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Il brand del futuro è phygital: cosa significa e come diventarlo (se vuoi restare sul mercato)

21 Aprile 2023
Marketers

In questo dive vedremo come un brand possa passare al digitale e trarre il meglio dalla combo offline-online disegnando nuove esperienze di acquisto. Parliamo di Phygital.

Il birrificio Alveria era un birrificio come tanti: vendeva solo offline.

Poi a marzo, come è accaduto a molti, non ha potuto rimanere aperto.

Ma ai suoi clienti la birra mancava, così hanno deciso di inventarsi qualcosa, e il 19 marzo erano già pronti per vendere online.

Non avendo un e-commerce, hanno pubblicato un post su Instagram accompagnato da queste parole:

#bevicaparbio a casa tua: perché restare a casa è giusto 🏡, restare senza birra 🍻 no! ⁣

Il brand del futuro è phygital: cosa significa e come diventarlo (se vuoi restare sul mercato) 1

 

Nello stesso post hanno anche dato le indicazioni su come ordinare su WhatsApp o via email, inserito l’elenco delle birre disponibili con i relativi prezzi (il catalogo prodotti) e dato indicazioni per la consegna – con mezzi propri nella città di Siracusa, dove ha sede il birrificio, e tramite corriere nel resto d’Italia.

Avrebbero potuto aspettare passivamente, ma hanno scelto di cogliere l’opportunità.

Come mostra l’esempio del birrificio Alveria, il primo passo da fare per vendere online spesso è più semplice di quello che ci si immagina.

In questo Marketers Dive individuiamo i 3 step più importanti per portare qualsiasi negozio offline nel mondo digitale, partendo da zero.

Scenderemo nel dettaglio e insieme vedremo:

  • Come si sono evoluti i comportamenti delle persone durante la pandemia (e in che modo dovresti rispondere)
  • I negozi fisici sono davvero destinati a chiudere? La risposta potrebbe sorprenderti.
  • Come spostarsi dall'online all'offline e mettere su una strategia di marketing lean ed efficace in 3 step
  • Perché le vendite di Natale saranno diverse dal solito (e come trarne il meglio)

Aria di cambiamento? (Solo in parte)

A partire dall’inizio della pandemia si è verificata un’enorme spinta verso l’adozione del digitale da parte degli utenti: l’85% delle persone che ha fatto acquisti online nei mesi di lockdown non aveva mai acquistato online prima.

Infatti, anche se siamo rimasti a casa, non abbiamo certo rinunciato a ciò che ci piace:

Non potevamo comprare nei negozi, lo abbiamo fatto online.

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Non potevamo andare in ufficio, abbiamo lavorato da casa. Sono letteralmente esplosi gli ordini di:

  • webcam (+4317%)
  • notebook (+248%)
  • tablet (+225%)
  • cartucce per stampanti (+205%).

Non potevamo andare in palestra, ci siamo allenati a casa. Come abbiamo già visto in Marketers Insight, l’home fitness ha preso il volo.

Sono anche aumentate le ricerche verso nuovi prodotti: un po’ tutti si sono dimostrati più disponibili a sperimentare qualcosa di nuovo.

Tra tutte le novità, spiccano i dati sul commercio digitale.

Secondo i dati Nielsen, l’e-commerce ha riscontrato un aumento dell’81% rispetto al 2019. Già a partire da febbraio 2020 le vendite online hanno raggiunto traguardi mai visti: il 7 marzo si è registrato un +113,7% rispetto allo stesso periodo del 2019.

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Un’altra bella notizia? Anche dopo la fine del lockdown gli acquisti online si sono confermati una tendenza in crescita.

Questi dati, però, non sono dati del tutto nuovi. Anche se la pandemia ha dato una spinta notevole, molti dei comportamenti dei consumatori che ora registrano una crescita e sono stati accentuati, erano già dei trend.

Alcune abitudini di acquisto, ad esempio, stanno già diventando degli standard.

Prendi il click and collect.

