenti.
  • Puoi usare l'IA per creare e ottimizzare i titoli e gli headline dei tuoi contenuti.
  • Puoi usare l'IA per trovare e sfruttare le parole chiave più efficaci per il tuo settore.
  • Puoi usare l'IA per generare report e analisi dettagliate sulle prestazioni dei tuoi contenuti.
  • Puoi usare l'IA per monitorare e migliorare il coinvolgimento e l'engagement dei tuoi lettori.
  • Puoi usare l'IA per aiutarti a sviluppare nuove strategie di marketing e di promozione dei contenuti.
  • Puoi usare l'IA per creare e ottimizzare gli annunci pubblicitari per i tuoi contenuti.
  • Puoi usare l'IA per aiutarti a gestire e organizzare al meglio i tuoi contenuti.
  • Puoi usare l'IA per sviluppare e migliorare ulteriormente il tuo sito web e la tua presenza online.

Ah, anche scrivere liste. Infatti questa intera lista è stata scritta dall’IA di OpenAI, senza che noi muovessimo un muscolo:

playground openai

Incredibile, vero?

CopySmith

Pensato per il mondo del marketing, CopySmith si definisce “la soluzione di IA per imprese e e-commerce che hanno bisogno di creare contenuti” e dice di riuscire a creare ads, descrizioni di prodotti, email e altro in pochi secondi.

Anche Copysmith.ai, alla pari di tanti tool di IA che abbiamo già visto, è stata fondata nel 2020.

Per essere in circolazione da poco più di un anno, ha già raccolto un fondo di avviamento di 10 milioni di dollari da investitori come PSG (una società d’investimenti) e Harmony Venture Labs.

Il suo target? Agenzie, e-commerce e team di marketing. Sulla landing sottolinea come il tool serva per risparmiare tempo e dire addio al blocco dello scrittore.

copysmith

Ma cosa riesce a fare davvero CopySmith?

Il tool non è in grado di generare post long-form perfettamente accurati, ma è in grado di riscrivere paragrafi, di generare schemi di blogpost, di migliorare i contenuti, di aiutare a scrivere un comunicato stampa e così via.

Si concentra principalmente su alcuni tipi di servizi: il Content Rewriter, che aiuta a correggere contenuti esistenti, la descrizione di prodotti e la generazione di idee per i contenuti e per il blog.

Il loro focus principale sembra essere proprio questo: la creazione di idee e contenuti al volo per avere subito una prima bozza.

Dando qualche input al programma, CopySmith è in grado di generare un articolo di 1.339 parole in meno di 20 secondi.

Sia chiaro, non sono articoli perfetti, né nel contenuto che nella forma, ma ci danno un’idea di come potrebbero venire usati nel prossimo futuro.

NotionAI

La notizia è freschissima: Notion ha annunciato NotionAI, il suo nuovo tool di intelligenza artificiale, pochi giorni fa.

Al momento, il tool può già svolgere diverse funzioni.

Ad esempio, può generare un blog post da zero. Ci sarà anche la funzione “brainstorm”, che darà un elenco di idee su come fare qualcosa (ad esempio: idee su come promuovere un prodotto).

Si potrà anche fare un check della grammatica e dello spelling di un testo, e persino tradurlo istantaneamente in un’altra lingua.

Qui trovate tutto quello che può fare.

Sul sito di Notion l’hanno definito come “il vostro compagno di squadra prima, durante e dopo il processo di scrittura”.

La versione rilasciata è solo un’alpha, una versione iniziale, ma promette già di fare cose incredibili. Se Notion era per tutti il nostro “secondo cervello”, ora diventerà un vero e proprio assistente virtuale (anche se non siamo sicuri che questo aggettivo varrà ancora per molto).

AdCreative.Ai

La rivoluzione dell’IA non passa solo per immagini e testo, ma anche per qualcosa di più complesso: l’advertising.

