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Pet Economy: come entrare in un mercato in forte espansione

21 Aprile 2023
Marketers

Sin dai tempi antichi, esseri umani e animali hanno avuto forme di contatto.

Inizialmente per convenienza: dal difendersi al procacciare cibo, ad avere un posto caldo in cui vivere con minori difficoltà.

Un po’ di diffidenza, scontata. Perché, logicamente, ci si doveva conoscere e comprendere se fidarsi potesse essere la soluzione migliore.

E così, col passare del tempo, dalla convenienza si è passati alla convivenza e alla costruzione di un legame affettivo che rappresenta in tutto e per tutto quello che tuttora rappresenta il rapporto fra gli esseri umani e gli animali domestici.

È difficile stabilire a che punto gli animali domestici siano diventati ormai a pieno titolo membri della famiglia.

Si tratta spesso di valori soggettivi, di situazioni che coinvolgono emotivamente i diretti interessati e che quindi influenzano il rapporto con questi “coinquilini”.

Ad oggi, però, lo status dei Pet è evidente: nella consulenza psichiatrica, nei trapianti di organi e anche, ad esempio, nell’introduzione di un dispositivo di comunicazione chiamato Pet Chatz, che consente al proprietario di chiamare il proprio animale a casa dall’ufficio e persino di rilasciare elettronicamente un premio da un distributore nel corso della chat.

pet chatz

Circa 82,5 milioni di famiglie americane (il 68% del totale) includono animali domestici.

Il rapporto di Eurispes del 2020, invece, ha evidenziato che il 39,5% delle famiglie italiane vive con animali da compagnia: il 20,7% degli italiani che hanno animali ne ha uno e il 18,8% più di uno.

Secondo i dati pubblicati dall’American Pet Products Association gli americani hanno speso la cifra record di 55,7 miliardi di dollari l’anno scorso per i loro compagni di vita e quest’anno la spesa si avvicinerà ai 60 miliardi di dollari. Si tratta di un enorme balzo rispetto al 1996, quando la spesa totale per animali domestici era di soli 21 miliardi.

A livello globale, il mercato della cura degli animali è cresciuto da 216 miliardi nel 2020 a 232 miliardi di dollari nel 2021. Un tasso di crescita annuale composto stimato del 6,1%, catapulterà tale cifra a 350 miliardi entro il 2027.

pet industry

Negli Stati Uniti, l’industria degli animali domestici vale attualmente 99 miliardi di dollari, dai 95,7 miliardi nel 2020. I servizi e i prodotti non correlati ai veterinari dominano la maggior parte del mercato, con il cibo in testa.

Sebbene il Nord America e l’Europa occidentale siano già in buona posizione, ci sono ancora possibilità di aumento degli acquisti da parte dei consumatori rispetto alla crescita sperimentata in tutto il mondo. Esiste il margine per lo sviluppo di nuovi prodotti e soprattutto di nuovi canali con sviluppi positivi per marchi emergenti.

La Pet Economy ha registrato una crescita esplosiva. Negli USA, negli ultimi 30 anni, la proprietà di animali domestici è passata dal 56% al 68% di tutte le famiglie. Alcuni dei cambiamenti sono dovuti alla tecnologia e all’avvento degli acquisti online. La fetta più importante della crescita, però, è dovuta ai cambiamenti nella cultura.

Quando i consumatori millennial e generazione Z hanno fatto il loro ingresso nell’età adulta, hanno abbracciato lo stile di vita degli animali domestici in misura decisamente maggiore rispetto ai predecessori. Mentre i baby boomer rappresentano il 32% di chi possiede animali, le famiglie guidate da coorti più giovani sono il 62%.

Gli effetti della pandemia

Smartworking, ristoranti, bar, cinema chiusi, boom dello streaming: la nostra vita ai tempi del Coronavirus è stata evidentemente confinata tra le mura domestiche.

Per cercare di rendere meno pesante e più accettabile l’obbligo di non uscire di casa, le persone trovano sollievo, in forma sempre più crescente, dalla compagnia di un animale domestico.

Le conseguenze della diffusione del Covid-19, che ha obbligato al confinamento e al distanziamento, ha portato a far apprezzare ancora di più i benefici di avere un cane o un gatto in casa. Gli amici a quattro zampe sono veri e propri anti-stress e membri della famiglia a tutti gli effetti.

Secondo l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali), negli ultimi 12 mesi 8100 cani e 9500 gatti sono stati adottati: si tratta di un numero molto alto che segna un aumento del 15% rispetto al 2019 per un totale di 17.600 animali domestici.

In alcune città italiane il tasso di adozione è salito fino al 20% raggiungendo picchi del 40. In queste città, a dicembre, il rifugio Enpa è rimasto senza cani da adottare.

Un sondaggio ha rivelato che, nel corso del lockdown, il 70% degli italiani ha trascorso più tempo con il proprio animale domestico e il 60% ci si è affezionato ancora di più.

Aumentano gli esseri umani che scelgono di avere un pet in famiglia e, di conseguenza, cresce la spesa necessaria per averne cura: dall’alimentazione ai giochi fino ai prodotti per la pulizia.

La fotografia del settore è stata scattata dal rapporto Assalco-Zoomark 2020, che con un dato esprime meglio di molte parole lo stato della pet economy durante la pandemia: a marzo 2020, le vendite online di alimenti per cani e gatti hanno registrato una crescita del 220% rispetto allo stesso mese del 2019.

Diventa logico pensare che, in un contesto del genere, la pet economy diventi sempre più appetibile per i produttori di alimenti specifici, ma anche di medicine e accessori, così come per i fornitori di servizi.

Prima della pandemia, il quadro di un mercato in perfetta salute era già chiaro: la pet economy superava per la prima volta i 2 miliardi che gli italiani spendevano per i loro compagni a quattro zampe.

