community online

Come creiamo community online in Marketers: le lezioni imparate dopo 200.000 iscritti

20 Dicembre 2023
Marketers

Si fa presto a dire: “Devi costruire una community online se vuoi che il tuo business cresca”.

Eppure una cosa è certa…

Non tutte le community online funzionano.

In questa guida ti aiuteremo a capire proprio perché alcune colano a picco (e come evitarlo).

Alla fine della lettura, quindi, saprai tutto il necessario per potenziare il rendimento del tuo business grazie a una community, sfruttando i nostri consigli derivanti da anni di pratica.

Marketers stessa, infatti, è nata da una community e questa è da sempre il nostro primo canale di marketing su cui investiamo.

Oggi abbiamo oltre 200.000 membri totali solo su Facebook e oltre 2000 su Marketers Pro, la nostra community premium in cui oltre a corsi per acquisire le principali competenze di digital marketing, offriamo networking di livello e supporto dai docenti, ma anche masterclass di approfondimento.  

Quindi sì, ne abbiamo di dritte in serbo per te.

Ecco nel dettaglio cosa troverai nelle prossime righe:

  • Cos’è davvero una community online e quanti soldi stai lasciando sul tavolo se non ne hai una fatta a dovere;
  • Tutti i tipi diversi di community, con i loro punti forti e deboli (ti aiutiamo a fare la scelta giusta e non sprecare risorse);
  • 4 tecniche (della nostra Community Manager) per accendere la scintilla dell’interazione e far divampare l’engagement nella tua community;
  • Il segreto finale per potenziare al massimo l’impatto della tua community online e trasformare il tuo brand in un simbolo duraturo.

Partiamo.

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Introduzione alle community online: cosa sono, a cosa servono e di cosa hanno bisogno per prosperare

Partiamo dalle basi.

Una community è un gruppo di persone con qualcosa in comune.

Questo qualcosa può essere un interesse, un obiettivo, un problema da risolvere o un argomento di cui discutere.

In ogni community che si rispetti, quindi, accade qualcosa di fondamentale: ci si confronta, si interagisce, si creano delle connessioni, si riceve e si dà valore.

Ma sfatiamo subito il mito più grande di tutti per chi inizia a investire sulla propria community…

I tuoi follower non sono la tua community.

Pensaci, si può definire community l’insieme dei follower di un profilo Instagram o di una pagina Facebook, o l’insieme degli iscritti alla newsletter?

Anche se sentiamo spesso creator e brand parlare dei propri follower come della loro community, il termine è impreciso:

  • In una community online tutti gli utenti possono e sono incoraggiati a creare contenuti per condividere valore. Possiamo dire che è una modalità di interazione many to many, cioè dove ogni persona parla ad altre persone su uno stesso livello;
  • Un profilo social, così come una newsletter, è un canale one to many, cioè dove creator o brand creano i contenuti a partire da cui gli utenti possono interagire. In questo caso, quindi, è più corretto parlare di “audience”.

Esiste, però, un motivo strategico per cui audience e community vengono spesso confuse: puoi usare la prima per creare ed espandere l’altra.

Il tuo seguito sui social, così come una nutrita lista di iscritti alla tua newsletter o l’insieme dei visitatori del tuo sito, è un’ottima base di partenza da cui è possibile sviluppare una community.

Allora – per concludere questa introduzione – quali sono le condizioni necessarie per l’esistenza di una community?

È fondamentale siano presenti questi 3 fattori:

  • I membri della community devono avvertire un senso di appartenenza, cioè sentirsi parte di un movimento, un gruppo di persone con cui condividono valori, passioni e obiettivi;
  • Alla base della community ci deve essere la condivisione reciproca. Può essere uno scambio di conoscenze, confronti costruttivi o esperienze vissute;
  • La piattaforma online deve essere adatta a ospitare una community. I follower di un profilo o di una pagina possono sì commentare i contenuti proposti dal proprietario, ma non hanno la possibilità di creare contenuti né di esplorare ulteriori modalità di confronto.

E a questo punto può sorgerti spontanea una domanda:

“Come scelgo la giusta piattaforma per ospitare la mia community online?

Ottima domanda… a cui risponderemo più avanti. Continua a leggere.

