gioielleria

Il futuro della gioielleria: dai diamanti creati in laboratorio alla moda gender fluid

21 Aprile 2023
Marketers

Diamanti creati in laboratorio, vendite in live streaming su TikTok, perle da uomo…

Cosa sta succedendo al mercato dei gioielli?

Lo scopriremo in questo Marketers Insight, dedicato interamente a quei piccoli oggetti che da millenni usiamo per abbellirci.

Ma perché parlare di gioielli a gente interessata al digital marketing?

I Marketers Insight sono fatti per andare a fondo, per esplorare, per capire i mercati che ci circondano, ma soprattutto per comprendere meglio il comportamento di noi esseri umani, che sta alla base di ogni teoria di vendita esistente.

I gioielli sono un esempio lampante di questi comportamenti.

La loro storia, se analizzata con uno sguardo più ampio, ci aiuta a capire perché quest’industria è così importante, è perché farà sempre parte della cultura dell’uomo.

Paradossalmente, è proprio dentro una collana di conchiglie che sono nascosti i segreti più profondi della psiche umana.

La rotta fin qui

Grotta di Bizmoune, Marocco.

È qui che, l’anno scorso, un gruppo di ricercatori ha ritrovato 33 perline fatte di conchiglia datate a 150.000 anni fa.

Ogni conchiglia è forata, in modo da essere unite in quella che sembra essere la più antica collana della storia.

Cosa simboleggia? Purtroppo non ci è dato saperlo, ma possiamo intuirlo.

Se prestiamo attenzione alla storia dell’uomo, è facile accorgerci di quanto la nostra storia sia profondamente legata a quella degli ornamenti personali. È una storia ricca e profonda, che attraversa tutte le culture della Terra.

collane conchiglie

Scheletri con collane di conchiglie nella tomba di Téviec, 6740-5680 a.C. (Mesolitico), Francia

Potremmo quasi dire che il nostro bisogno di abbellirsi con dei gioielli sia quasi istintivo, primordiale.

Tutto si riconduce a uno dei nostri bisogni primari, tracciato nei geni del nostro DNA: quello di sentirsi accettati e di appartenere a un gruppo di simili.

I gioielli sono la rappresentazione fisica di questo bisogno.

I primi ornamenti erano risultato della caccia: denti, artigli, corna e ossa. Molto probabilmente, i cacciatori credevano che indossare questi trofei portasse fortuna per la caccia successiva.

Non solo: in una tribù di cacciatori-raccoglitori i successi di un cacciatore stabilivano la sopravvivenza dell’intero gruppo.

Così i suoi ornamenti testimoniavano la sua bravura e il suo rango sociale. Lo rendevano a colpo d’occhio un individuo degno di rispetto da parte di tutti i membri del gruppo.

collana egizia

Collana di Sithathoryunet, 1887-1870 a.C., Egitto, presso Metropolitan Museum of Art (NYC)

In generale, nel corso della storia, la maggior parte delle culture della Terra usava i gioielli come parte delle cerimonie o delle occasioni speciali e come simbolo di potere.

C’erano anche altre funzioni: i gioielli venivano indossati come amuleti per proteggersi dalla sfortuna e dalle malattie, o come buon auspicio per portare fertilità, ricchezza e amore.

Con l’avanzare delle società, i gioielli hanno iniziato a simboleggiare anche il legame tra esseri umani (in ogni senso):

da una parte gli schiavi indossavano dei bracciali per mostrare a chi appartenevano, dall’altra con delle primitive fedi nuziali due persone dimostravano – e dimostrano ancora – la loro unione.

Il primo tipo di gioiello per come lo intendiamo noi (in metallo) risale, tuttavia, al 7000 a.C.

Da allora i metodi di creazione di gioielli con metalli e pietre preziose si sono espansi fino a diventare una delle più grandi e antiche industrie della Terra.

I primi gioielli d'oro sono stati creati intorno al 3500 a.C. in Egitto, dove si usavano vetri colorati al posto delle gemme.