Un esempio su tutti? AdCreative.Ai, la prima piattaforma che utilizza proprio l’IA per generare creatività per agenzie, business e advertisers.

Noi l’abbiamo provato, proprio per generare Ads per questo Insight.

Dopo aver creato il nostro profilo e iniziato il periodo di prova gratuito, abbiamo inserito le informazioni principali di Marketers:

adcreative 01

Poi, dopo aver scelto il formato del post che volevamo realizzare, abbiamo inserito qualche informazione sull’Insight:

adcreative 02

A questo punto, il tool ha generato dei copy e delle creatività completamente in autonomia. Sì, compresa headline e CTA. Vi lasciamo qui una di quelle venute meglio:

adcreative 03

Certo, il risultato non è dei migliori, e per ora non possono essere generati in italiano.

Quest’esempio serve solo per renderci conto che l’IA può svolgere anche una task complessa come quella di realizzare un’ad.

Le coordinate da seguire

Abbiamo visto una parte importante delle potenzialità che ha l’intelligenza artificiale nel nostro campo di competenza.

La prima reazione, oltre allo stupore, può essere sicuramente quella di paura:

Ma quindi, l’IA ci ruberà il lavoro ? Se sa scrivere un blogpost, generare una grafica, creare foto realistiche, fare campagne pubblicitarie, io a cosa servirò?

È facile cadere preda di queste preoccupazioni.

Il nostro intento non è dare una risposta completa a queste domande, perché ci sono e ci saranno sempre la fazione catastrofista e la fazione iper-ottimista.

Una cosa è certa: i nostri lavori sono destinati a cambiare per sempre, e non possiamo negare che l’IA non inizierà a farsi strada anche nelle agenzie e imprese più piccole.

Al momento, però, sembra anche impossibile che l’IA ci sostituisca dall’oggi al domani.

Certo, DALL-E2 sa creare immagini incredibili, ma cosa riuscirebbe a fare senza input umani?

GPT-3 è un linguaggio quasi identico a quello umano, ma cosa potrebbe generare senza le quantità infinite di contenuto generate dagli umani stessi? E qual è il suo tone-of-voice?

Secondo Holz, il CEO di Midjourney, il tool non potrà sostituire i designer. Per lui l’AI è un modo per aumentare le nostre capacità creative, non per sostituirci:

“È un po' come il momento in cui l'uomo ha inventato l'automobile. Solo perché le auto possono andare più veloci degli esseri umani, non significa che ci tagliamo le gambe. Si useranno le auto per andare in un posto più velocemente. In pratica si tratta di aumentare la nostra velocità”.

humanoid dalle2

Immagine generata su DALL-E2 con il prompt “A humanoid robot interacting with a human, digital art”

Secondo alcuni artisti, l’IA sarà davvero un aiuto nel processo creativo.

Come per Isabella Orsi, un’interior designer di San Francisco che di recente ha usato un’app di IA generativa chiamata InteriorAI per creare un mock-up per un cliente.

Al New York Times ha dichiarato: “Credo che un buon design richieda il tocco empatico di un essere umano. Quindi non credo che questo mi toglierà il lavoro. Qualcuno deve discernere tra i diversi rendering e, in fin dei conti, credo che per questo ci voglia un designer”.

Anche secondo molti dirigenti di agenzie pubblicitarie l’IA sarà uno strumento che assisterà i creativi, ma non li sostituirà.

Ci sarà sempre bisogno e valore nella direzione creativa, nella cura umana, nel perfezionamento umano di un'idea e nel processo decisionale in termini di ciò che è giusto per il marchio con cui stiamo lavorando“, ha dichiarato Ben Williams, chief creative experience officer di TBWA/Worldwide, ad AdAge.

Se un’IA volesse sostituirci anche in questo, anche nel nostro spirito critico, avrebbe bisogno di un’intelligenza artificiale generale, che, almeno per il momento, sembra ancora impossibile da raggiungere.