Il potere di una community online: perché dovresti crearne una se vuoi che il tuo brand conquisti il podio

Inserisci una community in una strategia e sarà uno dei tuoi più potenti canali di vendita.

Perché ne siamo così sicuri?

Devi sapere che in questi anni di gestione delle nostre community abbiamo sviluppato una strategia. Semplice ed efficace, come tutte dovrebbero essere.

L’abbiamo integrata nel nostro Metodo Marketers, il processo in 5 step che seguiamo ogni volta per creare, lanciare sul mercato e scalare business online.

È proprio seguendolo per filo e per segno che abbiamo dato vita, ad esempio, a Marketers Company, la nostra azienda di formazione (quella che ti prepara queste guide), e l’abbiamo portata a diventare Leader di crescita del 2022 secondo Il Sole 24 Ore.

Anche Yoga Academy di Denise Dellagiacoma, la prima scuola di yoga online in Italia, l’abbiamo lanciata così e oggi conta circa 5500 iscritti.

Vuoi un altro esempio?

C’è anche Be Your Challenge FIT PRO di Giulia Calcaterra, un percorso di allenamento fisico e mentale di 3 mesi con cui di recente abbiamo raggiunto i 370.000€ di fatturato in 12 mesi.

Ora, se c’è un elemento che accomuna e contraddistingue tutti questi progetti, è senz'altro una community online forte.

Nei 5 step del Metodo Marketers, quindi, non è un caso che ci sia anche lo sviluppo di una community:

  1. Valore
  2. Acquisizione
  3. Community
  4. Conversione
  5. Scalabilità

Chiaro, ma…

Nel pratico perché una community dovrebbe essere tanto importante?

Un brand può trarre diversi vantaggi dalla creazione di una community, vediamo subito quali:

  • Le persone possono diventare più velocemente e intensamente fan sfegatate di un brand se questo diventa il simbolo della condivisione di valore in una community;
  • Il confronto in una community incentiva in modo spontaneo il passaparola all’esterno, che – nel pratico – significa ottenere una promozione gratuita;
  • Le nuove persone che entrano nella community di un brand lo percepiscono in modo potenzialmente migliore di chi si vive quel brand all’esterno di un ecosistema di questo tipo;
  • Grazie a una community il team dietro il brand può raccogliere feedback su prodotti, comportamenti, necessità, interessi, dati demografici utili a personalizzare le proprie comunicazioni e strategie, rendendole più efficaci;
  • Fornire assistenza ai propri clienti anche dopo l’acquisto in un ambiente come le community è un modo eccellente per scalare il proprio tasso di retention.

Inoltre, dall’ultimo State of Community Management Report rilasciato da The Community Roundtable, eccoti qualche numero che può renderti chiara l’importanza delle community:

  • L’80% delle Community ha dei ruoli ben definiti ed approvati da HR
  • La mancanza di risorse resta comunque la preoccupazione principale di chi gestisce una community
  • La misurazione di metriche errate ha avuto un incremento notevole rispetto agli anni precedenti passando da un 5% ad un 25%.

Bene, ora sai cosa (non) è una community e quanto sia importante investirvi se vuoi mettere il turbo al tuo business.

Andiamo sul pratico…

A ogni brand la sua community: ecco come scegliere quella giusta per il tuo pubblico

Se alla domanda “creiamo una community aperta o chiusa?” dei tuoi colleghi hai messo subito la mano in tasca per fare “testa o croce” con una moneta, fermati.

La scelta deve essere fatta con criterio se vuoi evitare che anche le tue strategie (e i tuoi risultati) siano casuali.

Quindi inizia con il capire quali sono i punti di forza e di debolezza che distinguono questi due tipi di community.

Una community aperta ha queste caratteristiche:

  • Tutti possono accedervi, indistintamente e senza filtro all’ingresso;
  • Può essere creata su un gruppo Facebook, Telegram o Whatsapp;
  • Può essere associata a un prodotto o un brand;
  • Ha meno freni all’ingresso ed è un utile modo per un brand di acquisire nuovi possibili clienti;
  • È un ambiente meno protetto, in cui è difficile che le persone sviluppino davvero un forte senso di appartenenza.