In Cina e India si fondevano gioielli nel 5000 a.C., mentre in Mediterraneo i Greci iniziarono a usare le pietre preziose nei loro gioielli d'oro intorno al 1400 a.C.

collana greca

Collana greca, circa 100 a.C., Grecia, presso Cleveland Museum of Art

L'Impero romano prese in prestito tecniche e stili da altre culture, mentre nel XVII secolo il Rinascimento favorì le tecniche di creazione di gioielli.

In Europa l'uso di diamanti iniziò nel 1300, ma divennero popolari solo nel XVIII secolo. La rivoluzione industriale del XIX secolo rese i gioielli accessibili a tutti.

Scorrimento veloce a oggi.

Ormai è praticamente impossibile trovare qualcuno che non possieda almeno un gioiello, che sia un orologio, un bracciale, un anello o un orecchino.

Ma forse la cosa più affascinante è che, nonostante la produzione di massa, la loro funzione sociale è rimasta più o meno la stessa:

  • un Rolex è simbolo di potere e status,
  • una fede simboleggia ancora il legame tra due persone,
  • un gioiello di famiglia tiene viva la memoria dei cari,
  • una collana è un mezzo per esprimere sé stessi,
  • un ciondolo può essere un portafortuna.

E forse è proprio per questo, per le sue tracce così profondamente legate al nostro essere e alle nostre regole sociali, che possiamo considerare quest’industria come un’industria immortale, destinata a sopravvivere alla prova dei tempi.

Questo punto fondamentale ci farà da guida durante tutto il nostro viaggio tra i numeri e i successi di questo mercato.

Le sfide da affrontare, ad oggi, sono tante: inflazione, aumento dei costi dell’energia, gli effetti della pandemia.

Ma forse è proprio tornando alle sue radici storiche che chi vuole immergersi in quest’industria troverà delle risposte.

Si parte.

La bussola del mercato

L’abbiamo capito: i gioielli sono antichi quanto il mondo, e costituiscono una parte fondamentale e fortemente identitaria della nostra storia come esseri umani.

Ora però passiamo a parlare di cifre.

Nel 2023, in questo mercato, dovrebbero girare fino a oltre 60 miliardi di dollari, circa 3 miliardi in più rispetto al 2022 (dati Euromonitor International).

La crescita, rispetto al 2022, probabilmente sarà più lenta, ma ricordiamoci che i dati saranno comunque distorti dall’inflazione, con il rincaro dei costi e dei prezzi che colpirà parte delle vendite.

La buona notizia? Il mercato del lusso, come sempre nei periodi di crisi economica, sarà il settore più resistente di tutti.

Parlando in generale del settore moda (che abbraccia anche i gioielli), secondo McKinsey ci sarà una crescita delle vendite a livello globale tra il 5 e il 10% per il lusso e tra il 2 e il 3% per il resto del settore nel 2023.

Vendite dell'industria della moda, 2023

Cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi? Lo stiamo per scoprire insieme.

In generale il mercato dell’alta gioielleria diventerà più brandizzato, più digitale e più sostenibile che mai.

E considerando che parliamo di un mercato che storicamente è stato l'opposto di tutto questo, nei prossimi anni ci saranno cambiamenti belli grossi.

L’alta gioielleria prodotta da brand riconosciuti e già affermati sul mercato sarà in aumento, con un tasso di crescita annuale composto previsto tra l’8 e il 12% dal 2019 al 2025.

Prima di capire quali saranno i nuovi trend del mercato, però, cerchiamo di capire come pandemia, guerra e inflazione stiano impattando il mercato della moda (e quindi quello dei gioielli).

Come la pandemia, la guerra e l’inflazione stanno trasformando il mondo della moda

Le industrie della gioielleria e dell'orologeria hanno registrato una perdita del 10-15% e del 25-30% rispettivamente a causa del Covid, ma hanno visto una crescita impressionante nel 2021 (del 21% rispetto all’anno precedente).