Risorse Marketers
Marketers Dive - Il futuro è phygital

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Prima del covid la gentespesso voleva ritirare il prodotto di persona dopo averlo acquistato online. È un servizio win-win: si abbattono i costi di spedizione – sia per chi vende che per chi compra – e si riducono le difficoltà dei pagamenti elettronici.

Un altro vantaggio? Grazie alla componente “in persona”, è un’opzione che incentiva all’acquisto anche gli utenti che hanno meno fiducia verso gli acquisti online.

Il BOPIS (buy online, pick up in store) o ritiro in negozio, che ormai è diventato un must, ora si è evoluto nella richiesta di effettuare acquisti completamente senza contatto. Un servizio che le app di delivery hanno già iniziato a fornire.

Ricapitolando, finora abbiamo visto come le persone acquistavano ieri e oggi. Gli acquisti online sono in aumento, grazie alla spinta verso il digitale, e che gli e-commerce stanno raggiungendo nuovi utenti digitali, ampliando il mercato.

Tra queste novità, c’è una cosa che non è cambiata (e non cambierà mai).

Stiamo parlando del modo in cui le persone scelgono se acquistare un prodotto: si informano.

Pensi esista ancora qualcuno che acquista senza aver letto qualche recensione? Beh, sono casi rari: solo il 12% degli italiani non lo fa.

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La ricerca di informazioni online sui prodotti, attraverso recensioni di altri utenti o contenuti dei produttori, è un comportamento destinato a rimanere e aumentare. Chi ha un negozio deve tenerne conto e anticipare le richieste degli utenti.

Non pensi sia necessario perché vendi solo offline? Considera che anche se un’attività non è online, gli utenti lo sono. E le opinioni circoleranno a prescindere da te.

I brand devono dirigere l’attenzione verso ciò che rende i propri prodotti più rilevanti rispetto a quelli dei competitor, incentivando le recensioni e mettendo in evidenza quelle che già ci sono.

C’è poi un’altra cosa che non è cambiata: bisogna rispondere in tempi sempre più brevi ai clienti, e ti diciamo anche perché.

Ti ricordi quando usciva un nuovo Dpcm un giorno sì e l’altro pure?

Ecco, in un periodo di incertezza e cambiamento costante, ottenere informazioni in tempo reale è una necessità, e non fornire aggiornamenti attendibili in tempi rapidi significa perdere clienti (e fatturato).

Profili social, sito, e-commerce, pagina Google My Business… ogni luogo in cui un’attività è presente, anche offline, deve riportare informazioni affidabili.

E a proposito di presenza online, devi sapere che l’ubiquità è ormai realtà.

No, non tipo che possiamo essere in più luoghi contemporaneamente…

Beh, fisicamente ancora no, ma quando acquistiamo non ci sono confini tra offline e online, né tra le diverse piattaforme.

Entriamo in negozio e vediamo un prodotto che ci piace, e subito cerchiamo online le recensioni per capire se vale la pena acquistarlo. Oppure mentre stiamo navigando sui social, scopriamo un nuovo prodotto tramite le storie su Instagram di un amico e decidiamo di andare in negozio per “toccarlo con mano”.

È il customer journey. Hai presente quando entri in un supermercato, passi attraverso i reparti e la tua attenzione è catturata dai prodotti in evidenza, poi prima di pagare finisci per aggiungere al carrello i prodotti in bella vista sugli scaffali della cassa? Ecco, la stessa cosa avviene online, ed è un processo non lineare e soprattutto multicanale.

Fin qui ci siamo detti che:

  • l’e-commerce durante la pandemia ha registrato un +81%
  • gli utenti si informano prima di acquistare un prodotto
  • il periodo di incertezza ha accentuato necessità specifiche, tra cui quella di fare acquisti senza contatto e accedere a informazioni in tempo reale.