Una community chiusa ha queste caratteristiche:

  • Per accedervi bisogna compiere una certa azione, come una semplice richiesta di accesso o l’acquisto di un prodotto o servizio;
  • Può essere creata su un gruppo Facebook o su una piattaforma esterna;
  • Può essere associata a un prodotto o un brand;
  • È capace di instillare un forte senso di appartenenza che crea attaccamento al brand;
  • L’ambiente risulta più protetto e comunica anche un senso di esclusività che fa leva sulla fiducia tra utente e brand;
  • Può risultare meno adatta per i brand che stanno entrando ora nel mercato e hanno l’obiettivo di raggiungere un’audience ampia.

A questo punto devi salire allo scalino successivo della costruzione della tua community ideale…

Le domande da porti per farlo sono queste: “Voglio che la community sia gratuita o a pagamento? Che sia legata a un singolo prodotto o a una membership ad abbonamento?

Le risposte a queste domande possono essere fuse in 3 combinazioni strategiche (ad alta efficacia) che ora analizzeremo:

La community gratuita: la (migliore) prima meta nel percorso del nuovo cliente

Marketers non sarebbe qui senza la community gratuita che creammo anni fa.

La nostra community gratuita principale su Facebook

Oggi, dopo diverse evoluzioni, è il punto di incontro di decine di migliaia di persone con valori, obiettivi e passioni in comune che fino ad allora non avevano mai trovato un luogo in cui esprimersi a pieno.

Se dovessimo disegnare una mappa del percorso conoscitivo tra cliente e brand, la community gratuita sarebbe senza alcun dubbio la prima meta.

Una meta spesso obbligata, secondo noi, tanto che negli anni ne abbiamo sviluppate diverse per altri progetti con i nostri partner.

Ma quali sono i suoi vantaggi?

È vero che all’interno può essere sfidante stimolare la partecipazione dei membri, ma nel lungo periodo è un ottimo canale in cui coltivare forti relazioni (del tipo che mantengono in vita il tuo business).

Un suggerimento: quando crei una community gratuita, assicurati di darle un nome chiaro, semplice e descrittivo, così che gli utenti possano trovarla anche navigando online.

La community ad accesso limitato: quando un prodotto diventa il biglietto d’ingresso per un club esclusivo

Qui aumentiamo il grado di esclusività.

Si tratta di un tipo di community chiusa, in cui si può entrare solo dopo aver acquistato un prodotto o un servizio.

La sua efficacia può risultare incomprensibile a chi non ne ha esperienza, del resto a fronte di un singolo incasso il brand deve sostenere un costo economico e produttivo duraturo.

Invece qual è la nostra esperienza?

Noi la usiamo da anni per chi entra in Business Genetics, il nostro corso per chi vuole imparare a sviluppare o accelerare business digitali.

community business genetics

All’interno di questo tipo di community i membri sono più stimolati a creare contenuti e fare domande perché hanno speso soldi per essere dove sono.

Non solo…

Sono spinti anche dalla consapevolezza di essere circondati da persone simili a loro, in un ecosistema familiare privo di distrazioni e, invece, ricco di opportunità.

Questo consente alla community di mantenersi sempre attiva e aiutarti nella ri-conversione (su altri prodotti) dei già clienti.

Infatti è importante che tu lo sappia: sono numerose le ricerche a confermare che è più facile e più produttivo ri-convertire chi ha già acquistato da te almeno una volta.

Sono vantaggi da non trascurare.

La community ad abbonamento: come creare un’offerta di valore ricorrente (per te e per i tuoi clienti)

Questo potresti vederlo come il punto d’arrivo, la community da riuscire a costruire.

Come funziona?

In questo caso a fronte di un pagamento regolare – mensile, trimestrale o annuale – i membri hanno accesso a contenuti avanzati.

Puoi trovarne un esempio pratico in Marketers Pro, in cui abbiamo una community premium dove gli abbonati ricevono supporto rapido, formazione d’élite e aggiornamenti costanti per tenersi al passo con l’evoluzione del mercato.

community online marketers pro

Questa tipologia di community è davvero vantaggiosa per un brand, perché l’incasso dell’abbonamento permette di sostenere (e superare) facilmente i costi di gestione.

E se hai letto con attenzione prima, ti sarà ovvio che anche questa è una community che incentiva l’engagement interno.

Del resto è a pagamento, no? Se pago, voglio usarla al meglio.

