Come lavorare da freelance senza Partita IVA

Lavorare da freelance o libero professionista senza Partita IVA è possibile?

Questa è una delle domande più comuni quando ci si approccia alla libera professione.

Essere un freelance implica per la legge l’apertura della Partita IVA, un regime fiscale molto oneroso per i lavori liquidi come quelli dei freelance online e delle professioni del web.

Tra l’altro la Partita IVA richiede una pesante gestione burocratica e contabile che comporta:

  • Studi di settore
  • Spesometro e redditometro
  • Acconti sulle tasse da pagare
  • Spese per il commercialista
  • Contributo previdenziali fissi e salati

Ecco perché molti rinunciano al lavoro da remoto.

Anzi, per molti è quasi impossibile fare il libero professionista.

Allora che si fa? Devi rinunciare alla tua professionalità e andare a cercarti qualcuno che ti assuma per pochi euro al mese?

No, non farlo.

Adesso ti dirò come superare gli ostacoli che ci sono tra te e il lavoro che puoi fare da professionista che non si lega a nessunorestando perfettamente nella legalità.

Andiamo con ordine.

 

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Condizioni per essere un freelance senza Partita IVA

Se sei un freelance è perché svolgi alcune attività particolari che ti ho già descritto in questa guida su come diventare un freelance del web.

Adesso ti dico quali sono le condizioni che consentono di svolgere lavoro autonomo occasionale senza partita iva:

  • La prima è il fatturato annuo: non deve superare i 5.000€ lordi
  • La seconda è la tipologia di lavoro: non deve essere continuativo o organizzato con orari e sedi
  • La terza è la durata: non devi lavorare più di 30 giorni l’anno con lo stesso committente

Limiti e deroghe per l’attività da freelance senza partita IVA

Ogni volta che sei chiamato da qualcuno a svolgere una prestazione professionale occasionale, alla fine del tuo lavoro non devi emettere una fattura fiscale, né una ricevuta fiscale ma solo una ritenuta d’acconto.

Cioè un documento in carta libera nel quale indichi:

  • i tuoi dati anagrafici e il codice fiscale
  • i dati anagrafici e fiscali del committente
  • la tipologia della prestazione svolta
  • la cifra pattuita come compenso al lordo (con l’aggiunta) della ritenuta d’acconto del 20% che il committente deve versare allo Stato entro il giorno 16 del mese successivo a quello del pagamento. Poi devi indicare l’ammontare del 20% della ritenuta sulla cifra netta e, infine, la cifra al netto che tocca a te. Chiaro? Puoi calcolare qui tutte le cifre senza temere errore.
  • la data, il luogo dove hai svolto la prestazione e la tua firma
  • apponi una marca da bollo da 2€ se la prestazione supera 77€ e il gioco è fatto!

Se dovessi svolgere una prestazione di lavoro occasionale per un committente estero devi comunque fare una ricevuta (non ritenuta) per prestazione occasionale.

Se il committente estero ha una sede in Italia ed è obbligato a versare le tasse nel nostro paese applica la solita ritenuta d’acconto del 20% come ti ho spiegato sopra.

Se, invece, non è tenuto a versare tasse in Italia, basta la sola ricevuta d’acconto nella quale indichi:

  • i dati tuoi dati personali più il codice fiscale
  • i dati del committente più quelli fiscali
  • la descrizione della prestazione svolta
  • l’importo percepito
  • la data, luogo e firma del prestatore che rilascia la ricevuta.

Il rimborso delle spese

L’importo della prestazione può essere separato dal rimborso delle spese sostenute per svolgerla.

Se per svolgere la tua prestazione ti sei spostato con la tua auto, hai pagato un casello autostradale, hai pranzato in un ristorare o dormito in un albergo, ad esempio, puoi ottenere il rimborso del 100% delle spese inerenti la tua attività prestata.

Per ottenerli esentasse, devi allegare alla ritenuta la cifra delle spese che hai sostenuto, accompagnata dagli scontrini e dalla nota spese che le dimostri. In questo modo la tua ritenuta sarà composta dalle voci che ti ho descritto prima, più quella del rimborso spese.

La cifra finale sarà composta dal netto della prestazione, più quella delle spese.