Ma ci sono altri trend recenti che troverai molto utili: Trasversalità. Le persone si sono accorte che possono fare online molte più cose di quelle che già facevano, e dalla ricerca “spesa a domicilio” si è passati a “consegna di compost” e “vivaio online”. Le aspettative relative a servizi e prodotti di una certa categoria vengono trasferite ad altre categorie.

Alternative virtuali. È aumentata – e aumenterà – la ricerca di alternative digitali ad attività prima svolte solo offline, come consulenze professionali, psicoterapia, ma anche opportunità di intrattenimento come book club, aperitivi, concerti.

Sicuramente però il più interessante è quello che vede online e offline non come mondi separati ma come stanze comunicanti. Più le esperienze sono integrate, migliori saranno i risultati.

Phygital = Physical + digital. 

Infatti, nonostante i dati incoraggianti sulla digitalizzazione, nel 2024 la maggior parte degli acquisti avverrà ancora offline (78% rispetto al 22% online).

D’altra parte sempre più acquisti avverranno online e i rivenditori con una forte offerta digitale saranno quelli a cui gli utenti si rivolgeranno nei prossimi cinque anni, anche se una parte di questi acquisterà offline. Per questo è fondamentale offrire un’esperienza “liquida” tra online e offline.

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L’ideale, in questa fase di transizione, è offrire agli utenti un’esperienza completamente nuova.

Prendi L’Oréal.

Nel 2018 il gruppo francese ha acquisito ModiFace, un’azienda specializzata nel creare applicazioni di realtà aumentata nei campi della cosmetica e della cura del corpo. Oggi, due anni dopo, ha lanciato un’intera linea di filtri per selfie con un “virtual makeup”.

Hai presente i filtri su Instagram che ti fanno apparire come dopo un’ora di trucco e parrucco? Ecco, quelli. La linea di filtri Signature Face permette di provare virtualmente tutti i prodotti L’Oréal: trucco occhi, labbra, tinte per capelli.

Ancora più interessante però è il modo in cui L’Oréal sta facendo esperimenti con queste nuove modalità di interazione.

Il primo riguarda il mondo dell’online, in particolare il remote working.

Ora che sempre più persone lavorano da remoto e si intrattengono a distanza, L’Oreal ha reso disponibili i propri filtri sulle app più usate grazie a una partnership con Snap Camera: ora si può “arrivare” a un meeting su Zoom, Skype o Google Hangouts all’ultimo secondo e apparire perfettamente curati. Si può fare lo stesso anche nei luoghi virtuali dedicati all’intrattenimento, come Snapchat, Instagram o Houseparty.

Nell’integrazione tra negozi e online L’Oréal ha fatto una mossa ancora più interessante, portando gli utenti da offline a online e viceversa.

Se sei al supermercato o in profumeria, ti basta inquadrare il QR sul prodotto che ti interessa per “indossarlo” e vedere come ti sta.. senza nemmeno doverti struccare o fare mille tentativi prima di trovare il colore giusto per la tinta ai capelli.

Non solo: poiché la funzione è disponibile anche online (senza disporre di un QR code), l’integrazione funziona anche al contrario. Chiunque può provare un prodotto con la prova virtuale e poi scegliere di acquistare in negozio. Ad esempio su Instagram il filtro Rouge Signature consente di provare diverse sfumature di rossetto che riportano il nome esatto del prodotto.

Proprio per questo, anche se l’offline è lontano dal diventare materiale per i libri di storia, l’online continuerà a crescere e non può passare in secondo piano.

Un motivo su tutti?

Chi durante la pandemia vendeva o ha iniziato a vendere anche online, non solo ha continuato a vendere (e sta continuando a farlo), ma ha anche aumentato il fatturato. Come Yoga Academy, che proprio nel 2020 ha toccato per la prima volta il milione di fatturato.

Riassumendo: per chi ha un’attività offline, vendere online consente di mantenere il rapporto con chi è già cliente (e di non perderlo) e di raggiungere nuovi potenziali clienti, aumentando le proprie possibilità di vendita. È anche un’opportunità per segmentare la propria clientela e conoscere meglio il proprio target.