Ora le sfide sono l'inflazione – che ha visto un aumento del 22% nei prezzi dei capi d'abbigliamento in Europa – e la guerra in Ucraina che, secondo il 58% dei dirigenti della moda, indebolirà il mercato della moda (McKinsey, State of Fashion 2023).

Per rispondere a queste sfide, i grandi brand stanno ottimizzando e rinegoziando gli accordi sui rifornimenti di energie e materie prime, passando al nearshoring (spostamento della produzione più vicino ai mercati nazionali) e valutando partnership strategiche con i fornitori.

Quando i consumatori si possono permettere sempre di meno

Aumento delle spese, rincari sull’energia, insicurezze politiche. Tutto questo significa solo una cosa: i consumatori stanno diventando più cauti nelle spese nella maggior parte delle regioni.

Gli europei, in particolare, faranno i maggiori tagli alla spesa per abbigliamento, calzature, accessori e gioielli.

Un’indagine di McKinsey, Consumer Pulse Survey, mostra che il 37% dei consumatori prevede di ridurre le spese di seconda necessità e il 74% dichiara di fare acquisti al ribasso nel prossimo anno.

Chi vorrà spendere meno di tutti saranno i giovani:

oltre il 75% dei giovani statunitensi, tra i 18 e i 40 anni, ha dichiarato che sarà più oculato nelle proprie spese, rispetto al 64% delle persone tra i 41 e i 58 anni e al 53% delle persone tra i 59 e i 77 anni.

Da ogni crisi, però, nasce un’opportunità.

Secondo le stime, i canali off-price (come gli outlet) rappresenteranno fino al 12% dei ricavi dell’industria della moda entro il 2025, così come la rivendita di pezzi usati, che crescerà 11 volte più velocemente rispetto ai canali di vendita tradizionali.

Ne parleremo meglio nel capitolo “Coordinate da seguire”.

Meno casual in ufficio, più cool ai matrimoni: due trend opposti ma complementari

Forse la più grande “eredità” che il Covid-19 ci ha lasciato è il lavoro da remoto.

Ormai quasi tutte le aziende offrono la possibilità di lavoro ibrido o di passare almeno qualche giorno della settimana fuori dall’ufficio.

Da cosa nasce cosa: anche il mercato della moda si sta adattando.

Ed è importante parlare in generale della moda perché i gioielli ne sono una parte integrante: senza studiare cosa accade a livello macro, non possiamo capire cosa succede a livello micro.

Per il 2023 i leader della moda prevedono che il trend della “casualisation” continuerà a diventare sempre più forte (BOF State of Fashion 2023).

Di cosa stiamo parlando? Semplice, di un abbigliamento lavorativo sempre meno formale, e sempre più casual.

Lavorare da casa significa poter lasciare camicie e completi nell’armadio, senza essere giudicati da nessuno.

Nessuna policy aziendale può dettare regole d’abbigliamento in casa (per fortuna noi in Marketers non le abbiamo neanche quando ci vediamo dal vivo).

Ecco perché il “casualwear” è la prossima miniera d’oro del settore secondo i direttori esecutivi del fashion.

Lo stesso vale per i gioielli.

Un esempio è il brand spagnolo TwoJeys, nato nel 2019 da due modelli di Barcellona.

Il brand si rivolge a un target giovane, con uno stile street e uno stile di vita libero. I loro gioielli hanno un design minimal e casual.

La loro missione? Rivoluzionare il mercato di gioielli maschile.

Ma come per ogni trend, ne è nato anche uno opposto e complementare.

Il 40% dei dirigenti si aspetta che vestiti e accessori per le occasioni importanti diventeranno una delle categorie a maggiore crescita del 2023.

Il motivo? Molti degli eventi rimandati a causa del covid, come i matrimoni, torneranno a prendere piede (questo trend è già cominciato nel 2022).

E così, mentre gli uffici diventeranno sempre più casual, le occasioni speciali potrebbero essere dominate da abiti e gioielli di grande effetto, magari persino noleggiati.