Una nota dolente, però, c’è e ci sentiamo in dovere di rivelartela…

I brand (o personal brand) capaci di sviluppare e tenere in vita una community ad abbonamento sono solo quelli già stabiliti, con una certa fama e autorità nel loro settore.

Per chi inizia ora, potrebbe essere difficile trovare persone disposte a pagare per entrare nella propria community.

Come dicevamo all’inizio, si tratta più che altro di un punto d’arrivo.

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I consigli pratici per costruire la tua community online (secondo la Community Manager di Marketers)

La community nasconde un potere incredibile capace di incrementare a dovere i tuoi risultati: questo lo abbiamo capito, vero?

Adesso, però, devi scusarci, perché stiamo per farti una doccia fredda…

Gestire una community online non è semplice e richiede delle risorse ad hoc.

Per aiutarti a non inciampare in questo problema, ne abbiamo parlato con Ida Dalicante, la nostra Community Manager.

Ida Dalicante, la nostra Community Manager

Lei ci ha dati alcuni consigli imprescindibili che dovresti davvero seguire per avere un’ottima gestione della community, poco dispendiosa di risorse ed enormemente produttiva.

Prima di tutto, però…

Sai cos’è un Community Manager?

Sai di cosa si occupa e perché è un elemento fondamentale per la salute e la crescita della tua community?

Lo vediamo subito: continua a leggere.

Come gestire una community: cosa deve fare un community manager

Prendersi cura di una community è un’attività time-consuming.

Le attività da seguire sono tante per mantenerla in salute e ognuna di esse rappresenta una task di cui il Community Manager è responsabile nel suo quotidiano:

  • Gli interventi dei membri devono essere moderati. Ciò significa che bisogna avere il tempo per leggere i post e i commenti degli utenti, valutarli e decidere se pubblicarli o meno. Spesso, quindi, è necessario contattare l’autore per richiedere delle modifiche o spiegargli perché ciò che voleva condividere non sarà ammesso;
  • La community va stimolata nel modo giusto. L’engagement interno è un buon metro di giudizio della qualità del gruppo e di come i suoi membri si trovino al suo interno. Un obiettivo importante del Community Manager dovrebbe essere quello di migliorare questo parametro, interagendo a sua volta nelle vesti del brand.
    Per esempio in Marketers PRO abbiamo creato dei format che aiutano la relazione tra utenti e rafforzano il legame con Marketers. Qualche esempio? L’appuntamento di Speed Date, gli appuntamenti live del format Ruba dalle Nostre Aziende e le sessioni di Q&A con i docenti della family.
  • Va addestrato e guidato un team di moderazione. Se agisci secondo una strategia, la community tenderà a crescere velocemente. Più membri, più tempo da dedicare, più risorse umane necessarie.

Sembrano attività semplici?

Considerale in una community gratuita come la nostra, con decine di migliaia di membri e centinaia di interazioni al giorno: è tutt’altro che un breve passatempo.

Soprattutto se sei come noi o vuoi replicare il nostro metodo e mettere la community sempre al primo posto in ogni tua strategia di crescita, vendita o retention.

Insomma, proprio come spieghiamo nel nostro percorso Metodo Marketers.

Per noi, i nostri partner e gli studenti che lo hanno studiato ha sempre funzionato.

Un salto dietro le quinte di Marketers: come costruiamo (da zero) le nostre community online

In Marketers abbiamo scelto di avere più di una community online (alcune le abbiamo già menzionate prima).

Ne abbiamo alcune gratuite, tutte gestite su Facebook: We Are Marketers, CopyMastery, Social Media Marketers, Facebook Advanced e Google Advanced.

Ne abbiamo alcune ad accesso limitato agli studenti di determinati corsi, tutte gestite su una piattaforma proprietaria che ci permette un maggior livello di personalizzazione.

Tra queste c’è quella già citata di Business Genetics.

E ne abbiamo anche una ad abbonamento, sempre gestita su una piattaforma proprietarie e con diverse funzionalità bonus collegate al nostro sito web: è quella che trovi nella nostra membership, Marketers Pro.

Ora, sappiamo che te lo stai chiedendo…

“Qual è il senso di avere un ecosistema tanto variegato?”

