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Il segreto dei brand di successo: l’economia della trasformazione

21 Aprile 2023
Marketers

Nella frenesia della vita che viviamo oggi è necessario uno sforzo cosciente per prenderci un momento ed esplorare chi siamo veramente. Eppure, conoscersi in profondità, è da sempre un istinto innato nell’uomo.

Diventa indispensabile trovare una migliore connessione con il nostro corpo nei momenti quotidiani e creare una maggiore consapevolezza di come le nostre emozioni influenzano il nostro comportamento.

Nel 1998 B. Joseph Pine e James Gilmore hanno descritto, con un articolo della Harvard Business Review intitolato “Welcome to the Experience Economy”, il passaggio dai servizi alle esperienze come l’ingresso in una nuova era della storia economica: l’economia dell’esperienza.

I due hanno così descritto: “La sola focalizzazione su beni e servizi conduce lungo la strada dell’austerità economica. Le esperienze sono una forma distinta di produzione economica e come tali sono la chiave per promuovere la prosperità economica”.

Da allora la loro idea è diventata una realtà per la maggior parte dei brand: con beni e servizi percepiti come sempre più intercambiabili, le aziende sono ora in competizione per fornire esperienze che le facciano spiccare rispetto alla concorrenza.

Uno dei primi pionieri dell’economia dell’esperienza fu Walt Disney.

Il suo primo successo narrativo si basava sull’essere un fumettista prima e un visionario di film d’animazione poi.

Presto divenne diffidente nei confronti delle storie bidimensionali che potevano essere osservate solo da uno schermo e ha cominciato a immaginare un’esperienza tridimensionale in cui il pubblico poteva essere trasformato in partecipanti.

La domanda è diventata: “Come si potrebbero creare storie in cui gli ospiti possano interagire con personaggi e ambienti?”.

La risposta è stata lo sviluppo di Disneyland, il “posto più felice della Terra”.

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Ogni punto di contatto dell’ospite deve essere intenzionale, come se si trattasse di una scena di un film.

Dall’esperienza dell’utente sul sito web all’acquisto del biglietto, il parcheggio di un’auto, la corsa fino ai cancelli, la passeggiata lungo la main street, l’interazione con i personaggi, la prima visita del castello…

Le persone sono disposte a pagare per le esperienze perché offrono vantaggi e stimoli ai consumatori, amano le esperienze perché mettono al centro dell’attenzione il singolo: il “me”, “l’io”.

Qualche anno fa, Pine e Gilmore hanno rivisitato il loro pensiero anche riflettendo su ciò che verrà dopo.

Hanno osservato la crescente importanza delle esperienze che diventano trasformative andando oltre il momento in sé e mirando a trasformare una persona.

E a sostegno di questa tesi ci sono diverse prove con sempre più offerte che aiutano i clienti a cambiare alcuni aspetti della loro vita.

Dalle vendite di libri di auto-aiuto aumentate enormemente a un’abbondanza di corsi di apprendimento online, corsi di fitness, fisico e mentale e suggerimenti sui social media su cosa fare in maniera differente nella tua vita.

La pandemia COVID-19 potrebbe aver accelerato questo movimento di trasformazione.

Non solo perché il passaggio da punti di contatto fisici a digitali significa avere a che fare con tipi di esperienza diversi, ma anche perché le nostre routine quotidiane sono state sconvolte.

Restando a casa e con poche attività disponibili all’aperto ci si è concentrati maggiormente su sé stessi.

Oltre il 30% dei consumatori a livello globale ha dichiarato di essersi concentrato sullo sviluppo personale per gestire al meglio la propria salute mentale durante la crisi.

Più tempo per riflettere, durante tragedie terribili in tutto il mondo, spesso anche vicine a noi, tanto da portarci a rivalutare la nostra scala di priorità.

È probabile che avremo un senso più forte dell’importanza della salute e della sicurezza.

Il lavoro da casa potrebbe aumentare in modo permanente e le nostre abitudini di viaggio e mobilità potrebbero cambiare.

Ma questo significa che le esperienze stanno perdendo rilevanza e le esigenze si stanno spostando verso la trasformazione?

Uno studio ha rivelato che in questo momento di difficoltà, per “catturare” clienti, il segreto era semplicemente quello di offrire una grande esperienza: adattarsi rapidamente ai nuovi percorsi, consentire ai dipendenti di reagire alla nuova situazione e dimostrare cura genuina ed empatia verso il cliente.

E nell’economia della trasformazione, con la crescente capacità dei servizi di permeare la nostra vita e la nostra persona, rientra anche il lavoro fatto su sé stessi a livello fisico e mentale.

C’è un crescente desiderio da parte dei marchi di creare interazioni straordinarie e memorabili con i clienti.

Pine e Gilmore predissero che la prossima era sarebbe stata l’Economia della Trasformazione, in cui gli “Yoda” del mondo guideranno gli aspiranti attraverso esperienze che si tradurranno in un cambiamento duraturo nelle loro vite.

Le persone sono disposte a pagare per esperienze che hanno il potenziale per cambiare il modo in cui vivono.

In effetti, ci sono prove che questa transizione sta già avvenendo nella nostra cultura.