Questi sono alcuni dati sulla spesa media:

  • Il 33,2% dei possessori di animali ha speso, nel 2019, tra i 51 e i 100 euro al mese: erano il 31,4% nel 2018 e il 15,4% nel 2017;
  • Il 14,5% ha speso tra i 101 e i 200 euro nel 2019 (8,1% nel 2018 e 4,5% nel 2017);
  • Il 3,7% ha speso tra i 201 e i 300 euro mensilmente, con una crescita del +1,5 per cento rispetto al 2018.

Un settore, dunque, già in grande crescita prima del boom della pandemia.

Espansione dimostrata anche dal numero di punti vendita: erano 690 quelli appartenenti a catene di pet shop in Italia nel 2019, circa 5000 i negozi per animali non affiliati. Il fatturato totale generato da questi negozi è stato pari a 640 milioni di euro.

La rotta fin qui

Come detto, per gli esseri umani gli animali domestici sono a tutti gli effetti membri della famiglia. A loro, logicamente, vengono dedicate tutte le cure necessarie e le attenzioni possibili.

Si dice che il cane sia il migliore amico dell’uomo . Non solo, è anche il più antico: si tratta infatti di un rapporto che dura da più di 12mila anni e che testimonia come l’essere umano abbia sempre avuto bisogno di avere animali da compagnia al proprio fianco.

Una prova del legame antico fra le due parti è il ritrovamento di una tomba paleolitica nel nord di Israele nella quale un essere umano fu sepolto con un cane (o un cucciolo di lupo). La mano del defunto era stata disposta in modo da appoggiare sulla spalla dell’animale, a evidenziare un legame affettivo durante la vita fra i due.

Con tutta probabilità, inizialmente, per motivi pratici dettati dall’importanza di avere un alleato nelle sedute di caccia per accaparrarsi cibo, ma anche come “sentinella” per gli accampamenti. Il tempo poi ha forgiato un legame di tipo affettivo.

Il cane, anni addietro, non fu il solo animale che si tentò di addomesticare: i tentativi infatti furono fatti con diverse specie, alcune anche inimmaginabili come gazzelle e antilopi.

Si è avvicinato lentamente quando si poteva considerare un lupo: l’animale aveva compreso che in quelle abitazioni, dove vivevano quelle scimmie particolarmente evolute, era più semplice raccattare qualcosa da mangiare.

Convenienza ambo i lati, partì così il rapporto fra cane ed essere umano.

Compagni di caccia, con il cane che indirizza le prede verso le trappole costruite dall’essere umano e di difesa, perché se vivi tra boschi e foreste non puoi pensare di passare notti serene.

Convivenza, costruzione di un legame fino alla dipendenza l’uno dall’altro. Le due specie si conoscono sempre più a fondo interpretando le diverse psicologie che combaciano, smussandone qualche spigolo. L’intesa diventa affettiva: essere umano e cane sono amici, ognuno gioirà e soffrirà per l’altro.

E l’aspetto più interessante è proprio quello della psiche. Così come quella dell’essere umano, anche quella degli animali ha subìto modifiche facendoli diventare sempre più amici piuttosto che creature sottomesse alla volontà “del più forte”.

Il gatto, invece, si è avvicinato all’essere umano per una necessità sua. E, a dirla tutta, chi ci convive tuttora racconta che poco sia cambiato rispetto al primo incontro. Che è avvenuto quasi 5mila anni fa, parecchio tempo dopo il cane. La prima comparsa è in India, dove pare che in alcune zone fosse quasi un obbligo possederne uno per evitare una vita ricca di sfortune.

Il Felis Silvestris, primo esemplare di gatto, fu inglobato nel nucleo dagli esseri umani, sostanzialmente perché cacciava i topi dalle dimore e dava una mano agli uomini durante la caccia agli uccelli. Come? Correndo, spaventandoli e facendoli alzare in volo in modo da diventare bersagli più semplici per la cattura.

Curiosità: inizialmente le dimensioni erano maggiori, poi, avendo compreso quanto diventasse più facile vivere in una casa con cibo e acqua sempre a disposizione, si è evoluto col passare degli anni diventando più piccolo.

Tra i popoli che impiegarono maggiori risorse per addomesticare gli animali, rientrano sicuramente gli antichi egizi.

Volatili come oche, anatre e galline diventarono presenza fissa. Asini, cavalli e cammelli venivano utilizzati come animali da trasporto; bovini, pecore, capre e maiali come fonte di cibo, ma anche come ausilio per il lavoro agricolo.

egyptian pets

Qualche riga più su hai letto antilopi e gazzelle. Sì, gli antichi egizi ci provarono, ma di restare a vivere con gli esseri umani proprio non ne vollero sapere. Ce la fecero invece con scimmie e babbuini (ben illustrati nelle rappresentazioni del periodo e raccontate dai geroglifici).

Nell’Europa medievale, l’allevamento di animali da compagnia era popolare tra aristocrazia e clero. I cagnolini erano più frequenti tra le dame mentre la nobiltà maschile era più tendente a dedicare attenzioni ad animali ritenuti più utili come cani da caccia e falchi.

Proprio nel corso di questo periodo, la caccia aveva grande importanza per l’aristocrazia come simbolo di potere.

Le razze canine si sono diffuse in tutta Europa con lo sviluppo di diverse razze di segugio capaci di inseguire differenti prede.

La chiesa cristiana disapprovava, però, l’allevamento di animali domestici suggerendo anche di destinare il cibo degli animali ai poveri. In realtà, la chiesa aveva probabilmente timore che le associazioni con gli animali fossero collegate al culto pagano. Il pregiudizio contro gli animali domestici raggiunse il suo apice con l’Inquisizione.

Durante quel periodo le prove contro gli eretici includevano sovente associazioni con gli animali.

Un grande numero di innocenti fu accusato di stregoneria e condannato a morte per il possesso di un animale domestico, considerato simbolo di satana, come prova di colpevolezza. Col tempo, diminuì l’interesse per la stregoneria e gli animali da compagnia arrivarono addirittura a trasformarsi in simboli di fortuna.