Dipende tutto dal differente approccio di gestione.

Community gratuita VS community premium: gestione a confronto

Prendiamo Facebook…

Qui il pubblico è molto più eterogeneo: ci sono coloro che conoscono da poco Marketers, coloro che hanno già acquistato da noi e i fan che seguono marketers dagli esordi.

A causa di tutta questa diversità non ci sono barriere all’ingresso, infatti le community sono gratuite.

Viene fatto solo un controllo base per verificare che non si tratti di account fake e prevenire eventuali profili spam.

Proprio per questo motivo, però, ci sono molte più regole per la community, soprattutto per l’approvazione dei post.

Ecco un esempio di regola:

“È vietato usare il gruppo come vetrina personale e pubblicare post autocelebrativi senza alcuna utilità per gli altri.”

I post che non rispettano regole come questa vengono rifiutati e non pubblicati, quindi contattiamo l’autore e lo avvisiamo, spiegandogli perché non vedrà il suo contenuto in community.

Occhio adesso, perché queste comunicazioni le gestiamo in modo particolare per non disturbare le persone in privato e rischiare discussioni inutili…

In ogni community su Facebook abbiamo creato un post in cui spieghiamo il regolamento.

È lì sotto, nei commenti del post, che tagghiamo i membri che non rispettano il regolamento e gli spieghiamo il motivo per cui il suo post non è stato pubblicato.

Il post in community che usiamo per ribadire il regolamento del gruppo

Per noi questo è il modo più chiaro, veloce e semplice possibile, così da limitare le richieste di ulteriori spiegazioni o le lamentele (è inevitabile che qualcuna arrivi, ma ricordati che sei tu il padrone di casa).

Abbiamo anche delle eccezioni, non siamo troppo intransigenti…

Quando il post merita di essere pubblicato ma c’è qualche piccola violazione del regolamento, preferiamo contattare l’autore, spiegare il problema e invitarlo a fare una piccola modifica invece di troncarlo subito.

A riguardo, una regola d’oro è tenere sempre a mente che ci sono delle persone al di là del tuo schermo e meritano rispetto e una certa empatia.

Le nostre community esclusive, invece, hanno meno regole.

Lì gli utenti sono molto più liberi, non c’è una moderazione a priori sulla pubblicazione dei post e possono parlare dei loro progetti o chiedere pareri senza problemi.

Questo perché in queste community siamo certi che ci siano persone che hanno un obiettivo preciso – crescere professionalmente – e per raggiungerlo si sentono già in dovere di agire in modo disciplinato.

L’idea, quindi, è di gestirle come fossero dei Mastermind aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

E l’obiettivo è di aumentare la soddisfazione degli utenti, insieme al miglioramento del tasso di engagement e di fidelizzazione.

Distribuisci (con strategie) le risorse tra le tue community: ecco come lo facciamo noi

È fondamentale capire come collocare le energie del team tra community gratuite e le community esclusive.

Certo, se le energie del team scarseggiano rispetto alle community su cui distribuirle, c’è un problema da risolvere a monte.

In quel caso dovresti espandere il tuo team di community management.

Ora, a proposito, ecco un’idea anticonvenzionale per potenziarlo…

Hai un brand con una forte componente formativa o esperienziale come Marketers?

Allora dovresti sviluppare una tua versione di quella che noi abbiamo chiamato l'Universo dei Jedi.

Si tratta di un’accademia interna in cui offriamo formazione gratuita a giovani appassioniati di digitale in cambio di assistenza nelle nostre community.

Abbiamo strutturato il percorso in questo modo:

  • Formazione Marketers: 9 mesi di formazione premium Marketers, totalmente gratuita per i nostri Jedi;
  • Certificazioni: 3 esami di certificazione nelle principali discipline del marketing digitale;
  • Tutoring: incontri con diverse figure aziendali per fare un vero e proprio viaggio tra i vari lavori del nostro campo.
  • Pratica sul campo: hai la possibilità di sporcarti le mani in prima persona, aiutando a gestire le nostre community e di fare un periodo di pratica con un manager aziendale.

Ehi, se tu che leggi sei proprio un giovane appassionato di digitale, clicca qui per scoprire come entrare nel prossimo gruppo di studio e lavorare al nostro fianco.