Come si fa in pratica? Entriamo subito nel vivo e vediamo i 3 step fondamentali per iniziare a vendere online.

Da 0 a phygital: il percorso di trasformazione (passo-dopo-passo)

Chi ha un negozio offline parte con un vantaggio: ha già dei prodotti e conosce i suoi clienti.

L’audience online non sarà necessariamente la stessa che acquisterà anche offline, che potrà essere diversa e più ampia, ma avere un pubblico di riferimento facilita il passaggio a modalità di vendita online.

Prima di investire tempo, soldi ed energie nella creazione di un e-commerce con i fiocchi, è utile (e necessario) fare dei passaggi preliminari scegliendo delle soluzioni rapide da implementare, e meno costose in termini economici, che permettono di:

  • capire se i prodotti hanno un mercato, evitando di sprecare risorse e dirigendo gli sforzi solo verso ciò che funziona
  • conoscere il comportamento del target per ottimizzare l’esperienza online: informazioni da inserire nelle pagine prodotto, opzioni di pagamento e di consegna
  • ricavare dati utili per il passaggio all’e-commerce consente di progettare un e-commerce con caratteristiche funzionali al business evitando ciò che non si è mostrato utile al ritorno sull’investimento.

Ci sono diverse opzioni per iniziare, ma sicuramente la prima cosa da fare è:

Step 1: Vai in avanscoperta e inizia a vendere

Un post su Instagram è sufficiente per iniziare, come abbiamo visto con il caso del birrificio Alveria.

Durante il primo lockdown ha pubblicato un post in cui spiegava ai clienti come ordinare le birre. Gli ordini avvenivano via email e su Whatsapp, e pian piano sono aumentati finché, post lockdown, il birrificio aveva chiaro quale sarebbe stato il passaggio successivo.

Ti basta usare WhatsApp Business, che presto darà anche la possibilità di completare gli acquisti direttamente in chat. Anche se questa funzione non è ancora disponibile, la versione business di WhatsApp è un ottimo modo per creare una relazione con i clienti.

Tanto per cominciare, sul profilo si possono inserire logo, numero di telefono, indirizzo email, una mappa con l’indirizzo e il link al sito: tutte informazioni accessibili ai clienti con un tap sull’immagine del contatto.

Per il resto, l’uso di WhatsApp Business è molto simile alla versione per privati, ma ha delle funzioni che ottimizzano tempi e risultati. Tra le più interessanti:

  • si possono creare dei gruppi (di massimo 256 utenti ognuno), che puoi usare per segmentare i clienti o offrire servizi diversi. Ad esempio potresti creare un gruppo “Assistenza” separato dal gruppo “Promozioni” o da quello in cui condividerai contenuti di valore non direttamente di vendita.
  • è possibile inviare messaggi in massa all’interno di un gruppo
  • si può impostare un messaggio automatico di benvenuto – quale modo migliore per instaurare una relazione con i clienti?
  • si possono salvare delle risposte rapide, pronte da usare, per tutte le domande più frequenti.

Come vendere su Whatsapp se hai un negozio?

Prima di tutto, fornisci a tutti i clienti il contatto Whatsapp e informa che possono effettuare acquisti in chat. Una volta concordati i prodotti da acquistare e il prezzo, puoi fare le indicazioni per il pagamento e il ritiro. Se vuoi offrire la possibilità di pagare online puoi registrarti a Satispay o inviare direttamente in chat un link di Paypal con l’importo da pagare.

Puoi andar più che bene e offrire anche con Facebook Messenger o Instagram Direct.

Questi canali non sostituiscono un e-commerce, ma permettono di iniziare a vendere in tempi rapidi e in seguito si possono continuare a usare per offrire assistenza ai clienti.

Perché dovresti iniziare da questi strumenti?

Prima di tutto, gli utenti li conoscono e sono abituati a usarli e ci sarà molta meno frizione. Tra l’altro, e non è poco, l’esperienza non sarà così diversa da quella in negozio, perché il contatto è uno a uno. Non serve nemmeno registrare un account, altro elemento a favore.