Conoscersi in profondità, si è detto poco più su.

reflection

Pratiche come lo yoga e la meditazione rientrano a pieno titolo in questo circolo virtuoso nel quale il mondo si sta dirigendo.

Ed entrambe, nel panorama dell’economia della trasformazione, sono fatte di conoscenza di sé stessi, di presa di consapevolezza, di esperienza totalizzante, di percorso di cambiamento dove si arriva a conoscere interiormente la propria indole.

Sfruttano anche l’evoluzione digitale, ma partono, storicamente, da molto, molto tempo addietro…

La rotta fin qui

B. Joseph Pine e James Gilmore hanno descritto nell’articolo succitato il concetto di “Economia dell’esperienza”, delineando dapprima quella che è stata la progressione del valore economico.

Risorse Marketers
Marketers Insight - L'economia della trasformazione

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Questo principio descrive come i valori su cui i consumatori basano i loro acquisti si sono evoluti nell’ultimo secolo.

Si parte dall’economia delle materie prime fino ad arrivare a quella dell’esperienza, passando per beni e servizi:

  • La prima tappa – l’economia delle materie prime – è caratterizzata da agricoltura, estrazione di minerali e piccolo commercio.
  • Successivamente, quando ci si muove verso un’economia dei beni, l’industria si prende la scena e i prodotti sono diventati standardizzati.
  • In un’economia dei servizi, invece, crescono quelle aziende che, appunto, forniscono servizi su richiesta e personalizzati ai propri clienti.

L’evoluzione delle società porta infine a quella che è una economia delle esperienze, ovvero un’economia in cui le esperienze diventano un’offerta dei brand, proprio come se fossero prodotti.

In una experience economy i brand vendono sentimenti e ricordi. Ma cosa c’è oltre? Oltre c’è l’economia della trasformazione.

Quello che possiamo definire “prodotto” qui diventa l’identità, e le aziende devono mirare ad accompagnare il cliente verso una nuova identità, attraverso esperienze che portano all’apprendimento, alla crescita e al raggiungimento di aspirazioni e obiettivi.

Le esperienze trasformazionali si basano sull’attivazione di un’intensa motivazione interna perché la crescita trasformazionale richiede al consumatore di affrontare emozioni potenzialmente spiacevoli.

Deve superare i confini della sua zona di comfort e il concetto di sé che considera normale.

La trasformazione implica anche esperienze immersive che forniscono prove convincenti che il cliente è entrato in una realtà nuova e diversa.

Le aziende leader stanno andando oltre la messa in scena di esperienze che creano ricordi per guidare i clienti attraverso una serie di situazioni per creare trasformazione personale.

Le trasformazioni aiutano i clienti a imparare, crescere e raggiungere le proprie aspirazioni e i propri obiettivi.

Per fare ciò, queste aziende devono andare oltre il tentativo di evocare emozioni positive di base che sono i punti focali dell’Economia dell’Esperienza.

Devono trovare il modo di sfruttare varie combinazioni delle 5 esperienze del modello PERMA (emozione positiva, coinvolgimento, relazioni con connessione profonda, servire qualcosa di più grande di sé stessi e realizzazione) per aiutare i loro clienti a vivere esperienze coinvolgenti.

Queste esperienze innescano un marketing virale del passaparola e vendono più prodotti di quanto le campagne pubblicitarie potrebbero mai fare.

La bussola del mercato

Dall’esperienza alla trasformazione

Il futuro del design è l’esperienza trasformazionale.

Con design si intende il processo di immaginare e creare un’esperienza che trasforma.

Perché esperienza?

  1. Perché l’esperienza dovrebbe essere emotiva, l’esperienza è una risposta emotiva a un momento;
  2. Perché l’esperienza dovrebbe essere olistica, è la somma delle nostre interazioni con il mondo che ci circonda;
  3. Perché l’esperienza dovrebbe essere trasformativa, lasciando la persona cambiata per sempre.

Che cos’è l’Economia dell’Esperienza?

Un esempio: negli anni ’60 prendere un volo era un’esperienza.

Negli anni ’70 e ’80, il numero di persone in volo è cresciuto a dismisura e i primi voli effettuati dalle persone erano ancora un’esperienza.

Col passare degli anni, per svolgere il proprio lavoro o per vivere un viaggio, il volo è diventato un servizio di base.

Volare ha avuto il suo inizio nell’economia dell’esperienza, per poi passare rapidamente nell’economia dei servizi.

Ora è una merce.

Se sei nell’economia dell’esperienza, non lo sei per far risparmiare tempo ai tuoi ospiti, ma per garantire che i tuoi ospiti trascorrano bene il loro tempo.

I tuoi ospiti stanno investendo il loro tempo con te.

Si aspettano in cambio un’esperienza che li soddisferà non solo a livello funzionale, ma anche emotivo.

Nell'Experience Economy, operatori e brand curano incontri memorabili che devono connettersi a livello emotivo con l’ospite.

L’esperienza ha un valore più alto di un servizio, prodotto o merce.

meeting

E l'economia della trasformazione?

Rimanendo sull’esempio di voli e viaggi, la crescita esponenziale del settore sta creando una scelta ampia per l’ospite.