In ogni caso, una volta che avrai costruito una struttura di community come la nostra, ricordati di fare questo ragionamento:

Ha più senso investire in acquisizione per le community gratuite o in retention per quelle esclusive?

Devi chiedertelo, trovare la risposta e agire di conseguenza per ottimizzare il lavoro interno.

Ok, è arrivato il momento di entrare nel vivo della questione:

Come si stimolano i membri delle tue community a creare dei post e a essere attivi? Come li si induce verso un confronto di valore?

Come mantenere attiva una community online: 4 strategie subito applicabili

Secondo la regola 90-9-1, la partecipazione degli utenti in una community prevede che:

  • Il 90% dei membri sia composto da “lurker”, cioè persone che leggono e osservano senza intervenire mai;
  • Il 9% interagisce con i contenuti ma non ne crea;
  • Solo l’1% dei membri della community pubblica dei contenuti.

Ora, prendendo questo nuovo studio come punto di riferimento, possiamo dire che questo 1% di “pubblicatori” può crescere fino a un 23%.

Questo renderebbe la tua community molto più viva ed efficace.

Ma come si fa a spingere questo 1% a crescere così tanto?

Ecco 4 suggerimenti da applicare quanto prima:

  • Sfrutta la gamification. L’intrattenimento è capace di smuovere anche le persone più timide e pigre. Per questo l’interazione deve essere divertente e stimolante. Per renderla tale, introduci dei riconoscimenti per gli utenti più attivi, condividi quiz o sfide che spingano i membri della community a interagire tra loro;
  • Crea degli appuntamenti fissi. Questa tattica funziona particolarmente bene nelle community chiuse, specialmente se legate a prodotti o abbonamenti. Noi nella community di Marketers Pro ci incontriamo periodicamente con i membri per delle Masterclass live su argomenti verticali e ne discutiamo a telecamera accesa, tutti insieme. Accendi la miccia dello scambio di valore e ne divamperà un fuoco.
  • Allestisci delle aree più intime. Hai una community molto popolata? Allora cerca di creare delle aree interne più esclusive o dei percorsi per i nuovi membri, così che non siano sopraffatti dall’enorme mole di contenuti. Ad esempio, su Facebook puoi farlo attraverso l’uso delle guide (quelle che prima erano chiamate Unità, se sei della vecchia scuola).
  • Dai il via a delle sfide tematiche. È un modo per stimolare la conversazione eliminando per gli utenti la “fatica” di individuare un tema di cui discutere. Online, per esempio, si possono trovare diversi esempi di sfide per stimolare lo studio di un corso, la lettura di un libro o per imparare la corretta pronuncia di una parola in una certa lingua.

Tutto questo, però, potrebbe essere inutile…

Potrebbe esserlo se, dopo aver applicato queste strategie, tu non facessi un importante lavoro di analisi dell'engagement.

Le reazioni di una community a questi stratagemmi possono variare: magari per te possono funzionare meglio gli appuntamenti fissi oppure dei contenuti ricchi di gamification.

Come puoi analizzare le performance di queste strategie?

Tutto dipende dalla piattaforma che stai usando per ospitare la tua community.

Se usi Facebook, sappi che il social ti fornisce già degli strumenti di analisi.

Il nostro consiglio, però, è di verificare manualmente la veridicità dei dati, perché abbiamo riscontrato delle inesattezze: in certi casi Facebook sottostimava pesantemente i dati reali.

In soldoni, il tuo obiettivo deve essere quello di capire quali sono le strategie che ti portano i maggiori risultati, concentrarti su queste e sospendere le altre.

E a proposito di strategie, in realtà ne abbiamo altre che abbiamo testato negli anni e che ci siamo accorti avere un potenziale esplosivo nella maggior parte dei casi.

Ehi, un mago non svela mai in pubblico tutte le sue carte: noi lo facciamo in Marketers Pro.

Iscrivendoti puoi sbloccare subito l’accesso ad altre guide approfondite o contenuti live come la Masterclass con Dario su come creare una community che spacchi alla grande che puoi trovare nella sezione di formazione Masterclass.

masterclass dario su come creare community online

masterclass community online marketers pro

Poche chance lì, andiamo dritti al sodo su ciò che ti serve per ottenere risultati che i più faticano a ottenere.