Le relazioni affettuose con gli animali sono state, per larghi tratti della storia, considerate immorali e contrarie all’ordine naturale della vita. Nel mondo occidentale, fino a non molto tempo fa, era opinione diffusa che gli animali fossero privi di sentimenti e che esistessero solo ed esclusivamente per servire l’umanità.

L’allevamento di animali da compagnia non era generalmente cosa accettata in Europa fino al termine del XVII secolo e non era comune tra le classi medie fino alla fine del XVIII secolo. L’allevamento di animali nella maniera che intendiamo al giorno d’oggi è un’invenzione dell’epoca vittoriana del XIX secolo.

Veniva compreso come un legame con la natura che non era più vista come una minaccia e fornì anche l’opportunità di dimostrare il dominio dell’uomo su di essa.

La Gran Bretagna era stata un centro per l’allevamento di cani fin dai tempi dei romani. In aggiunta, una delle prime esposizioni canine in forma ufficiale si tenne proprio in terra britannica: in quel di Newcastle nel 1859 per le razze Pointer e Setter.

Nelle società odierne i cani hanno una serie di ruoli funzionali: da aiutanti (ad esempio per le disabilità degli esseri umani) e compagni a espressione personale fino a indicatori di status sociale nel caso delle razze più rare.

La ragione più comune per possedere animali domestici nelle società occidentali, però, è la compagnia. E negli ultimi anni c’è stata una crescente consapevolezza di quelli che sono gli effetti positivi che la relazione fra umano e animale può avere sulla salute e sul benessere psicologico dei primi.

La bussola del mercato

Pet Food, abbigliamento e gli altri prodotti di nicchia

Agli animali, e non solo, piace mangiare e spesso e volentieri sono anche di palato fino non accontentandosi più, per gusti e necessità, delle classiche crocchette o scatolette preconfezionate. Però mangiano, eccome se mangiano.

Ovviamente non è l’unico sulla faccia della Terra come testimoniano i dati del mercato del Pet Food: con 91,1 miliardi di dollari in tutto il mondo, il cibo per animali rappresenta la nicchia più grande all’interno di uno spazio più ampio.

Negli Stati Uniti, all’interno del volume di mercato 2020 di 30,9 milioni di dollari, la maggior parte delle entrate è generata dal segmento alimentare che include anche prelibatezze e integratori.

Una crescente ramificazione delle vendite al dettaglio ha aumentato lo sviluppo del mercato degli alimenti per animali domestici; contemporaneamente, la disponibilità di cibo per animali sulle piattaforme di e-commerce (di cui parleremo più avanti) alletta i consumatori con comodità ed eliminazione dei vincoli fisici dello shopping.

E in Italia?

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Gli italiani che alimentano i propri animali domestici con cibi confezionati sono quasi la totalità: il 96% dei proprietari di cani e il 97% di gatti. Nell’ultimo anno i prodotti alimentari per animali hanno generato un giro d’affari che ha superato i 2miliardi di euro raggiungendo un totale di oltre 626mila tonnellate consumate.

I nuovi alimenti attenti alla salute, che stanno entrando nel mercato di oggi, stanno rivoluzionando la dieta Pet. Le aziende, come, ad esempio, FreshPet, stanno tracciando la rotta con alimenti preparati e subito conservati nel refrigeratore: deliziosi da gustare, ma anche con le sostanze nutrienti necessarie offerte dal prodotto facili da digerire.

freshpet

Come già detto, il cibo per gli animali domestici finisce sistematicamente nel carrello della spesa degli italiani: croccantini, paté, bocconcini.

Secondo i dati della 14esima edizione del Rapporto Assalco-Zoomark, realizzato da Assalco, l’Associazione nazionale tra le imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia, che sarà presentato in occasione di Zoomark International in programma il prossimo novembre a Bologna, nel 2020 la crescita delle vendite è stata del +4,2% a valore e del 2% a volume rispetto all’anno passato.

Vendite da oltre 2miliardi di euro che la pandemia ha contribuito ad incrementare perché i compagni di vita animali, nei periodi di lockdown, hanno giocato un ruolo fondamentale dando sostegno a tante persone sole.

Dai cani ai gatti passando per piccoli mammiferi, uccelli fino ad arrivare a pesci e tartarughe: oggi sono oltre 60 milioni gli esemplari che vivono nelle dimore degli italiani.

L’alimentazione di cani e gatti continua a farla da padrona nel mercato italiano del pet food. Nel 2020, IRI ha rilevato che le vendite nei principali canali di distribuzione, ovvero Grocery, Petshop tradizionali e Catene Petshop, hanno raggiunto i 2.257 milioni di euro per un totale di 626.600 tonnellate di alimenti venduti.

A questi dati vanno poi aggiunti quelli ricavati dai Petshop della GDO, ovvero il nuovo format distributivo a cui hanno dato vita alcuni retail della Grande Distribuzione Organizzata, che nel 2020 hanno venduto 6mila tonnellate di alimenti per cani e gatti per un valore di circa 34 milioni di euro.

A trainare il carro sono soprattutto i felini che rappresentano il 53,2% del valore totale del mercato presso Grocery, Petshop tradizionali e Catene, per un valore poco superiore ai 1.200 milioni di euro (+5,9% rispetto al 2019). Gli alimenti per i cani rappresentano il restante 46,8% del mercato, per un valore di circa 1.057 milioni di euro (+ 2,3% rispetto al 2019).

Il mercato del Pet Food riferito solo agli animali più piccoli viene invece governato da uccelli e roditori: gli alimenti destinati agli uccelli rappresenta il 42,1% del valore del mercato, mentre i prodotti per l’alimentazione dei roditori ne assorbono invece il 30%.

Abbigliamento e altri prodotti

Altro impegno che incuriosisce è se e come vestire i propri compagni di vita. Molti proprietari si divertono infatti ad “addobbare” gli esemplari a seconda dei gusti personali.