Ovviamente, questo si tradurrà anche nel settore della gioielleria: i gioielli da indossare nelle occasioni importanti diventeranno più importanti.

E i brand che stanno iniziando a cavalcare questo trend sono già molti.

Kiki McDonugh, un marchio di gioielli di lusso amato dalle celebrità, l’anno scorso ha lanciato una partnership con la piattaforma di affitto online Hurr, da cui le persone possono affittare 25 gioielli diversi.

Altre due piattaforme da cui si possono affittare gioielli di grandi brand sono Front Row e 4element, in cui si può trovare un po’ di tutto, da orecchini di Chanel a collane di Dior, da pezzi di Yves Saint Laurent a bracciali di Givenchy.

Il futuro è gender-fluid

Sono passati pochi mesi da quando Thimotheé Chalamet, uno dei giovani attori più promettenti di Hollywood, ha camminato per le strade del Venezia Film Festival vestito con un abito a schiena scoperta e senza spalline, con pantaloni aderenti e una sciarpa rossa.

La moda è sempre più gender-fluid: senza confini definiti tra capi e accessori maschili e quelli femminili.

In particolare, l'interesse per la moda gender-fluid è guidato dalle generazioni più giovani, in particolare dai consumatori della Gen-Z, che considerano la loro identità di genere meno statica di quella degli anziani.

Secondo McKinsey, circa la metà della Generazione Z a livello globale ha acquistato moda al di fuori della propria identità di genere.

Ora, la moda unisex esiste esiste già dagli anni Sessanta, ma avere delle linee unisex non è abbastanza per soddisfare le idee delle nuove generazioni.

Per i brand, sarà saggio orientarsi verso la moda gender-fluid a seconda dei dati demografici dei loro clienti, specialmente riguardo l’età e i mercati in cui operano.

Secondo una ricerca condotta dalla società di Klarna (di cui abbiamo parlato per esteso nell’Insight sul fenomeno Buy Now Pay Later), circa il 50% della generazione Z a livello globale ha acquistato moda al di fuori della propria identità di genere e circa il 70% dei consumatori si dichiara interessato ad acquistare moda gender-fluid in futuro, con le generazioni più giovani in testa.

Alcuni brand di gioielleria hanno già iniziato a cavalcare questo trend, rinunciando alle norme di genere anche nella creazione e nel design di gioielli.

Un esempio lampante è il Tiffany Lock di Tiffany, un bracciale per donne e per uomini lanciato sul mercato poco tempo fa.

Un altro esempio è la rinascita dei gioielli di perle, un classico della moda femminile che ora abbraccia anche i gioielli maschili, e che dalle occasioni importanti sono passate all’uso quotidiano.

Basta guardarsi attorno per accorgersene: ormai anche tantissimi cantanti e rapper indossano collane di perle nelle loro esibizioni o videoclip.

Anche avere gli orecchini (e farsi più buchi nelle orecchie) è un trend ormai sdoganato, che va ben oltre la moda femminile.

“Fino a qualche trimestre fa si trattava solo di donne, mentre ora anche gli uomini indossano sempre più orecchini”, ha detto Serge Muller, fondatore di Mad Lords (brand di gioielli di lusso francese).

Anche la gioielleria si fa sostenibile

È da poco che i principali marchi di gioielleria hanno creato nuove posizioni manageriali di alto livello incentrate sulla garanzia della sostenibilità di ogni parte dell'azienda.

Ecco qualche esempio: Katerina Reilly, specialista della sostenibilità globale di Tifanny, e Maïlys Mantel, responsabile del progetto sostenibilità di Cartier.

La sostenibilità è in cima alla classifica delle  più grandi opportunità del 2023 per i maggiori fashion executives a livello globale.

Per avere successo nel 2023, le aziende dovranno continuare ad adattarsi a consumatori sempre più attenti a questioni di etica e sostenibilità.