Per chi vende, poi, sono strumenti semplici da implementare: tutte app gratuite, installabili sia su dispositivi mobili che su desktop e compatibili con ogni sistema operativo. Si possono anche fare esperimenti diversi con le modalità di acquisto: ordine del prodotto via chat seguito da ritiro in negozio o spedizione; proposta di più modalità di pagamento, acquisto online e spedizione.

C’è anche un’alternativa, più avanzata ma molto interessante (e nuova): Shopify Lite.

È ideale sia per chi ha già avuto qualche esperienza di vendita online, anche con le modalità che abbiamo visto, sia per chi ha intenzione di aprire un e-commerce e vuole avvicinarsi a questa modalità in una versione più semplice – non richiede ad esempio la creazione di un sito, basta avere un profilo social.

È l’abbonamento meno costoso di Shopify ed è perfetto per chi è alle prime armi: non servono competenze di programmazione e consente di vendere tramite blog, siti e profili sui social media.

Sembra troppo semplice? Beh, lo è.

Con Shopify Lite crei una libreria di prodotti con immagini, descrizioni, stock e prezzi e vendi su diverse piattaforme inserendo un pulsante di acquisto fornito da Shopify.

Diversamente dalle opzioni precedenti, Shopify Lite non è gratuito (costa 9$ al mese), ma consente agli utenti di fare ordini da qualsiasi canale e il venditore, oltre a non doversi occupare del pagamento, può controllare in tempo reale tutto lo stock, che viene aggiornato ogni volta che un ordine è evaso, e le vendite.

È la soluzione intermedia tra le prime proposte che abbiamo visto e l’e-commerce: non si ha un e-commerce con un dominio personalizzato, ma è sicuramente un’opzione più ottimizzata per iniziare a vendere online.

Step 2: Il lean e-commerce

Il passaggio che fa la differenza per chi vende online è sicuramente creare un proprio negozio e-commerce, perché permette di creare uno shop personalizzato, partendo dall’aspetto grafico per arrivare all’impostazione delle pagine prodotto, la creazione di categorie, la scelta delle informazioni da fornire e l’ottimizzazione dei risultati.

È anche l’opzione più flessibile, perché permette di iniziare con pochi elementi ma anche di scalare il business attraverso gli strumenti che si possono collegare allo shop: app per lo studio dei dati di navigazione e dei comportamenti, creazione di A/B test, miglioramento del checkout.

Il birrificio Alveria, dopo aver iniziato a vendere online in una fase sperimentale, ha inserito nel menu del proprio sito la sezione shop:

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Che si collega all’e-commerce, creato con Shopify:

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La prima cosa che salta all’occhio è l’immagine è coordinata: anche se lo shop è su una piattaforma diversa dal sito, nel momento in cui ci si atterra non si ha la sensazione di avere sbagliato a cliccare.

Questo è un punto importante: se hai già un sito, l’e-commerce deve essere coerente, sia a livello grafico che come tono di voce, così come deve corrispondere all’identità offline.

Ma partiamo dalle basi: il 20/80 che ti serve per iniziare.

Crea l’home page.

Deve essere semplice, con una call to action chiara e ben visibile che porta allo shop. Mettila above the fold, cioè nella porzione di pagina che vedi appena entri sul sito senza scrollare lo schermo.

Mostra i tuoi punti di forza con frasi brevi o delle icone riconoscibili. Ad esempio puoi inserire, se offri questi servizi, spedizione in 24 ore, assistenza 24/7, resi gratuiti. Se la offri, puoi anche aggiungere una free shipping bar.

Indica poi i prodotti più venduti e quelli preferiti dai clienti: se hai uno storico degli ordini del tuo negozio, sfrutta quello, diversamente puoi preparare una selezione che pensi possa interessare agli utenti.

Ci siamo. Ora hai una call to action forte e in evidenza che porta gli utenti ai prodotti.