Così, le aziende come Zara hanno pensato di lanciare in esclusiva collezioni dedicate. La primissima Pet Collection di Zara consta in una linea che il brand spagnolo low cost ha dedicato interamente agli animali domestici, soprattutto ai cani.

Un’ottima notizia per tutti i proprietari di animali appassionati di moda e non solo: la collezione di Zara è completa di tutti i capi d’abbigliamento con annessi accessori per vestire il proprio amico a quattro zampe.

Non è tutto: i vestiti per cani si abbinano alla collezione moda 2021, in modo da poter creare dei look combinati con i propri animali.

Tantissimi i prodotti tra cui scegliere: dalle magliette interamente prodotte in cotone fino agli impermeabili da indossare in caso di pioggia, passando per giubbotti imbottiti, felpe, fino a collari, pettorine e guinzagli colorati.

Inoltre, un’altra selezione di accessori dedicati ai compagni a quattro zampe è disponibile anche su Zara Home dove si possono trovare tantissimi accessori da avere in casa per il benessere del proprio animale.

Cuscini per la cesta o da mettere nella cuccia, ciotole per il cibo disponibili in vari materiali e dimensioni, custodie per i sacchetti da portare durante la passeggiata, ceste in fibre naturali e morbide coperte per rendere la cuccia più accogliente.

Un fattore chiave per questo settore è l’ampia gamma di disponibilità di accessori per animali domestici alla moda e multifunzionali.

Le forniture per animali domestici sono una categoria leader del settore negli Stati Uniti, con un fatturato di circa 4,54 miliardi di dollari e una crescita positiva delle vendite del 2,7%.

La sua quota di entrate è cresciuta anche grazie della tendenza “pet parenting”, in cui i proprietari di animali domestici trattano i loro cuccioli come membri della famiglia e iniziano a fornire loro prodotti complementari.

Questo segmento rappresenta circa il 40,6% delle entrate totali del settore nel 2019.

Forniture e accessori venduti dai rivenditori incontrano una concorrenza crescente non solo da parte dei grandi marchi, ma anche da punti vendita più piccoli perché non ci sono regolamenti che limitano le vendite.

Per i rivenditori online le condizioni economiche favorevoli nella fornitura di oggetti per animali da compagnia possono essere integrate attraverso l’innovazione di prodotto.

Considerato che i marchi del mercato di massa offrono poca differenziazione, il picco di prodotti di nicchia esclusivi può così aiutare a diversificare quella che è l’attuale concorrenza sui prezzi.

Così facendo, il marketing del prodotto di nicchia diventerà obbligatorio, oltre che fondamentale, per il successo dei marchi che si posizionano a parte in quello che è il mercato.

Gadget high-tech

Non importa quanto i tempi siano duri dal punto di vista economico: amiamo ancora coccolare i nostri animali domestici.

La famiglia media, negli USA, ha speso più di 500 dollari per il proprio pet (oltre l’importo tipico per alcol e abbigliamento maschile). E le aziende tecnologiche stanno cercando di ottenere una fetta di quella torta.

Mentre la rivoluzione del wearable si diffonde nel mondo a due zampe, un segmento del mercato si sta concentrando sui nostri amici a quattro. E anche altri produttori di gadget stanno rivolgendo le loro attenzioni lì.

Questi alcuni esempi di gadget high-tech in vendita.

Whistle

Gli esseri umani hanno orologi e fasce, per gli animali domestici invece c’è Whistle: un nuovo dispositivo wireless e impermeabile che si attacca al collare di un cane e monitora la loro attività e il loro riposo fornendo informazioni su come il migliore amico dell’uomo trascorre la giornata.

Utilizzando un’app, i proprietari sono in grado di vedere quando il loro animale domestico cammina, riposa o gioca. Il dispositivo aiuta così i padroni a determinare se il loro animale ha bisogno di muoversi maggiormente per eliminare la noia o perdere peso.

tagg

Tagg

Il localizzatore per animali domestici Tagg è un piccolo sistema che si adatta al collare del tuo animale domestico e funge da segnale GPS quando questo fugge e si perde.

Basta premere il tasto “Trova” su computer o dispositivi mobili e il sistema mostrerà dove è localizzato permettendoti di andare a recuperarlo.

Il sistema può anche essere configurato per inviare fino a 4 persone un avviso quando l’animale scappa.

È resistente all’acqua e la batteria ha una carica di 30 giorni.

No More Woof

Questo gadget è ancora in fase di sviluppo. Passiamo molto tempo a parlare con i nostri cani, ma quando loro abbaiano non siamo troppo sicuri di quello che sia il significato.

No More Woof è un auricolare che mira a raccogliere i segnali EEG dal cervello di un cane e tentare di tradurli.

I creatori, che provengono dal centro di sviluppo svedese chiamato Nordic Society for Invention and Discovery, sostengono che è ancora un lavoro in corso, ma che allo stesso tempo ne hanno intravisto i risultati.

PetNet SmartFeeder

Si tratta di un distributore automatico di cibo per animali che può essere controllato da uno smartphone, offrendo ai proprietari la possibilità di regolare i programmi di alimentazione in tempo reale.

Consentendo inoltre, agli stessi, di monitorare quello che è l’apporto calorico di un animale domestico e di adattare la sua dieta secondo le necessità. Anche questo è ancora in fase di preproduzione, ma è pronto per essere lanciato a breve sul mercato.

Pet-care

Che dici, andiamo a farci belli?”, ecco…va più o meno sempre così: con una reazione dei diretti interessati non sempre estremamente collaborativa.

Va meglio invece quando si tratta di andare a fare un po’ di “corsetta”, lì sì che la collaborazione dei compagni animali è spesso massima.

Il mercato dei servizi per animali domestici comprende toelettatura, pensione, addestramento e cura.

toilettatura

E anche la sanità veterinaria si sta rivelando un grande business per diversi motivi.