La rivoluzione passerà anche nei materiali di produzione: mentre i metalli, le pietre preziose e le perle sono stati per secoli i capisaldi del design dei gioielli, oggi l’ispirazione arriva anche dai materiali più insoliti, come il vetro, il corno di mucca e il legno.

Vi potremmo fare l’esempio di Eun Seok Han, artigiana di Seoul, che dal 2020 crea anelli e altri gioielli a partire da lattine di recupero.

O Adele Dejak, designer kenyota, che, tra i vari materiali, utilizza anche corna di mucca Ankole di recupero per creare gioielli ispirati interamente al continente africano.

Eliza Walter, invece, produce gioielli a partire dai metalli di scarto di oggetti come cellulari o computer.

C’è anche chi, come Emily P. Wheeler, designer di Los Angeles, dà vita a gioielli da ebano di recupero, oro riciclato e gemme prodotte in laboratorio (le sue creazioni possono arrivare a costare anche 119.000$).

E proprio i cristalli coltivati in laboratorio sembrano essere uno dei binari di guida del futuro verso una gioielleria sostenibile.

Un diamante nato in laboratorio

L'estrazione di minerali e pietre preziose come i diamanti ha un impatto devastante sugli ecosistemi in cui viene fatta.

Per fortuna, in questo caso la scienza ci viene in soccorso:

sempre più brand di gioielli stanno implementando nelle loro collezioni gemme generate in laboratorio, riducendo di molto l’impatto ambientale della catena di produzione (un po’ come si fa con la carne creata in laboratorio).

La risposta del mercato sembra positiva.

Secondo Hoppen, direttrice del brand di gioiellerie Dover Street Market, “ci sono alcuni brand che stanno creando tecniche molto interessanti e belle con queste pietre, ad esempio Unsaid e Nomis”.

Unsaid produce diamanti in un laboratorio alimentato ad energia solare in India. Il suo fiore all’occhiello è il Reminiscence ring, il più grande anello di diamanti prodotto in laboratorio, tagliato a forma di 14 bolle e con oltre 1.300 facce (un risultato raggiunto dopo un anno e mezzo di ricerca):

La target audience del brand è fatta da Millennials e Generazione Z – in pratica i giovani dai 18 ai 40 anni -, più attenti alle tematiche di etica e sostenibilità (Forbes).

Nomis, invece, è un brand ucraino che, come Unsaid, utilizza solo diamanti creati in laboratorio.

Una peculiarità di una delle più recenti collezioni del brand è che, come afferma la fondatrice Alyona Kiperman, ogni pezzo ha una funzione multipla: qualsiasi gioiello può essere indossato come un orecchino, un anello o un bracciale.

Le coordinate da seguire

Il quadro che abbiamo di fronte sembra chiaro: l’obiettivo primario dei brand sarà quello di diventare resilienti alle crisi economiche e politiche di breve e lungo termine, con un rinnovato focus verso la profittabilità.

I progetti chiave da seguire saranno quelli verso la digitalizzazione, la riduzione dell’impatto ambientale e una produzione di prodotti che non seguono più le regole binarie uomo-donna.

Come riuscire a tenere a mente tutto?

I brand che vinceranno saranno quelli che riusciranno meglio a seguire un delicato gioco di equilibri (che si può applicare ad aziende di qualsiasi settore).

Venire incontro ai consumatori che hanno perso potere d’acquisto

Secondo l'indagine BoF-McKinsey State of Fashion 2023, il 45% dei dirigenti del settore moda prevede di aggiornare il mix di assortimento di prodotti per adattarsi al minore potere d'acquisto dei consumatori.

Il 72%, invece, prevede di aumentare i prezzi al dettaglio per aiutare le proprie aziende a gestire il contesto inflazionistico.