È ora, sei arrivato fin qui: è il momento di scoprire cosa permette alla tua community (e di conseguenza al tuo brand) di fare un salto quantico in avanti.

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Come sbloccare il livello massimo della tua community (e trasformarla in un movimento)

Oggi il nome di Marketers riecheggia autonomamente per la strada, tra le aule di giovani ribelli e durante le ore di lavoro di dipendenti stanchi della loro vita d’ufficio.

La community online ci ha aiutato a farci conoscere, a conquistarci un posto nel mercato digitale.

Ma non sarebbe mai bastata a trasformarci in quello che volevamo diventare…

Un simbolo (e una speranza) per gli anticonformisti che, come noi, sognavano di realizzarsi evitando i percorsi tradizionali.

Cosa ci mancava?

Lasciatelo dire, l’online ha una potenzialità enorme ma la vera magia nasce offline.

Le community sono fatte di persone e le persone sono animali sociali: riusciamo a instillare un sentimento vero con qualcuno o qualcosa solo quando la viviamo fisicamente.

Marketers si è trasformata proprio in quel momento, quando l’abbiamo portata offline con i primi eventi fisici.

Il nostro motto è sempre stato “incontrarsi online, conoscersi offline”, quindi ci è sembrato obbligatorio creare i Marketers Meetup.

La Landing Page dei nostri Marketers Meetup

Se non li conosci, i Meetup sono aperitivi, cene e ritrovi che organizziamo in tutta Italia per conoscere i membri delle nostre community online.

L’obiettivo è condividere tra noi problemi e soluzioni per realizzare quegli stessi obiettivi per cui lottiamo ogni giorno.

Ma ci siamo fermati lì?

No, nel 2018 abbiamo creato il nostro evento per eccellenza.

Quello che, a differenza dei Meetup, avremmo lanciato solo una volta all’anno per rivelare ai partecipanti come distruggere gli standard di mercato.

Si tratta del Marketers World, l’evento italiano dedicato a tutti coloro che desiderano intraprendere una carriera digitale o che hanno un business da scalare.

Ogni anno abbiamo incollato migliaia di marketer alla poltrona mentre sul palco si alternavano speaker di alto calibro come:

Neil Patel, Salvatore Aranzulla, Andrea Giuliodori, Riccardo Pozzoli, Fabio Bin, Giulia Calcaterra, Emalloru, Marcello Ascani, Nick Pescetto e molti altri.

Ah, membri della Marketers Family inclusi ovviamente.

Bene, ti abbiamo svelato tutto: questo è il nostro segreto e consiglio finale per potenziare al massimo l’impatto della tua community online.

Se vuoi che il tuo brand diventi un simbolo duraturo nel mercato, assicurati di portare la tua community offline.

Certo, puoi anche prendere spunto dai nostri eventi per iniziare: poi sta a te trovare la strada giusta per la tua community.

Conclusione

Hai completato questa guida alle community online (e offline), bel lavoro.

Aspetta a lanciarti subito in campo, però. Prenditi qualche secondo per ragionare su questi aspetti fondamentali:

  • Devi avere chiaro perché vuoi creare una community. Individua uno scopo preciso. Potrebbe essere, ad esempio, quello di attrarre potenziali clienti, aumentare il traffico verso i tuoi contenuti o migliorare la retention del tuo brand fornendo supporto sull’uso dei tuoi prodotti;
  • Devi avere del valore da condividere. Le community funzionano molto, ma se non sono supportate da un autentico desiderio di condivisione sarà evidente il loro scopo utilitaristico. Di conseguenza gli utenti pubblicheranno raramente e la stimolazione della conversazione sarà artefatta.

Non dire che non ti abbiamo avvisato, va bene? Ok, puoi andare adesso.

E se hai ancora energie e desiderio di imparare tecniche avanzate di community management, abbiamo il posto che fa per te: entra nella community privata di Marketers Pro.

All’interno riceverai supporto diretto da Ida, la nostra Community Manager, e dagli altri membri della Family su qualsiasi problema tu stia affrontando nel tuo viaggio professionale.

In più potrai vedere con i tuoi occhi come gestiamo una community privata, sviluppata apposta per soddisfare le necessità dei Marketer più ambiziosi.

Ti aspettiamo dentro?

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