Le farmacie non hanno l’obbligo di dispensare la versione più economica di un farmaco se quello generico non è a disposizione a differenza dei medicinali per le persone.

Così facendo, i produttori di farmaci per gli animali possono ancora avere, dopo la scadenza del brevetto, margini del 60-75%. Per fare un paragone, i brevettatori di medicinali per le persone possono arrivare a perdere fino al 90% dei ricavi dopo l’ingresso del generico.

A questo va aggiunto che sviluppare un medicinale per animali è più veloce e meno costoso: servono circa 3-7 anni e, generalmente, meno di 100 milioni di dollari, contro i 9 anni e il miliardo di dollari necessari per produrne uno per gli esseri umani.

Quello del Pet care negli ultimi 5 anni, è stato il segmento del settore in più rapida crescita. Aumenta la considerazione degli animali domestici come membri della famiglia dei proprietari e aumenta l’interesse per coccole e servizi speciali per farli stare sempre meglio.

I dati IRI vedono in crescita anche il comparto degli accessori per la cura e la gestione quotidiana: nel 2020 questo mercato ha registrato nel canale GDO un valore pari a 72,8 milioni di euro e un incremento del 2,3% rispetto all’anno precedente.

Il settore dei prodotti per l’igiene (tappetini, salviette, shampoo, spazzole e altri prodotti di bellezza) si conferma il più importante con un valore leggermente inferiore ai 33 milioni di euro, in crescita del 14,7% rispetto al 2019. Anche il segmento dei giochi ha raggiunto dimensioni rilevanti: valore complessivo vicino ai 6 milioni di euro (+1,7% rispetto al 2019).

L’aumento delle adozioni di animali da compagnia porta a un aumento della spesa per la cura degli stessi che continuerà a dare forte impulso al mercato.

Indipendentemente da quello che può essere il canale di distribuzione, i marchi nel settore della cura degli animali che offrono servizi premium dovrebbero registrare ulteriori guadagni negli anni a venire.

Ovviamente in questo tipo di settore lo stile di vita dei proprietari ha forte influenza su quello dei propri pet andando a raccogliere differenti segmenti e differenti prodotti in base alla discrezione dell’essere umano.

Parte rilevante ha anche il training dedicato agli amici a quattro zampe.

L’addestramento degli animali domestici può essere a volte, erroneamente, associato al mondo sotterraneo negativo di pitbull e levrieri.

Esistono già molte strutture per l’addestramento dei cani che offrono lezioni orientate all’esercizio per animali domestici. Anche club di fitness dedicati agli esseri umani stanno iniziando a mettere in vendita lezioni per animali domestici.

Lo yoga ne è un esempio: esistono centri che offrono lezioni per i proprietari e per i loro animali domestici.

Allenare il corpo per tenerlo in salute, ma anche la mente.

Ricordate Baby Einstein, quell’azienda di prodotti per bambini che ha introdotto arti e discipline umanistiche ai bambini per stimolarne il lato curioso?

Ecco, i produttori di giocattoli per animali domestici stanno iniziando a non badare a spese nella realizzazione di aggeggi sempre più complessi. Poiché sempre più proprietari di animali scommettono che il passaggio a giocattoli interattivi aumenterà il numero di neuroni degli animali.

Esistono, nel segno dell’allenamento della mente, 2 nuovi giocattoli per gatti:

  • Nina Ottosson MixMax Puzzle è una sorta di gioco da tavolo tridimensionale con pannelli scorrevoli. Il proprietario nasconde un dolcetto all’interno della rete di pezzi e il gatto deve spostarli per trovarlo;
  • SmartyKat Hot Pursuit è costituito da un tappetino di plastica rotondo con un topo elettronico nascosto sotto. Il topo si allontana di fretta e il gatto salta sul rigonfiamento e lo colpisce senza mai prenderlo realmente, ma disposto a provare all’infinito. Sembra più una tortura che un giocattolo in realtà. Ma fa alzare il gatto troppo pigro dal divano.

Il caso: Bologna Dog Centre

E per il benessere dei propri amici a quattro zampe è nato un centro dedicato in Italia. Lì sì, ne sono certo, qualsiasi cucciolo peloso vorrebbe andarci di corsa (e anche io, perché il benessere viene “allargato” anche ai proprietari).

Si trova a Bologna e si tratta di un luogo ideato per cani e gatti che offre servizi su misura. È un’area di circa 600 metri quadrati dove, oltre a un campo di addestramento e ad un asilo, sono presenti anche una piscina riscaldata per fare movimento e giocare, terme, una palestra dog fitness e una cucina attrezzata in maniera professionale.

Le Terme di Lùlù

Si parla di un vero e proprio percorso benessere che offre SPA e altri servizi. Proprio come per gli esseri umani, anche per gli animali è possibile effettuare un bel bagno in mezzo alle bolle di sapone nel più classico dei momenti rilassanti.

shampoo

Si possono richiedere anche massaggi olistici, agopuntura e shiatsu, oli essenziali e trattamenti per il relax del proprio pet.

Sono previsti anche trattamenti per la rigenerazione del pelo o disinfettanti per curare vari disturbi; inoltre, è a disposizione anche l’area Dog Fitness con percorsi di consapevolezza del corpo.

La cucina: come diventare chef del proprio amico

Il Bologna Dog Centre offre anche l’opportunità per proprietari di cani e gatti di imparare a dar vita a piatti bilanciati per variare e rendere più saporita alimentazione e dieta.

I corsi sono tenuti con la collaborazione di veterinari esperti del settore che offrono così anche una consulenza nutrizionale. E poi, in un revival del cooking show Masterchef, i piatti realizzati vengono poi giudicati dal palato di cani e gatti.

L’aula didattica e la BiblioPet

Al primo piano del centro dedicato al benessere degli animali domestici è stata allestita anche un’aula didattica in cui si svolgono corsi di formazione, stage e seminari.