Ecco alcune strategie che saranno fondamentali per combattere la diminuzione dei consumi:

  • Sviluppare profili di clienti diversificati: sarà cruciale analizzare come i gruppi di clienti in diverse fasce demografiche modificheranno i loro comportamenti, e quindi cercare di adattare le strategie in risposta con nuovi canali di distribuzione, strategie di prezzo o categorie di prodotti.
  • Attivare i canali “off-price” (come gli outlet): questi canali resteranno cruciali per soddisfare le esigenze dei clienti che vogliono aggiudicarsi brand e prodotti di qualità, ma a prezzi più bassi. Ovviamente, per tutti i brand (e in particolare quelli di lusso) sarà importante gestire questi in modo attento, senza svalutare la propria brand perception
    • Un esempio di brand high price che ha sfruttato in modo esemplare questi canali? Ralph Lauren, che usa gli off-price solo per la rivendita di merce che non ha avuto successo, invece di vendere prodotti a basso margine e ad alto volume d’acquisto come tanti altri brand.
  • Esplorare le 3R: sarà importante valutare come nuovi modelli come la rivendita, la riparazione e il rental (affitto) di oggetti potranno essere integrati nella propria value proposition, per permettere ai consumatori di sfoggiare gioielli preziosi senza doverli acquistare o magari dare nuova vita a gioielli di famiglia.
    • Garantire queste possibilità ai propri clienti sarà fondamentale anche per rispondere alla nuova esplosione di eventi speciali e occasioni importanti
  • Aprirsi a nuovi metodi di pagamento: con i giovani disposti a spendere sempre di meno, sarà importante venire incontro a questa fascia di consumatori integrando dei finanziamenti a breve termine come il Buy Now Pay Later, o introducendo nuovi sconti e offerte speciali.

I brand che vorranno preservare i propri margini trasferendo gli aumenti dei costi ai clienti, dovranno farlo comprendendo bene i rischi, tra cui la potenziale perdita di clienti a favore di rivali con prezzi più bassi.

Sarà importante concentrarsi di nuovo sui propri bestseller e sviluppare modi per rispondere più velocemente ai cambi di domanda del mercato, magari passando anche alla produzione “a richiesta” di alcuni prodotti.

Sfruttare canali di distribuzione diversi e investire sulla vendita in live streaming

Con la normalizzazione della crescita dell'e-commerce dopo il suo boom pandemico (si prevede che tra il 2022 e il 2025 le vendite di e-commerce cresceranno dell'11% in Europa, molto più lentamente rispetto alla crescita del 30% registrata tra il 2019 e il 2020), i crescenti costi del marketing digitale e i tassi di reso sempre più alti, molti marchi stanno tornando ad adottare una strategia multicanale e DTC (Direct-To-Consumer, diretta al consumatore).

Tra i nuovi canali di distribuzione e quelli classici, uno su tutti sembra avere la crescita più rapida, quello del livestream shopping.

Ci hanno messo subito le mani sopra anche i marchi del lusso globale: da Gucci a Chanel, da March Jacobs a Brandon Maxwell.

Ma in cosa consiste un evento di livestream shopping?

In realtà è tutto molto semplice.

Basta che un brand (o un creator in partnership) mostri i propri prodotti attraverso una diretta (spesso tramite un canale social) consentendo ai clienti di fare domande e di acquistare/prenotare i prodotti in tempo reale.

La forza del livestream shopping è che unisce l’intrattenimento all’acquisto immediato. È un canale che ha enormi possibilità di creare valore e migliorare l’attrattiva del brand, soprattutto verso le generazioni più giovani.

Offline, invece, stanno aumentando i punti di contatto fisici (Serine).

Le occasioni di incontro offline sono delle forti opportunità per vivere in modo tangibile il marchio ai clienti e per creare un legame emotivo con gli stessi (ce ne aveva parlato anche Irene Bosi, Head of Brand in Yoga Academy, nel Trend Report 2023).

Un trend molto efficace in questo senso è quello dei pop-up store: negozi temporanei che aiutano i brand a entrare in contatto con nuove fette di pubblico, senza dover fare grossi investimenti nella creazione e nella gestione di negozi monomarca.

gioielli

La “salsa segreta”

Eccoci all’ultima tappa del nostro viaggio nel mercato della gioielleria.