Il reddito autonomo per prestazione occasionale

In realtà fin qui, più che di lavoro autonomo occasionale stiamo parlando di “reddito autonomo per prestazione occasionale”, che ha le stesse caratteristiche descritte sopra.

L’attività può essere svolta per non più di 30 giorni lavorativi consecutivi e non bisogna sforare i 5000 euro di reddito l’anno lordi.

Deroghe per l’attività da freelance senza partita IVA

Il limite dei 30 giorni previsto dalla legge è vincolante ma inutile.

Nessuno è obbligato a specificare la durata della prestazione.

Per quanto attiene all’occasionalità della prestazione, beh anche per questa non è fatto obbligo di dichiarare com’è svolta

Il limite dei 5.000€

Ma se dovessi svolgere attività da lavoro autonomo per più di 5.000€? Che si fa? Per prima cosa sappi che non è necessario sotterrare l’ascia di guerra ed aprire la Partita IVA. Sempre che tu rimanga un vero Freelance, cioè uno che lavora per diversi committenti anche dalla panchina di un parco, in una giornata di sole, munito di Computer e SmartPhone. Devi solo pagare le tasse sull’eccedenza, ma per essere sicuro di non sbagliare e scegliere lo strumento giusto come la gestione separata, rivolgiti ad un consulente.

Tuttavia, c’è un’altra cosa importante e spesso risolutiva che puoi fare prima.

I voucher aboliti e il contratto di prestazione occasionale “orale”

Un tempo c’erano i voucher.

Il committente poteva adempiere al compenso per prestazione occasionale “acquistando” i voucher dall’Inps. Dopo la loro abolizione c’è il contratto di prestazione occasionale.

Tuttavia la norma non specifica che debba essere obbligatoriamente scritto.

Deve comunque essere fatta l’iscrizione online all’Inps ma ci pensa il committente, a patto che sia un’azienda registrata in Italia.

Il vantaggio è di poter prestare lavoro occasionalmente fino a 10.000€ l’anno.

Come si fa? Ecco detto!

Hai già raggiunto il limite dei 5.000€ con le ritenute d’acconto ma hai ancora richieste di lavoro occasionale da altri committenti.

Del resto sei un Freelance no?

I nuovi committenti possono stipulare il contratto di prestazione occasionale da comunicare all’INPS con questi vincoli:

  • il committente che richiede il contratto di prestazione occasionale dev’essere registrato in Italia
  • la cifra della prestazione da contratto non può superare i 2.600€
  • puoi essere titolare di contratto di prestazione occasionale fino a un massimo di 5.000€ in totale, al netto dei contributi previdenziali previsti

Quindi, senza versare nessuna tassa molti freelance possono incassare fino a 10.000 euro senza aprire la partita IVA.

Vediamo quali sono le attività principali (non sono tutte) che comprendono questo regime:

  • Traduttore
  • Blogger, autore, scrittore.
  • Fotografo
  • Programmatore
  • Architetto
  • Progettista
  • Web designer

Ed eccoci all’altra deroga rilevante che ti permette di lavorare come freelance senza aprire la partita IVA.

Se sei un freelance del web è molto probabile che la tua attività rientri tra quelle elencate sopra, oppure che abbia i requisiti per essere considerata come attività che produce:

“Redditi da lavoro autonomo per diritti d’autore”.

Praticamente, dal momento che di certo non sei un idraulico o un elettricista, il tuo lavoro è frutto del tuo ingegno, oltreché della tua preparazione. In questo caso, il reddito da lavoro autonomo che percepisci può essere tassato con l’IRPEF ordinaria, ma usufruendo di un abbattimento forfettario a titolo di deduzione forfettaria delle spese pari al 25%, che può arrivare al 40% se il percettore ha un’età inferiore a 35 anni.

Facciamo un esempio:

Sei un traduttore o un web designer, per esempio, e hai svolto la tua attività per 1.000€.

Dal momento che questa cifra si configura come reddito di lavoro autonomo per diritti d’autore, se hai meno di 35 anni potrai godere dell’abbattimento del 40% e pagherai le tasse solo su 600€.

Se hai più di 35 anni avrai l’abbattimento del 25% e le pagherai solo su 750€.

Non male se consideri che non dovrai aprire la partita IVA e non hai nessun limite di incasso annuo.

E adesso via.

Organizza il tuo lavoro come Freelance e scegli il regime fiscale che più ti si addice

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