Per gli operatori, una vasta concorrenza. Quindi, in che modo, come operatore focalizzato sul marchio e sull’esperienza, ti distingui dalla massa?

Gli operatori lungimiranti si rendono conto che stanno vendendo più di un prodotto.

Sono consapevoli che la connessione che la loro esperienza ha con gli ospiti è di più, è qualcosa di più profondo.

Molti operatori del settore stanno capendo il passaggio dall’economia dell’esperienza a quella della trasformazione.

L’economia della trasformazione non è in concorrenza con l’economia dell’esperienza, ne è l’evoluzione.

Che è guidata dal crescente desiderio degli ospiti di soddisfare il loro livello più alto della gerarchia dei bisogni: l’autorealizzazione.

Nell’economia dell’esperienza gli operatori curano esperienze e incontri memorabili.

Nell’economia della trasformazione gli ospiti cercano qualcosa di più della semplice esperienza.

Desiderano qualcosa di autentico e significativo, a un livello sempre più personale.

Si tratta di un elemento di differenziazione.

È estremamente personale e si basa su 2 aspetti: un ospite attivo, motivato e interessato e un operatore disponibile che si adatterà alle esigenze e ai requisiti più profondi degli ospiti.

Questo adattamento può venire solo da un luogo di profonda e genuina comprensione da parte dell’operatore e della sua leadership.

È solo quando questo cambiamento si connette con l’ospite a un livello profondo e significativo che può relazionarsi con l’operatore.

L’economia della trasformazione guida l’ospite oltre la mera esperienza verso una destinazione dove egli beneficia di una profonda relazione con il brand.

Le interazioni sono altamente personalizzate e il successivo valore che viene generato lega fortemente le due parti.

Essere e divenire hanno iniziato a fondersi.

È un’economia in cui le esperienze si elevano dal semplice godimento all’effettiva trasformazione personale: questa è l’era in cui stiamo vivendo ora.

Cerchiamo quelle esperienze trasformative intorno a noi perché la trasformazione è la nuova linea base.

E quando l’economia della trasformazione prende piede, le vecchie regole sulla vendita diventano prive di significato.

Così si evolve anche l’utente perché la trasformazione si adatta all’individuo specifico lasciandolo sensibilmente cambiato.

La trasformazione è:

  • L’emozione della crescita;
  • Conquista personale;
  • L’esperienza del cambiamento;
  • Poter guardare indietro a una versione diversa di sé stessi.

In che modo i marchi possono impegnarsi e prosperare nell’economia della trasformazione?

Nel tentativo di misurarsi con costanza, i consumatori di oggi sono sul punto di sovraccaricare i dati.

Prendendo come esempio il settore della salute e del benessere, ormai stiamo monitorando ossessivamente passi, calorie, i nostri schemi di sonno per trasformarci in individui più in forma, più sani, più belli e più longevi.

Tuttavia è difficile per noi capire come tutti questi dati possano diventare significativi o comprendere in che maniera si connettano emotivamente.

Ricerchiamo non la perfezione, ma l’ottimizzazione per comprendere come poter diventare le versioni migliori di noi stessi.

Ma ci rendiamo conto che non c’è fine al viaggio, nessuna perfezione, ma un continuo miglioramento.

Per attingere all’economia della trasformazione, i marchi devono offrire un’esperienza emotiva che miglioreri la vita dei loro clienti nel continuo viaggio verso l’autorealizzazione.

Non basta più offrire un prodotto o un servizio; i brand devono presentare la loro offerta all’interno dell’idea di valorizzazione.

Per costruire connessioni profonde, i marchi hanno bisogno di uno scopo forte, un “perché” con cui i clienti possano identificarsi, qualcosa che si allinei in modo sincero con le proprie convinzioni.

I marchi trasformazionali spingono l’Experience Economy un passo avanti, formando una relazione duratura e a lungo termine con il cliente che va oltre la singola esperienza in negozio.

È essenziale che questi marchi creino un significato personale per il loro pubblico al fine di mantenere vive e attive queste relazioni.

transformation economy

Come mostrato dal grafico, in futuro, i consumatori sceglieranno prodotti e servizi non solo in base alla corrispondenza con i loro gusti e interessi, ma anche a come li trasformeranno (aspetto, salute e forma fisica), modificheranno le loro vite (relazioni, lavoro o benessere) o i loro modi di pensare (politicamente, socialmente, moralmente).

Il marchio non può adottare un approccio “taglia unica”, ma deve essere disposto ad adattarsi alle esigenze specifiche del consumatore al fine di formare una relazione intensamente personale e piena di sentimento.

L’economia della trasformazione è la prossima frontiera per i marchi e sfruttarne il potere sta per diventare la chiave per sopravvivere nel mercato al dettaglio in continua evoluzione e altamente competitivo.

Il panorama dello yoga

L’industria dello yoga si è davvero affermata negli ultimi anni.

Il “pacchetto” vale oltre 88 miliardi di dollari in tutto il mondo e si prevede che raggiungerà i 215 miliardi di dollari entro il 2025 con un tasso di crescita annuale composto dell’11,7%.