Ma come si presenta un prodotto online? Per ogni prodotto, devi creare una scheda prodotto, cioè una pagina in cui fornisci tutte le informazioni utili all’utente per decidere se comprarlo o meno.

Questa ad esempio è una scheda prodotto del birrificio Alveria:

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Quando crei una scheda prodotto, assicurati che ci siano questi elementi:

  1. Almeno una foto del prodotto. L’ideale sarebbe averne tre: una con il prodotto, una che mostri come usarlo (nel caso della birra è facile immaginarlo, ma non darlo mai per scontato) e una del prodotto inserito in un contesto. Così puoi rendere più tangibile un prodotto che viene visto solo online. Se ce l’hai, puoi anche inserire un video.
  2. Descrizione. Fornisci le informazioni fondamentali. Se si tratta di abbigliamento, quali sono i materiali? Se sono alimenti, quali gli ingredienti?
  3. Dai un motivo per comprarlo. Dai suggerimenti su come usare il prodotto, o spiega in che modo averlo trasformerà la tua esperienza. Nelle schede prodotto delle sue birre, il birrificio Alveria suggerisce come abbinare il prodotto ai piatti; puoi fornire indicazioni simili per ogni tipo di prodotto.
  4. Prezzo e spese di spedizione. Il prodotto è in offerta? Mettilo in evidenza. Fornisci anche informazioni chiare sui costi di spedizione. In questo caso ad esempio è indicato che le spese di spedizione sono calcolate al momento del pagamento: è preferibile invece dare informazioni chiare sin da subito, per ridurre la possibilità di abbandono del carrello.
  5. Permetti di scegliere la quantità di prodotti dello stesso tipo che si vuole acquistare;
  6. Inserisci una call to action all’acquisto diretto o per l’aggiunta al carrello. Entrambe devono essere chiare e ben visibili.

Aggiungi poi una sezione di prodotti correlati a quello che sta acquistando. Nel caso di un paio di scarpe da running, può trattarsi di solette e calzini, ma anche integratori o una crema solare.

Una volta creata la struttura di base, il tuo obiettivo è far sì che chiunque visiti il tuo e-commerce non esca senza aver acquistato (o, se lo fa, devi avere un piano per “rincorrerlo”).

Ecco come devi fare. Prima di tutto, fai in modo che gli utenti non lascino la pagina. Lo puoi fare attivando dei pop-up.

Crea un exit popup – come quelli che appaiono quando cerchi di chiudere una pagina con la scritta “vuoi davvero uscire dal sito?”, personalizza il messaggio e inserisci la possibilità di ricevere il 10% di sconto. Attiva poi un secondo pop-up, con lo stesso sconto, che si attiva quando l’utente fa uno scroll della pagina del 50/75%, questo mantiene l’attenzione dell’utente.

Infine, cura il checkout. È la parte finale dell’acquisto, quella in cui l’utente, dopo aver aggiunto prodotti al carrello, procede all’acquisto.

Non trascurare questa fase. Devi sapere che i carrelli abbandonati durante gli acquisti online superano il 68%.

Come deve essere il checkout?

Togli ogni distrazione: l’unica azione che deve compiere l’utente è inserire i propri dati e procedere all’acquisto. Per farlo, elimina Header e Footer e ogni link ad altre pagine, inclusi quelli ai profili social.

Non chiedere all’utente di inserire dati che non sono indispensabili, perché più campi si trova a dover compilare, più alta è la probabilità che abbandoni la pagina.

Dai sempre un feedback su quello che sta succedendo, mostrando a che punto dell’acquisto si trova. Esempio: step 1 – richiesta email, step 2 – dati per il pagamento, step 3 – acquisto. Anche in questo caso, elimina gli step non strettamente necessari.

Nonostante il checkout così ottimizzato, anche il tuo e-commerce si ritroverà con qualche carrello abbandonato.

La bella notizia? C’è un’azione che da sola ti consente di recuperare tra il 5 e l’11% delle vendite perse.