Tutte le iniziative prevedono docenti professionisti del mondo dei pet e i corsi sono organizzati attraverso la collaborazione di enti di formazione accreditati della Regione Emilia Romagna e con enti sportivi accreditati al CONI.

L’obiettivo è quello di formare a livello professionale tutti coloro che desiderano lavorare con gli animali: andando incontro a una preparazione teorica ma, soprattutto, pratica nell’ambito della Pet Therapy e dell’allevamento.

All’interno di quest’area si può trovare anche la BiblioPet con tanti libri che ovviamente si focalizzano sul mondo animale.

La crescita dell’e-commerce

Quando arriva il Natale anche i nostri amici pretendono un regalo da mettere sotto l’albero. E allora apriamo Google e sondiamo il terreno assieme immaginando come potrebbe divertirsi utilizzando un nuovo giochino da mordicchiare.

I Baby Boomer non rappresentano più la maggior parte dei proprietari di animali domestici; quel titolo ora appartiene ai Millennial. I marchi operanti nel settore degli animali domestici che ne conquisteranno il futuro devono comprendere in che modo i Millennial differiscono dalle altre generazioni.

Il potere d’acquisto digitale non può non sottolineare l’importanza del marketing all’interno di quello spazio.

I millennial quasi raddoppiano i baby boomer in relazione al tempo trascorso sui social media: il 90,4% dei millennial sono utenti attivi sulle differenti piattaforme rispetto al 48,2% dei baby boomer.

Per la natura della modalità con la quale gli utenti gestiscono nativamente i social, la categoria degli animali domestici si adatta perfettamente al sistema dei contenuti condivisibili.

Considerati i fattori elencati, i rivenditori che incontrano i millennial nella piattaforma in cui trascorrono maggiormente tempo possono giocare in maniera decisiva cercando e trovando un vantaggio altamente competitivo.

Vendita al dettaglio a doppio canale, adempimento più rapido, migliori controlli su costi e progressi nella consegna a domicilio. La domanda di prodotti di alta qualità da parte dei millennial attribuisce così ulteriore profitto al settore a causa dei ricarichi di solito più elevati di quelli che sono considerati prodotti premium.

PetSmart e Petco detengono ancora la più grande quota di mercato nel settore dei negozi di animali nonostante la costante ascesa online di Chewy e Amazon.

Secondo l’elenco dei 25 migliori rivenditori di Pet Business per il 2019, mentre PetSmart ha aggiunto un totale di 48 negozi (rispetto a più di 100 nel 2017), Petco ha aggiunto un totale di 10 negozi (rispetto a 39 nel 2017)

Nel frattempo, i marchi di animali da compagnia nativi digitali stanno guadagnando costantemente terreno e quote di mercato.

Il loro successo riflette come i progressi tecnologici, all’interno del mercato al dettaglio dei consumatori umani, stiano guidando il cambiamento anche nel mercato degli animali da compagnia.

Mentre i negozi al dettaglio hanno registrato un lento incremento degli acquisti, il mercato degli animali domestici online è quasi quadruplicato dal 2014.

Considerato il costante aumento della presenza di pet nelle famiglie, il mercato di riferimento proseguirà nella sua espansione consentendo anche l’accesso di nuovi punti di sviluppo e, quindi, guadagno.

I negozi fisici di animali big-box vivono un momento tutto sommato di fortuna. Un occhio alla concorrenza “via etere”, però, viene legittimamente dato.

Per gli imprenditori desiderosi di penetrare nuove vie di questo mercato, il cibo per animali e i prodotti per gli stessi rappresentano la seconda e la terza categoria CPG (beni di consumo confezionati) di e-commerce in tutto il settore.

Sotto gli occhi di tutti, il margine di manovra che questo segmento dell’economia propone.

pet commerce

In particolar modo, all’interno del settore dell’e-commerce esiste un significativo margine di crescita poiché si stima che la preferenza dei clienti per l’acquisto di prodotti per animali domestici sui siti di e-commerce cresca del 9,4%.

Dunque, che si parli di un aumento del numero di animali domestici o di quello di piattaforme di acquisto sempre più diversificate, il risultato finale che si palesa è un’espansione della pet economy.

E la direzione che sta prendendo il mondo non offre nessuna sorpresa: lo spazio di opportunità per le aziende che cercano di espandere i loro profitti nel settore degli animali domestici è l’e-commerce.

Ma perché il padrone preferisce gli acquisti online? Semplice, perché offrono esattamente ciò che desidera.

  • Comodità e comfort;
  • Informazioni e scelta del prodotto;
  • Confronti di prezzo fra gli stessi che ne rendono chiaro il valore;
  • Attenzione dedicata alle relazioni con i clienti e a risolvere, in tempi brevi, le problematiche.

Il modello tradizionale invece si scontra con ciò che i clienti si aspettano nel mondo del digitale.

E questo non collegamento col mondo digitale offre un’apertura per i marchi di e-commerce per prendere piede e acquisire fette di mercato.

La loro opportunità sta nel dare vita a un’identità di marca unica all’interno della loro nicchia di mercato e il vantaggio di liberarsi dei margini forniti a quelli che sono gli intermediari del mercato di massa.

Guardando al futuro, porre il focus solo sui numeri di vendita porterebbe a mettere in atto un messaggio un po’ miope. Quello a cui stiamo assistendo è infatti un passaggio generazionale.

La grandezza di Amazon

Amazon e i venditori di terze parti occupano circa il 35% della quota di mercato online mentre le startup di animali domestici sono costrette ad “accontentarsi” della parte rimanente.

Amazon.com lancia un proprio marchio per animali domestici chiamato Wag. Il primo prodotto a marchio Wag è il cibo secco per cani. L’azienda di Jeff Bezos, però, ha già in programma la creazione di altri prodotti per gli animali.