E questo riguarda solo la pratica; una volta che si tiene conto di ritiri, abbigliamento, stuoie e altri accessori, il mercato globale dello yoga arriva a valere ben oltre 130 miliardi di dollari.

Alcuni esempi:

  • USA – Il mercato americano dello yoga vale 12 miliardi di sterline e cresce a un tasso del 9,8% annuo;
  • Regno Unito – Il mercato vale 908 milioni di sterline e cresce di un modesto 2% ogni anno;
  • Cina – Le entrate legate allo yoga in Cina sono state di 46,8 miliardi di yuan (6,6 miliardi di dollari nel 2020);
  • Australia – Il settore vale 621 milioni di dollari e cresce del 2,2% ogni anno.

Ci sono circa 42mila studi di yoga negli Stati Uniti, 5mila nel Regno Unito e 4mila in Australia.

Ma, come per altre aree dell’industria del fitness, è la regione dell’Asia Pacifica che dovrebbe vedere la crescita più alta nei prossimi anni.

Lo yoga ha una storia lunga e ricca, ma non è stato lasciato indietro come altre tendenze del fitness.

Continua ad adattarsi ed evolversi, al passo con i tempi attuali.

yoga

Secondo i dati di Google, le nuove tendenze dello yoga includono lo yoga con le capre, lo yoga yin, lo yoga aereo e lo yoga di YouTube.

Lo yoga figura costantemente nelle prime 20 tendenze di fitness.

Tuttavia, è sceso al numero 15 nel 2021, in calo rispetto al 7° di soli due anni prima.

Nel marzo 2020 è stato registrato un picco di interesse che indica che il coronavirus ha aumentato l’interesse per lo yoga.

Potrebbe trattarsi di persone che hanno cercato modi per rimanere sani e attivi durante il lockdown o per affrontare una situazione generalmente stressante.

Una cosa rimane vera indipendentemente dal periodo: gli yogi spendono molti soldi per il loro hobby.

Secondo una ricerca della Yoga Alliance, uno yogi tipico spenderà quasi 63mila dollari in lezioni, workshop e accessori nel corso della sua vita.

Ciò equivale a circa 90$ al mese, quasi la metà dei quali solo per le lezioni.

È sotto gli occhi di tutti l’enorme opportunità di marketing per servire questo pubblico specifico e generare reddito.

Yoga e trasformazione digitale

Per molto tempo, lo yoga non è stato qualcosa che i produttori di smartwatch pensavano fosse necessario includere nel loro elenco di opzioni di “monitoraggio sportivo”.

La svolta è arrivata quando Apple ha presentato, in una delle ultime edizioni del suo smartwatch, l’aggiunta dello yoga come opzione dedicata per le capacità di monitoraggio del fitness.

Il riconoscimento da parte di una delle più grandi aziende tecnologiche del mondo che lo yoga dovrebbe essere lì con il viaggio in bicicletta o la corsa come allenamento tracciabile è solo una testimonianza di quanto la disciplina dello yoga stia ancora prendendo slancio.

Ma ha anche aperto una finestra completamente nuova sul ruolo della tecnologia nello yoga e ha evidenziato una tendenza emergente del settore.

Con un focus sullo sviluppo spirituale, con qualcosa che cerca di allenare il corpo e la mente a disconnettersi dalla frenesia quotidiana, lo yoga è una pratica che è rimasta piuttosto lontana dal mondo digitale diventando qualcosa che le aziende vicine al mondo del fitness non sapevano come affrontare.

Anche lo yoga però si sta evolvendo per soddisfare le esigenze del mondo moderno.

L’orologio di Apple è stato forse il primo caso in cui abbiamo visto un device riconoscere l’attrazione dello yoga.

Esso è in grado di monitorare gli utenti tramite la frequenza cardiaca in battiti al minuto e visualizzare le calorie attive e totali bruciate durante l’esercizio.

Il “problema” è il fatto che l’uso della tecnologia di monitoraggio della frequenza cardiaca durante la pratica è disapprovato nel mondo dello yoga.

Perché? Il motivo è che la pratica moderna è costruita attorno alla disconnessione e al vivere un’esperienza con sé stessi.

Per alcuni, l’ora di yoga diventa l’unico momento in cui possono veramente staccare la spina e non essere sopraffatti dalla tecnologia e, di conseguenza, l’uso di un computer da polso nel corso della pratica potrebbe risultare controverso.

Le persone, però, stanno diventando sempre più affascinate dalla propria prestazione durante gli allenamenti, monitorando così cambiamenti e miglioramenti.

Il caso FLY LDN

Come detto, nonostante alcuni praticanti di yoga stiano criticando chiunque cerchi di rendere lo yoga “high tech”, lo studio di yoga FLY LDN si mostra con una prospettiva differente.

La fondatrice Charlotte Cox ha tentato con successo l’unione di yoga e tecnologia: invece di misurare quante calorie stanno bruciando i visitatori, FLY ha utilizzato la tecnologia per concentrarsi semplicemente sul miglioramento dell’esperienza yoga e sulla maniera in cui viene eseguita.

Lo studio offre ai membri un flusso vinyasa (transizione tra due posizioni) unico su un display 4K.