Imposta una serie di email automatiche che si attivano nel momento in cui l’utente ha aggiunto prodotti al carrello ma non ha completa l’acquisto. Creane tre: una da inviare dopo 10 ore dall’abbandono del carrello, una dopo 24 e una dopo 48 ore.

Infine, fornisci assistenza live ai clienti attraverso un Messenger bot. I bot ti permettono di creare delle risposte automatiche, risparmiare tempo e rispondere alle richieste dei clienti. Per implementarlo aggiungi un’app, come questa per Shopify, all’e-commerce.

In alternativa, puoi fornire assistenza via chat su Whatsapp. In questo caso ti consigliamo WhatsApp Chat + Abandoned Cart, un plugin per attivare la chat su Whatsapp e aggiungere il recupero carrelli automatico.

Quando fornisci assistenza durante l’acquisto offri un’esperienza simile a quella offline. L’utente non si sente abbandonato – specialmente in caso di difficoltà – e hai la possibilità di creare un contatto personale, fornendo un’esperienza di acquisto coinvolgente.

Dopotutto è Natale. Anche per chi vende: fai le scelte giuste [Step 3]

Il Natale è in arrivo e, se non hai ancora pianificato una strategia per trarne il massimo, sei ancora in tempo: econdo i dati dello scorso anno, l'89% di chi ha fatto acquisti natalizi ha utilizzato tre o più canali e il 62% degli acquirenti ha dichiarato di avere comprato online.

Due elementi da tenere d’occhio:

  • i brand che avevano offerto il servizio click and collect avevano avuto il 56% in più di clienti digitali e un +18% di entrate grazie al relativo risparmio per le spese di spedizione.Se già non lo hai fatto, indica tra le opzioni di spedizione anche il ritiro in negozio. Puoi farlo nella pagina di checkout, nelle pagine prodotto o inserendo una sticky bar visibile da ogni pagina con le informazioni su costi di spedizione e opzioni di consegna. Più le informazioni sono chiare, come abbiamo visto, meno saranno gli ostacoli all’acquisto.
  • dispositivi mobili sono lo strumento preferito per fare acquisti online (con un un aumento dell’80% del traffico digitale e del 65% per quanto riguarda gli ordini digitali durante le festività natalizie). Nella progettazione dell’e-commerce, privilegia la versione mobile.

Riuscirò a vendere nonostante sia un periodo difficile? Se te lo stai chiedendo, la risposta è sì. Gli utenti continuano a comprare (e lo fanno di più online).

Quello che è cambiato è l’efficacia di alcuni modi di comunicare.

Secondo uno studio, le inserzioni focalizzate sul prodotto e non sulla persona, così come le inserzioni che puntano esclusivamente su prezzi e sconti, non funzionano.

Al contrario, si sono rivelati efficaci i messaggi che mostrano rapporti e connessioni tra le persone, legami ai luoghi, rituali.

Anche il linguaggio è importante: evita di usare un linguaggio aggressivo, che incita alla competizione e alla performance.

Tiriamo le fila: concentrati sulle persone e non sul prodotto, offri la possibilità di ritiro in negozio, estendi i periodi di offerta anche dopo le festività.

Ma come fare se vuoi offrire degli sconti e non puoi proporre delle percentuali di sconto che potrebbero attrarre i tuoi clienti?

La differenza la fa come lo dici: per rendere una promozione più attrattiva, calcola lo sconto in percentuale rispetto al prezzo scontato anziché rispetto al prezzo originario.. anche quando l’importo dello sconto è lo stesso.

Facciamo un esempio.

Il mio prodotto costa 1,199.00€ e offro uno sconto di 443,63€.

Se calcolo la percentuale rispetto al prezzo originario, ottengo il 37%. È il modo in cui tipicamente si comunica uno sconto: il prodotto è in sconto al 37%.

Se invece calcolo la percentuale rispetto al prezzo in sconto, ottengo il 59%, e posso dire che quel prodotto costava il 59% in più.