Il servizio è disponibile, per ora, negli Stati Uniti per gli abbonati Amazon Prime. Wag.com in precedenza era di proprietà di Quidsi (acquisita da Amazon nel 2011) che ora reindirizza alla pagina delle forniture per pet di Amazon.

Amazon ha iniziato a vendere cucce per animali da compagnia e trasportini con il marchio AmazonBasics nel 2016 fatturando, nel 2017, 2 milioni di dollari.

Sebbene la grandezza di Amazon possa sembrare scoraggiante per chiunque desideri inserirsi in questo mercato, guardando il rovescio della medaglia, questo offre uno spiraglio di speranza per tutti i marchi che cercano di entrare nel mercato online.

Anche il successo di Amazon dimostra che ci sono guadagni nel settore e-commerce per l’industria degli animali domestici.

Il legame con i social media

Il panorama della pet economy si è trovato e si trova tuttora di fronte al crescente utilizzo della popolazione dei social media e all’importanza, per aziende e non solo, di saper sfruttare a proprio favore tutte le piattaforme a disposizione.

Diventa fondamentale attuare una strategia di marketing incisiva e produttiva dando libero sfogo a studio e ingegno per promuovere le proprie attività.

I proprietari hanno ormai tutti un profilo Instagram e da lì le opportunità per rendere la vita migliore del piccolo cucciolo peloso possono diventare innumerevoli.

L’obiettivo è attirare clienti nuovi e di ritorno nel tuo negozio online attraverso tutti i canali disponibili.

La pubblicità

Secondo uno studio di Mars Petcare, la più grande azienda di pet care al mondo, il 65% dei proprietari pubblica sui social media i propri animali domestici in media 2 volte a settimana.

Traffico organico o a pagamento che sia: gli animali domestici dominano la cultura pop dei social media.

Per le aziende che desiderano attrarre visitatori e sfruttare l’utilizzo dei social per inserirsi nella cultura pop giocando sulla tendenza degli animali domestici come intrattenimento, può diventare un fattore determinante.

Influencer, Diva Pets e marketing online

Il 30% dei genitori di animali domestici segue pet famosi sui social media. Questo evidenzia come gli animali domestici non siano solo una parte importante della vita dei proprietari, ma, anzi, molti di loro sono un punto fermo di quella che è la cultura popolare.

Chiamateli influencer o diva pets.

Sfruttare l’influencer marketing all’interno degli sforzi di sponsorizzazione digitale offre un forte punto di ingresso all’interno dei social pet.

Attraverso un programma pet influencer“, racconta Taylor Lagace di Influencer Marketing Agency “le aziende all’interno dello spazio mantengono una conversazione sociale organica continua, costruiscono una libreria di contenuti ad alta conversione ed espandono il proprio bacino di pubblico all’interno della nicchia esatta a cui intendono rivolgersi“.

E sono sempre di più gli animali domestici ai quali vengono associati profili social gestiti dai proprietari. Matilda Ferragni, ad esempio, cagnolina della rinomata padrona Chiara. Follower che conta l’account Instagram? 421mila.

A volte per semplice divertimento, altre per promuovere marchi di abbigliamento che danno vita a collezioni dedicate agli animali.

La maggior parte delle quali sono pezzi “per gli umani” miniaturizzati o minuscoli maglioni natalizi ironici, ma sempre più case di moda e di alta moda stanno immergendo le loro zampe in abiti canini e felini.

Designer che vanno da Gucci a Vivienne Westwood stanno realizzando pellicce di diamanti che sono facilmente più costosi dell’intero outfit di una persona media. New York è diventata una mecca per la moda degli animali domestici.

Il New York Pet Fashion Show è diventato un evento super seguito che raccoglie brand, animali e migliaia di foto che finiscono dove? Sì, sui social.

Da non sottovalutare anche la piattaforma video d’eccellenza, ossia YouTube con esperti del settore che stanno riscontrando solidi ritorni sulle campagne di prospezione e remarketing su YouTube per i nostri clienti di marchi di animali domestici.

Creare un canale ad hoc può fare la differenza nella promozione dei propri prodotti mostrandone utilità e modalità d’utilizzo e potendo raggiungere così un pubblico attivo e coinvolto con contenuti di alta qualità.

Nella volontà di diffondere maggiormente il proprio marchio, una metodologia SEM integrata e ponderata è indispensabile per farne crescere la popolarità online. E, ovviamente, i rivenditori che si rivolgono ai nostri amici pelosi sono coinvolti.

Iniziando comprendendo le parole chiave e il volume di ricerca per il tuo settore, scoprendo cosa stanno cercando i tuoi potenziali clienti e riflettendo su come i tuoi prodotti corrispondano a tali ricerche.

Sviluppando un piano d’azione si inizia con la generazione della domanda tramite social, si cattura quella domanda, in particolare i termini di ricerca di marca, e quindi si combinano entrambi con la ricerca organica.

In ultimo, il marketing via e-mail: le iscrizioni alle liste e-mail spingeranno gli acquisti più avanti nel tempo se non si convertono la prima volta.

Indipendentemente dal fatto che l’abbonato e-mail sia un acquirente futuro o passato, istruirai i clienti sul tuo prodotto con l’e-mail che potrà essere utilizzata come uno spazio per interagire con loro.

I driver come i programmi di fidelizzazione o di abbonamento sono tattiche che costruiscono comunità attorno al marchio.

Dai flussi di benvenuto ai flussi post-acquisto, risulta importante assicurarsi che i messaggi parlino con il proprio brand e forniscano valore alla fase del consumatore nel percorso del cliente.