Lo schermo proietta immagini cinematografiche coinvolgenti, dai tramonti che cadono sul mare, alle onde del mare fino alle catene montuose.

fly ldn yoga

Charlotte Cox ha raccontato che lo scopo di questi effetti visivi è di elevare la sensazione di evasione e relax per dar vita a un ambiente coinvolgente sotto tutti i punti di vista.

E funzionano principalmente per 2 motivi:

  • Far sentire il cliente più motivato mentre si fa strada attraverso una sequenza di flusso più energica;
  • Farlo sentire più rilassato verso la fine della lezione.

FLY ha ricevuto feedback positivi dall’industria nell’ultimo anno, in particolare, racconta l’azienda, per quanto riguarda il suo spazio unico e le immagini aggiuntive.

FLY non è però l’unica a collegare la tecnologia al mondo dello yoga. Ci sono diverse aziende che, in maniere differenti, integrano questi due panorami.

Il Netflix dello yoga

La tecnologia sta modificando il modo in cui i consumatori praticano lo yoga eliminando quasi totalmente la necessità di andare in uno studio e portando l’insegnante a casa, sotto forma di streaming live oppure on demand.

Peloton, noto per quella che è la sua offerta di “lezioni in salotto”, offre un concetto di yoga che segue quest’ottica in cui i consumatori possono sintonizzarsi e frequentare vere e proprie lezioni virtualmente e da qualsiasi dispositivo connesso.

Peloton non è l’unica perché esistono altre app come OMStar negli Stati Uniti e Movement For Modern Life nel Regno Unito che rendono disponibile al cliente all’incirca lo stesso tipo di esperienza.

yoga at home

TuringSense, startup statunitense, ha tentato di fare un ulteriore passo avanti con la presentazione del suo outfit da yoga high tech Pivot.

Pivot tiene traccia della pratica degli yogi con precisione e fornisce feedback attraverso piccoli sensori interni ai leggings e al top, che possono indicare se l’utente è posizionato correttamente nello svolgimento dell’esercizio.

pivot yoga

Gli abiti funzionano mantenendo una connessione wireless a un’app, attraverso la quale i consumatori possono seguire lezioni di yoga online.

I sensori proiettano un avatar dei corpi dei consumatori su uno schermo, in modo che possano facilmente confrontare i loro movimenti con quelli del maestro.

ChromaYoga

Sempre collegato al mondo tecnologico c’è un’altra pratica in cui lo yoga sta mitigando…e qui in maniera più sensoriale.

Si tratta della cromoterapia e ChromaYoga è fondato su tale ricerca.

Inserito come un “nuovo approccio rivoluzionario alla pratica dello yoga”, ChromaYoga combina tecniche di terapia della luce e del colore per creare un’esperienza di yoga coinvolgente mai vista prima.

chromayoga

Il concetto di ChromaYoga è fondato sulla ricerca scientifica dell’effetto di determinate frequenze luminose: ogni lezione si svolge in una stanza illuminata con un colore specifico.

Sono presenti 6 diverse classi colorate, ognuna delle quali con un insegnante che guida la classe attraverso delle sequenze che corrispondono alle proprietà curative di quel colore specifico.

La classe gialla, per esempio, permette ai clienti di sperimentare un flusso energizzante progettato per aiutare la digestione e bilanciare gli sbalzi d’umore.

Quella rossa riempie gli yogi di luce che interagisce con il corpo, penetrando nei primi 2 millimetri di tessuto cutaneo e aumentando la generazione di energia a livello cellulare.

La fondatrice Nina Ryner ha raccontato:

Pensavo che combinare uno spazio guidato dal design con lo yoga fosse abbastanza ovvio, ma ho scoperto che nessun altro lo stava già facendo. Non c’è nessun posto che offra il tipo di esperienza che facciamo, quindi penso che la maggior parte delle persone che vengono a ChromaYoga stiano cercando di essere coinvolte in qualcosa di nuovo e innovativo. La risposta è sempre straordinariamente positiva”.

L’attenzione per il fitness fino a poco fa è stata principalmente sulla forma fisica e sull’aspetto, ma con l’ascesa del benessere personale le persone si stanno rendendo conto  che la salute emotiva sia altrettanto importante.

Crossfit come chiesa

Angie Thurston e Casper Kuile della Harvard Divinity School hanno pubblicato uno studio intitolato “How We Gather“.

In esso i ricercatori erano interessati a capire perché i Millennial si stanno specificamente allontanando dalla frequenza in chiesa.

L’argomento è che la chiesa non fornisce alternative abbastanza forti in queste aree della vita, quindi sono alla ricerca di altre comunità che le offrano.

Uno dei dieci casi di studio citati come comunità emergenti è il Crossfit.

In effetti esiste questa idea crescente di “Crossfit come chiesa“.

Il Crossfit fornisce un senso di comunità in cui il “Me” dell’economia dell’esperienza passa al “Noi” dell’economia della trasformazione.

Oltre alla comunità, il Crossfit è un luogo in cui subire la trasformazione personale e la responsabilità.

È molto comune, per esempio, che un cross-fitter venga chiamato per spiegare i motivi di un allenamento saltato.

crossfit

Il senso di comunità del Crossfit è eccezionale, c’è sempre qualcuno che assiste l’altro.