Lo sconto è lo stesso, ma la percezione è diversa. Si può usare anche in altre situazioni: anziché dire che un prodotto è del 20% più capiente, indica che prima era più piccolo del 25%.

Funziona per tre motivi principali. Primo, siamo propensi ad acquistare quando uno sconto è (o ci sembra) più grande. Secondo, quando valutiamo un acquisto siamo più attratti dalle cifre che dal testo che le accompagna. Infine, perché fermarci a valutare un’offerta richiederebbe uno sforzo che non siamo disposti a fare, soprattutto facciamo acquisti per importi relativamente bassi.

Maaaaa… su quale piattaforma creo l’e-commerce?

Ebbene sì, abbiamo individuato gli step fondamentali per avviare un e-commerce e abbiamo visto quale tipo di messaggio funziona di più in questo momento ma… Non abbiamo volutamente inserito la scelta della piattaforma.

C’è un motivo.

La scelta della piattaforma è la conseguenza di un’analisi accurata dei propri bisogni: quanti prodotti vendo? Quanta dimestichezza ho con l’uso delle piattaforme di e-commerce? Ho già un sito a cui potrei aggiungere un e-commerce con un plugin?

E spesso ci si sofferma sugli aspetti tecnici, come la scelta della piattaforma, dimenticando gli step fondamentali che abbiamo analizzato. Per questo abbiamo tenuto questo punto per ultimo.

Tra le diverse piattaforme dedicate all’e-commerce, Shopify è una delle più conosciute e utilizzate. È anche una delle principali piattaforme che usiamo per aiutare i partner di Marketers Accelerator.

Per diversi motivi:

  • l’hosting è incluso
  • è semplice da usare
  • non richiede la conoscenza del linguaggio html
  • permette di gestire tutto l’e-commerce all’interno della piattaforma tramite integrazioni con applicazioni di ogni tipo
  • ha a disposizione numerosi plugin

A proposito dell’enorme varietà di plugin, abbiamo selezionato quelli più interessanti e li abbiamo organizzati per categorie, in base a quello che permettono di fare.

Bonus: I migliori plugin per Shopify

Abbiamo raccolto i plugin per Shopify che utilizziamo di più. I plugin permettono di automatizzare e velocizzare operazioni, ottimizzare i risultati e migliorare l’esperienza utente.

Automatizzare e velocizzare operazioni

  • Klaviyo, permette di fare email marketing automation basandosi sui dati acquisiti
  • Back In Stock ‑ Restock Alerts per ricevere notifiche quando i prodotti sono esauriti. È un popup che si integra al bottone nella pagina prodotto per i prodotti esauriti e permette di notificare l'utente in tre modi differenti (SMS, Email e Messenger)
  • Email marketing + Sales Pop Up per il recupero carrelli e inviare notifiche: pop up di uscita, newsletter, coupon
  • Flexify consente di integrare il proprio catalogo prodotti con il catalogo di Facebook
  • Terms and Conditions Checkbox permette di inserire un checkbox per approvare termini e condizioni nel checkout e salva nella scheda cliente la data di accettazione

Ottimizzare i risultati

  • Them E-Scientist è un plugin che permette di fare A/B test sia su template che sui prodotti
  • Free shipping bar per inserire una barra per spedizioni gratuite, fissa o al raggiungimento della soglia di spesa
  • ReConvert Upsell & Cross Sell per costruzione thank you page, upsell e cross sell, tracciamento upsell post vendita
  • Checkout X migliora il processo di checkout per evitare le frizioni all’acquisto, permette di effettuare l’acquisto in 25 secondi (rispetto alla media di 66 secondi)
  • Slide Cart ‑Sticky Cart miglioramento del checkout con upsell, ricompense e pop up laterale per il checkout
  • Cross Sell Recommended Product utile per la raccomandazione dei prodotti, si può inserire nella pagina prodotto, quando si aggiunge un prodotto al carrello e nel carrello, con quick overview senza uscire dal carrello

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