Le coordinate da seguire

Nella nostra analisi abbiamo visto come:

  • Gli animali domestici sono diventati veri e propri membri della famiglia. Negli Stati Uniti d’America il numero di famiglie che possiedono un pet sfiora il 70%, in Italia va vicino al 40%. Gli animali sono stati al fianco degli esseri umani da sempre per motivi diversi, ma il rapporto diventa sempre più intimo.
  • A livello mondiale l’industria che si occupa della cura degli animali è cresciuta in maniera esponenziale. Solo negli ultimi mesi l’ampliamento è passato dai 216 miliardi di dollari nel 2020 a 232 miliardi nel 2021. Racconto evidente di quanto margine ci possa essere considerato anche un tasso di crescita annuale stimato del 6,1% che, nei prossimi 5 anni, spingerà questa cifra verso i 350 miliardi.
  • La pandemia ha aumentato il flusso: nuove adozioni per evitare di trascorrere il tempo in casa in solitaria, più tempo da passare assieme, incremento del valore affettivo, maggiore denaro si investe nella loro cura.
  • All’interno dell’intera torta della pet economy, il cibo rappresenta indubbiamente la fetta più grande. Si tratta di quasi 100 miliardi di dollari spesi annualmente in tutto il mondo per nutrire, aspetto ovviamente basilare, i propri animali domestici. Dal cibo confezionato fino a quello sfuso per andare incontro anche a gusti ed esigenze degli animali.
  • Il mercato della pet-care è in una grande fase di sviluppo e negli ultimi anni è stata la parte del settore cresciuta più velocemente. Aumenta il valore del rapporto tra le parti, aumenta l’interesse per servizi speciali in modo da farli stare sempre meglio. Ne è un esempio il Bologna Dog Centre.
  • Dal numero di animali domestici all’interno delle dimore di tutto il mondo a quello di piattaforme di acquisto sempre più differenziate, la morale che si palesa sotto i nostri occhi è che l’espansione della pet economy sia costante. E la direzione di marcia non può che lasciare allibiti: l’opportunità per le aziende è l’e-commerce.
  • Le nuove generazioni hanno dato benzina alla macchina della pet economy perché abbracciano quello che è lo stile di vita degli animali domestici. E così il collegamento diventa tanto rapido quanto intuitivo: nuove generazioni più legate ai social media che diventano un canale da sfruttare con raziocinio e continuità attraverso marketing dettagliato da parte delle aziende.

La “salsa segreta”

È arrivato il momento di ricapitolare gli ingredienti segreti per un successo assicurato.

Essere umano + Pet = un grande sì

Il rapporto fra l’essere umano e l’animale c’è sempre stato: prima per convenienza e sopravvivenza, poi, col passare del tempo, anche in virtù di un legame affettivo sempre più strutturato. Crescono le adozioni, cresce l’interesse dei più giovani. E il futuro è dalla loro.

Ecco le 3 regole da tenere sempre a mente:

  • Famiglia. Sono sempre di più le persone che decidono di allargare il proprio nucleo adottando animali che diventano veri e propri componenti alla stregua di fratelli, sorelle e figli.
  • Mantenimento. Il legame diventa sempre più stretto, si cresce insieme e così aumentano gli investimenti per garantirne il benessere. Se loro stanno bene, anche noi stiamo bene: è un circolo virtuoso.
  • Tempo. Il tempo dalla parte di chi decide di investire. Sì perché mentre i cosiddetti baby boomer rappresentano il 32% di chi possiede animali, le famiglie guidate da coorti più giovani sono circa il 62%. E il futuro va verso i più giovani.

Più produttiva e in crescita: Pet Economy ancora da esplorare

Come un pianeta sul quale si è sbarcati da qualche tempo. La superficie la si conosce, si pensa di averla anche già tutta visualizzata e ben inserita nei propri database. Poi, però, ci si rende conto che si è appena arrivati, che tante condizioni possono cambiare in corsa e che quindi molto si può ancora esplorare. Ecco, la Pet Economy.

Ecco le 3 regole da tenere sempre a mente:

  • Padrone. È il mercato del pet food che guida tutta l’industria riservata agli animali domestici. Dai gusti, fino alle necessità salutari dei piccoli amici: è un must cibarli, una possibilità ghiotta pensare di fare investimenti nel settore.
  • Margine. Non solo il cibo, c’è tutto un altro panorama che ancora è a tratti inesplorato e che può fornire grandi soddisfazioni. Dall’abbigliamento fino a nuovi gadget che sfruttano i progressi tecnologici: anche questo è un mare in cui è possibile navigare.
  • Fantasia. L’ambiente pet care è quello che maggiormente è cresciuto negli ultimi anni. Con servizi dedicati per gli animali, dai più classici ai più fantasiosi: da soli o in coppia padrone più animale.

L’E-commerce è terreno fertile

Internet, social, influencer e via dicendo. Tutto questo si trova nel mondo che viviamo giorno dopo giorno e che, per chi vuole tuffarsi nella pet economy, deve senza alcun tipo di dubbio tenere a mente. La direzione è questa.

Ecco le 3 regole da tenere sempre a mente:

  • Scoperte. La pandemia ha fatto scoprire a tante persone nuove modalità d’acquisto. Non che i negozi fisici siano stati totalmente abbandonati, ma comodità e ricerche hanno fatto decollare l’interesse per gli acquisti online anche per i propri cuccioli.
  • Spazio. La crescita dell’e-commerce mette a disposizione l’opportunità di dar vita a nuovi e vantaggiosi investimenti così come spazi per garantire i profitti.
  • Social. Sfruttare i social media per ampliare la platea di clienti diventa parte integrante della propria strategia di marketing. I potenziali acquirenti sono sempre più giovani e sempre più presenti sulle piattaforme.

Dalla convenienza a un vero e proprio rapporto d’amicizia. In mezzo in  quella che è la loro vita: dal cibo al modo di passare la giornata agli hobby fino allo sviluppo fisico e intellettuale.

Si cresce insieme: da bambini si diventa adolescenti, da adolescenti ad adulti. Fianco a fianco, che poi è il motivo per il quale ci piace vivere. Passare del tempo con chi più amiamo.

Ecco, di questa cerchia, più o meno grande, fanno parte anche i nostri amici animali.

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