Tutto questo, però, difficilmente accade nelle normali palestre, dove in pochi comunicano tra di loro se non per qualcosa di importante.

Immergendosi in una comunità di Crossfit si conoscono storie di vita, nomi, conosci le persone e, di riflesso, scopri meglio te stesso.

Quella del Crossfit è una comunità di individui che hanno obiettivi comuni che attraversano nazioni e confini, dove puoi trovare persone di paesi diversi con la stessa passione, spinta, motivazione e comprensione.

Lo sport del Crossfit consente a ogni ambito della vita, individuo o atleta, la capacità di inseguire la possibilità di essere e raggiungere un livello di fitness d’élite.

I crossfitter si uniscono per diventare individui migliori, più sani e più felici.

Non solo crossfitter migliori nel corpo, ma esseri umani migliori dall’interno.

Ci si può ritrovare circondati da una folla che applaudirà l’ultimo quanto il primo e si può notare che il potere delle persone che soffrono l’una accanto all’altra, senza alcun vantaggio materialistico l’una sull’altra, riesce a creare alcune delle amicizie e dei legami umani più forti mai sperimentati.

Il Crossfit non è solo fitness: è una porta verso qualcosa di più profondo.

Questa comunità incoraggia e dà il benvenuto per mettere alla prova la capacità degli individui di spingere il potenziale umano oltre i suoi limiti.

Si può urlare mentre sollevi pesi, puoi ridere e persino piangere di frustrazione: arrivi come individuo e parti come parte integrante di una micro-comunità.

È una cosa distintiva che il Crossfit progredisca ricevendo nuovi membri e facendo loro sapere che sono riconosciuti come membri della famiglia.

Allenarsi all’interno della comunità Crossfit aiuta a sentirsi meglio e incoraggia a spingersi verso nuovi limiti inizialmente impensabili.

La digital mindfulness

La digital mindfulness è una forma di meditazione applicata alla vita digitale che ha l’obiettivo di comprendere in profondità cosa avviene quando usiamo smartphone, computer e altri strumenti al fine di averne una gestione migliore.

mindfulness

Aiuta a superare i problemi derivanti da un eccessivo impiego di smartphone e social network.

È sufficiente salire su qualsiasi mezzo pubblico, spesso anche guardarsi attorno in bar e ristoranti: la maggior parte delle persone presenti hanno un dispositivo tra le mani.

In pochi anni è avvenuta una profonda trasformazione e, con la crescita delle possibilità di connessione, in tanti lamentano di essere sempre più stressati, emotivamente in difficoltà e con il contatto perso col proprio corpo.

La Digital Mindfulness si presenta come possibile antidoto a tutto ciò.

Il giornalista Paolo Subioli spiega nel suo ultimo libro “Ama il tuo smartphone come te stesso” alcune pratiche di Digital Mindfulness:

  1. Sveglia un’ora prima delle altre persone e adozione di riti mattutini che aiutino a stare solo con te stesso, completamente off-line: attività tipiche per questa parte della giornata sono meditazione, yoga, ginnastica, o anche solo rimanere seduti o sdraiati senza fare niente;
  2. Come esercizio di Digital Mindfulness, via alla giornata lavorativa con carta e penna per scrivere un elenco delle 3 cose prioritarie da svolgere in giornata. Poi subito a fare la prima: questo aiuterà a dare rilievo a ciò che è più importante;
  3. Durante la giornata lavorativa, almeno ogni paio d’ore una passeggiata di un minuto o due. Si tratta dell’esercizio del “camminare per rifocalizzarsi”;
  4. Alternanza di periodi della giornata lavorativa dedicati al lavoro creativo e a quello comunicativo (email, social media). Per esempio 3 o 4 ore al lavoro creativo, 30 o 45 minuti alla comunicazione. E per lavoro creativo non si intende solo scrittura di testi o composizioni grafiche, ma qualsiasi compito che ha il fine di creare, come anche formulare fatture, creare tabelle o preparare una presentazione Power Point;
  5. Digital Mindfulness significa recuperare consapevolezza. Al termine della giornata di lavoro, 5 minuti di stop per riflettere sul tempo trascorso, su quanto fatto, sui miglioramenti che si potrebbero adottare e su quali saranno le priorità di domani. Questo faciliterà il compito di rimanere off-line nel corso della serata;
  6. Al rientro a casa, 10 minuti per il rituale del rilassamento profondo sdraiandosi sul letto o su un tappetino. Si parte col rilassare le dita dei piedi per poi risalire fino al bacino proseguendo in ogni parte del corpo. Fondamentale, in particolare, curare il rilassamento di spalle, gola, viso e addome.

La Digital Mindfulness implica lo sviluppo di abitudini da smartphone che consentono di concentrarsi per lunghi periodi di tempo, allenando l’attenzione e riducendo al minimo le interruzioni.

Il segreto dei brand di successo: l'economia della trasformazione 1

Negli ultimi anni le grandi aziende tecnologiche hanno iniziato a riconoscere il pericolo della dipendenza da smartphone e hanno creato una serie di strumenti per aiutare a gestire il tempo davanti allo schermo.