Detto questo, ha senso capire cosa potremmo fare per investire ancora di più sulla nostra umanità e renderci così insostituibili.

La salsa segreta

Siamo giunti alla fine del nostro straordinario viaggio nel mondo dell’intelligenza artificiale.

Abbiamo capito che ci sono due correnti opposte.

Da una parte, la possibilità concreta di avere fra le mani degli strumenti che possono amplificare le nostre capacità e opportunità.

L’abbiamo visto con le persone che hanno creato shop a partire dalle illustrazioni create con DALL-E2, a chi ha creato dei fumetti, fino ad arrivare alle grosse agenzie che hanno creato con l’IA campagne pubblicitarie intere.

Dall’altra parte, ci siamo interrogati sull’impatto che tutto questo avrà nel nostro lavoro.

Forse ci sarà più concorrenza, forse alcuni lavori pian piano scompariranno.

Ora è il momento di capire come affrontare l’onda di IA che arriverà: ecco quali sono secondo noi i tre modi per cavalcarla e non restare sott’acqua.

Impara a usare i tool di IA

Nelle parole di Stephan Pretorius, global chief technology officer di WPP:

Non sarà l'IA a togliervi il lavoro, ma un altro creativo che saprà come usarla“.

Come per ogni grande rivoluzione della storia umana, resistere al cambiamento non porta a nulla di buono.

Oggi siamo sull'orlo di una nuova grande rivoluzione, quella dell’IA, e se hai letto questo Insight sei già tra le poche persone in Italia ad averne una comprensione più profonda.

Non c’è momento migliore per studiare tutti i nuovi tool che sono a nostra disposizione e integrarli nel nostro lavoro quotidiano, per espandere le nostre possibilità creative e risparmiare molto tempo nel completare le nostre task.

future dalle2

Immagine generata su DALL-E2 con il prompt “Future, sunrise, digital art”

Coltiva la tua unicità

C’è qualcosa che nemmeno la più potente e avanzata IA potrà toglierti: la tua storia personale e la tua unicità.

C’è un motivo se in Marketers parliamo tanto di storytelling e di personal branding: è perché queste due cose fanno la differenza.

Un’IA potrà diventare più bravo di te a dipingere un quadro o scrivere un articolo, ma non potrà mai raccontarti le difficoltà che ha incontrato nel farlo, qual è stata la sua ricerca artistica, e perché il suo percorso di vita l’ha condotto proprio lì.

È questo che distinguerà sempre i tuoi lavori da quelli di un’IA.

Non dimentichiamoci mai che siamo esseri umani, e che c’è un motivo se ci siamo evoluti per empatizzare con le storie di altri esseri umani.

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rntcgh@gmail.com
1 anno fa

bravi 🙂

Giuliano Piana
Giuliano Piana
1 anno fa

Ciao Marketers!
Articolo interessantissimo, bisognerà entrare quanto prima nell’ottica di questi nuovi punti di vista e strumenti per trovare il modo di integrarli nei propri flussi lavorativi.

paolo.sacchi12@gmail.com
1 anno fa

Articoli utilissimi e scritti in modo chiaro e accessibile. Solo una precisazione: Metropolis è un film di fantascienza che ha per regista Fritz Lang e non Charlie Chaplin 😊.
Paolo

Valeria Vadalà
Valeria Vadalà
Admin
Reply to  [email protected]
1 anno fa

Grazie per la precisazione Paolo, abbiamo corretto!

giuliadrogo@hotmail.it
1 anno fa
  • dei ragazzi hanno usato un generatore di testi per scrivere la scenografia del loro cortometraggio.

Credo sia stata inserita per sbaglio la parola scenografia al posto della parola sceneggiatura. Grazie per le info utili!

Valeria Vadalà
Valeria Vadalà
Admin
Reply to  [email protected]
1 anno fa

Grazie a te per il commento e la precisazione! Correggiamo la svista!

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