In questo paragrafo cercheremo di riassumere quello che abbiamo scoperto insieme lungo il cammino e delineare gli step da seguire per chi vuole inserirsi in questo mercato (e per chi ci è già dentro e vuole dare una svolta al proprio brand).

L’abbiamo detto dall’inizio: i gioielli sono una parte fondamentale della nostra identità e sono destinati a restarlo.

L’avvento delle tecnologie, l’impatto della pandemia e della guerra, e le tendenze delle nuove generazioni, però, pongono nuove sfide e nuove opportunità a un mercato antico quanto l’uomo.

Ricordiamoci: il futuro della gioielleria è sostenibile, gender-fluid e multicanale.

Comunica la sostenibilità in questo modo

I grandi brand investono sempre di più in materiali innovativi e catene di produzione sostenibili. Perché non farlo anche se siamo una piccola azienda?

Le regole restano le stesse.

Ecco una piccola guida su come diminuire l’impatto della tua azienda (e come comunicarlo ai tuoi clienti):

  • Parti dalle basi: raccogli dati concreti per sostenere quello che comunichi. Dire che il tuo brand è “verde” non basta. Una delle cose più semplici da fare in questo senso è chiedere informazioni ai tuoi fornitori. Un esempio? Potresti rivolgerti a strutture che creano cristalli e pietre preziose in laboratorio e chiedere a loro i dati di cui hai bisogno.
  • Prova a usare nuovi materiali. Non serve inventarsi nulla di nuovo, studia le innovazioni da ogni parte del mondo (in questo Insight ti abbiamo dato qualche esempio) e cerca di capire se puoi adattarle al tuo brand. Anche investire in prodotti artigianali e fatti a mano può essere una scelta semplice ma sostenibile.

Crea la tua strategia multicanale

Copia i grandi player del mercato e inizia a investire su più canali. Ognuno di essi può essere un punto di contatto con un nuovo segmento di pubblico e può aiutarti a fissare il tuo brand nella mente delle persone.

Ecco qualche consiglio su come farlo:

  • Pensa al tuo target. Dov’è più facile incontrarlo, online ed offline? Fuori dal supermercato? In palestra? Su Instagram o su TikTok? Al parco da skate o nei quartieri di lusso? Qualunque sia la risposta, tu ci devi essere.
  • Sfrutta la vendita in live streaming. Questo è forse il trend più importante dell’anno, che ti può permettere di generare un grande quantitativo di vendite. Scegli la piattaforma social più in linea col tuo pubblico, scegli se rivolgerti a un creator, e organizza il tuo evento live.
  • Vai offline. All'inizio non ti serve aprire un negozio fisico. Potresti semplicemente organizzare un evento o organizzare un pop-up store in qualche città importante. Tutto questo servirà ad acquisire più clienti e migliorare il tuo posizionamento.

Investi nel gender-fluid

Adattarsi alle richieste del mercato in questo senso sarà sempre più importante, specialmente se ti rivolgi a un pubblico under 35. Per trovare un po’ di ispirazione basta fare un giro su Pinterest. Ecco alcuni spunti:

  • Proponi le perle da uomo. Se nei tuoi prodotti includi già le perle, prova a lanciarti su questo trend. Di solito le perle da uomo sono piccole, incastonate in collane corte o braccialetti, come in questo esempio.
  • Crea una collezione gender-fluid. Sembra che proprio a febbraio Pomellato proporrà un’intera collezione dalle linee gender-fluid. Perché non fare lo stesso? L’importante è concentrarsi su linee semplici e colori classici.
  • Mostra come i tuoi prodotti si adattano a tutti. Nei tuoi contenuti e sul tuo sito, mostra come i tuoi gioielli possono essere indossati sia da modelle che da modelli, e come adattarli allo stile di ogni persona che li indossa.

 

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Joseph
Joseph
1 anno fa

Super interessante!

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