Apple ha aggiunto gli strumenti ScreenTime a iOS. Google ha creato strumenti per il benessere digitale per aiutare gli utenti Android a utilizzare i propri dispositivi mobili in modo più consapevole.

L’app Medita Ora

Saper essere presenti nel presente: questo è alla base della mindfulness, l’abilità naturale che tutti abbiamo di essere consapevoli di quello che accade nelle nostre esperienze.

Mentre stai leggendo questo articolo, riesci a essere consapevole della sensazione fisica dei tuoi piedi per terra o notare tensioni nel tuo addome?

Ecco, questo è un esempio di consapevolezza.

Quando siamo capaci di renderci conto di ciò che sta accadendo nel nostro corpo e nella nostra mente, in quel momento siamo mindful.

Nella routine quotidiana l’attenzione è sempre più dispersa. Allenando la mente con tecniche di meditazione si è in grado di recuperare parte del controllo perso.

E proprio la meditazione mindfulness, la più popolare per via del suo approccio non religioso e per quella che è la sua accessibilità, è alla base di Medita Ora, l’applicazione in italiano della Mindfulness Everywhere, creatrice di Buddhify, l’app di meditazione bestseller in tutto il mondo.

Rohan Gunatillake, direttore creativo di Mindfulness Everywhere e nominato dalla rivista Wired UK fra le 50 persone che cambieranno il mondo, ne è stato l’inventore.

L’app è stata pensata per aiutare a raggiungere uno stato di calma, autoconsapevolezza e pace interiore ed è stata ideata per tutti coloro che conducono una vita frenetica.

Quest’app dispone di 21 diverse meditazioni guidate per accompagnare ogni tipo di attività quotidiana: dal risveglio mattutino al viaggio verso il luogo di lavoro e per alleviare i momenti di stress che accompagnano le giornate.

I benefici della mindfulness appaiono numerosi: riduzione dello stress e della distrazione, miglioramento del sonno e delle performance sotto pressione, maggiore abilità di gestire emozioni complicate.

I corsi di mindfulness vengono suggeriti solitamente soprattutto a persone con condizioni come depressione, ansia e dolori cronici.

Spesso, però, il problema è che richiedono un grande investimento di tempo e denaro per apprendere in toto la tecnica.

“La nostra missione, come azienda, è quella di rendere la mindfulness accessibile a tutti in modo semplice e conveniente. Ecco perché abbiamo creato Medita Ora” ha raccontato Gunatillake.

In molti si chiederanno se non sia un paradosso utilizzare la tecnologia per meditare, soprattutto in un periodo in cui si invita a staccare il più possibile dai device.

Negli ultimi dieci anni, con lo sviluppo di app per contare i passi o per il workout, è diventato normale ricorrere ai dispositivi mobili per migliorare il benessere fisico.

Lo stesso sta così succedendo con il benessere mentale: la tecnologia diventa un mezzo universale al servizio di tutti. Oltre a essere usata come rimedio per lo stress della vita moderna, la mindfulness viene applicata anche ad aree come la sanità, il business (Google per esempio ha creato il suo corso interno di mindfulness), lo sport (tantissime le squadra e gli atleti che inseriscono la meditazione come parte integrante e di rilievo all’interno del loro allenamento) e l’educazione.

Medita Ora offre quindi un approccio on-the-go alla mindfulness: oltre alle meditazioni guidate, l’app dispone di un timer per aiutare a meditare senza la voce guida così come di una serie di spiegazioni dei punti fondamentali della mindfulness per approfondire la conoscenza della meditazione e del suo funzionamento.

meditation

Un’app per meditare è il modo migliore per coniugare il bisogno di relax e di benessere alle nuove tecnologie e sicuramente rappresenta un buon primo passo anche per chi voglia allontanarsi dallo stress.

Medita Ora è semplice da scaricare e da utilizzare: basta scegliere il tipo di meditazione desiderata, collegare un paio di cuffie al proprio telefono e seguire il percorso di rilassamento.

Inoltre, al suo interno, contiene una decina di brevi esercizi da provare in solitaria.

Quest’app non chiede di isolarsi creando del tempo libero per la meditazione, ma spinge direttamente a prendere consapevolezza attraverso la creazione di un ventaglio di autentiche meditazioni mindfulness che possono essere ascoltate ed eseguite nel corso delle regolari attività quotidiane.

Meditare qui e ora, nel presente, come parte integrante del flusso quotidiano della vita: mindfulness.

Le coordinate da seguire

Nella nostra analisi abbiamo visto come:

  • Nella frenesia della vita che viviamo in quest’epoca diventa fondamentale, per vivere in serenità, “obbligarsi” a prendersi del tempo per sé stessi andando, quasi come un viaggio, a esplorare chi realmente siamo. Non più solo l’attenzione alla salute del nostro corpo, ma anche a quello della nostra anima.
  • Nel mondo, più del 30% della popolazione ha sostenuto di essersi concentrato durante la pandemia sullo sviluppo personale per gestire in maniera migliore la propria salute mentale, messa enormemente sotto pressione dal periodo vissuto tra le mura domestiche con le terribili notizie e immagini che circolavano. Un cambio di paradigma pronto a essere mantenuto.
  • L’economia della trasformazione è l’evoluzione dell’economia dell’esperienza. Essa è guidata dal sempre più ampio desiderio di soddisfare il livello più alto della gerarchia dei bisogni: l’autorealizzazione. Nell’economia della trasformazione ciò che si cerca è qualcosa di più della semplice esperienza, qualcosa di significativo capace di toccare nel profondo le persone.
  • In futuro i consumatori faranno cadere la loro attenzione su prodotti e servizi non solo in base ai propri interessi, ma anche a come gli stessi li trasformeranno, cambiando il loro modo di pensare, il loro stile di vita e la loro routine quotidiana. E diversi brand hanno già avviato il loro passaggio all’economia della trasformazione.
  • L’industria dello yoga vale oltre 88 miliardi di dollari in tutto il mondo e si prevede che raggiungerà i 215 miliardi di dollari entro il 2025. Con l’aggiunta degli strumenti legati alla pratica si sorpassa la cifra di altri 130 miliardi di dollari. Non solo la pratica abituale però: il mondo corre e così anche lo yoga si sta adattando all’avanzamento tecnologico con nuovi tipi di pratica.
  • Il Crossfit come chiesa: la pratica non si limita al lato sportivo, ma fornisce un senso di comunità in cui il “Me” dell’economia dell’esperienza passa al “Noi” dell’economia della trasformazione. Il Crossfit è un luogo in cui monitorare la trasformazione personale, dove il senso di unione appare rilevante.
  • La Digital Mindfulness come costante: una forma di meditazione che ha lo scopo di comprendere in profondità ciò che accade quando utilizziamo i device tecnologici con l’obiettivo di migliorarne la gestione e, di conseguenza, migliorare il proprio stile di vita.

La “salsa segreta”

È arrivato il momento di ricapitolare gli ingredienti segreti per un successo assicurato.

L’economia dell’esperienza sta evolvendo

Dai servizi alle esperienze.

Questo passaggio è già in atto nel panorama economico a cui assistiamo e che viviamo attualmente.

Le esperienze saranno sempre più ricercate con l’obiettivo di toccare nel profondo le persone.

Ecco le 3 regole da tenere sempre a mente:

  • Meno servizi, più esperienze. I beni sono percepiti sempre di più come sostituibili e le aziende ora competono per offrire esperienze indimenticabili per spiccare sulla concorrenza.
  • Esperienze sì, ma anche sempre più dedicate. Esse diventano a pieno titolo trasformative, andando oltre il momento in sé vissuto dai consumatori e mirando a toccare personalmente una persona.
  • Da esperienza a trasformazione. La prossima era sarà quella dell’economia della trasformazione: l’offerta sarà, e in parte lo è già, sempre più invasiva (nel senso buono del termine) cercando il cambiamento duraturo nelle vite delle persone.

Yoga e meditazione

Nel panorama dell’economia della trasformazione rientrano di conseguenza anche yoga e meditazione.

Un cambiamento influenzato anche dal periodo stressante  vissuto in questi ultimi mesi.

Con opportunità di investimento nel settore sotto gli occhi di tutti.

Ecco le 3 regole da tenere sempre a mente:

  • La pandemia ci cambia. I momenti vissuti nel corso di questi mesi, ricchi di timore e passati in casa, molto probabilmente ci lasceranno un senso sempre maggiore dell’importanza della salute e della sicurezza.
  • L’avvicinamento. L’idea di base dello yoga è allenare corpo e mente, disconnettendosi dalla frenesia delle giornate e rimanere quindi lontani dal digitale. Ultimamente, però, anche questa pratica sta cambiando parzialmente rotta.
  • Margini di guadagno. A prescindere dal periodo, chiunque pratichi yoga è stimato che spenda quasi 63mila dollari nel settore nel corso della propria vita. Evidente la grande opportunità di investimento.

Consapevolezza e tecnologia

Riacquisire consapevolezza di sé stessi diventa sempre più prerogativa di una popolazione mondiale inserita nel frullatore con reti sociali e continui collegamenti col mondo virtuale.

E proprio la tecnologia, in maniera virtuosa, prova a venire in soccorso.

Ecco le 3 regole da tenere sempre a mente:

  • Monitoraggio. Le persone stanno diventando sempre più interessate a comprendere come migliorare l’esperienza meditativa. Qui si inseriscono strumenti tecnologici capaci di monitorare l’attività istantaneamente.
  • L’antidoto. La Digital Mindfulness si presenta come soluzione allo stress dettato dalla costante interconnessione che accompagna ogni ora della nostra vita. Per recuperare il contatto perso con il nostro corpo e la nostra mente.
  • Adattarsi ai tempi. App, Netflix, abbigliamento: anche yoga e meditazione si aggrappano al mondo che avanza cercando di cavalcarlo. Così nascono lezioni on demand, app per meditare e abbigliamento dotato di sensori.

Ricorda: trasformarsi non sempre significa migliorarsi.

L’economia lo sta pian piano facendo e gli esseri umani anche, adattandosi ai tempi che corrono.

Per fornire al mondo la versione più bella e felice di sé stessi si può anche cercare aiuto e investire tempo in pratiche e strumenti precedentemente sconosciuti.

 

 

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