CONNECT 1

Sabato 10 Luglio,
dall’ufficio galleggiante di Marketers.

Sono le 15:34 e mi trovo in barca ad Alghero vicino a Capo Caccia.

Mentre un gabbiano mi fissa dall’acqua nella speranza che gli lanci un pezzo di pane Carasau mi preparo a scriverti le prossime parole.

CONNECT 2

Abbiamo qualcosa che bolle in pentola Marketers e presto ti racconterò di più.

Prima però vorrei parlarti di una cosa che ho capito nel corso della mia vita. Si tratta di un grande equivoco da risolvere.

Lascia che ti spieghi…

Devi sapere che io e te abbiamo una tendenza naturale – comune all’intera umanità – che è potenzialmente distruttiva.

Questa tendenza, per la maggior parte delle persone, compromette le possibilità di trovare la propria strada e raggiungere qualsiasi obiettivo.

Leggi quello che sto per raccontarti, presto ti sarà tutto più chiaro.

Non sono una fashion victim, ma quando ho sentito parlare di questo negozio di occhiali di Palermo da uno dei nostri collaboratori sono andato fuori di testa.

In pratica funziona così…

Loro comprano vecchi occhiali che hanno poco valore, poi li restaurano e li trasformano in oggetti irripetibili di culto.

Puoi (letteralmente) averli solo tu.

Si tratta di un’edizione limitata ad un solo esemplare al mondo.

Michela, questa è la ricetta del successo di questo piccolo progetto palermitano.

È probabile che tu abbia anche visto questi occhiali su Netflix (hanno lavorato per alcune grosse produzioni).

Ora, proprio qualche giorno fa abbiamo fatto una chiacchierata con Marco, l’imprenditore che sta dietro a quest’azienda.

I suoi occhi brillavano dalla gioia:

“Ho una grande notizia!

Un investitore si è interessato al progetto, ci ho già parlato. Ha visto la strategia di marketing che avevate progettato…

Mi ha detto che conosce Marketers e che gli piace da morire, è interessato a investire”.

Quello che è nato come un piccolo progetto creativo è pronto a diventare una vera e propria azienda finanziata.

Alt… Sorge spontanea una domanda:

“Com’è possibile che un negozietto in un vicolo di Palermo arrivi a lavorare con Netflix e ottenga finanziamenti che in molti sognerebbero?”

Devi sapere che Marco non è assolutamente un nerd del marketing.

Non ha una pagina Instagram ben curata né un e-commerce ottimizzato per la vendita.

Sì, insomma, non rispetta nessuna delle regolette del marketing propinate in ogni angolo della rete…

Marco è invece una di quelle persone che in Marketers chiamiamo “hacker della crescita”.

Chi sono gli hacker della crescita?

Sono quelle persone che gli altri guardano esclamando:

“ma come diavolo ha fatto ad ottenere questi risultati?!”.

Già… come?

Beh, devi sapere che gli hacker della crescita sono accomunati da diverse caratteristiche fuori dal comune.

Una di queste è la capacità di superare alcuni limiti della nostra mente, quegli stessi limiti che – troppo spesso – ci spingono verso la mediocrità.

Questi limiti sono i “bias cognitivi” e rappresentano il motivo per cui, talvolta, finiamo per prendere scelte sbagliate.

Tra i bias cognitivi più pericolosi c’è di certo il “bandwagon effect”.

Lo conosci?

È molto semplice…

Il Bandwagon effect ci spinge a fare ciò che fanno tutti gli altri, soprattutto quando “gli altri” sono persone di “successo”.

Ecco perché online proliferano le liste di lettura di Bill Gates, Warren Buffett o Elon Musk ed ecco perché siamo in milioni a leggere gli stessi identici libri.

Eppure…

Eppure questi sono personaggi che si impegnano con metodo a fare cose che la massa ritiene “strane, impossibili o addirittura folli”.

Queste persone non si limitano a leggere i libri che leggono altre milioni di persone.

Tantomeno si ostinano a fare ciò che fanno tutti.

Il nostro successo dipende dalla qualità degli input (libri, persone e corsi) che diamo al nostro cervello. Ma è tutto?

No, non lo è.

In grande misura dipende anche dalla divergenza delle nostre esperienze e delle nostre azioni da quelle della massa.

Possiamo dirlo?

Non puoi avere un grande successo o innovare il tuo mercato facendo ciò che fanno tutti.

Come diciamo in Marketers, gli hacker della crescita sono persone che fanno ciò che gli altri non fanno perché vedono cose che gli altri non vedono.

Per questo diciamo che occorre “avere vision” ed anticipare il cambiamento.

Oggi giorno i migliori imprenditori e i migliori professionisti sono hacker della crescita, ribelli che divergono dalla mediocrità.

Nelle prossime settimane mi piacerebbe “destrutturare” assieme a te alcuni dei loro “tratti somatici” e dei loro “modelli di comportamento”.

Tra non molto partiremo per un viaggio.

Sarà un viaggio “in corrispondenza”. Ti invierò una serie di lettere come questa dove metteremo ordine, studiando il mercato del futuro e le competenze necessarie per affrontarlo.

Si tratta di un viaggio che continuerà per le prossime settimane e che ti porterà ad acquisire una capacità di visione e di chiarezza che ben in pochi hanno.

Ogni lunedì mattina, riceverai una mia lettera (proprio come questa).

Sei dei nostri?

Se la risposta è sì, fammelo sapere iscrivendoti qui sotto.

Iscrivendoti sarai sicuro di ricevere le mie prossime lettere e otterrai un posto in prima fila per scoprire qualcosa di nuovo che sta per succedere in Marketers.

Nelle prossime email scoprirai:

  • La principale abitudine da possedere per non soccombere sotto i colpi di un mercato in continua evoluzione
  • Come costruirti un’assicurazione sul tuo futuro personale e professionale, resistente a ogni cambiamento possibile e immaginabile
  • L’errore che sta compromettendo la formazione di milioni di persone in tutto il mondo
  • E tanto altro…

Sarà un piccolo corso tramite email scritto per chiunque si trovi al lavoro o sotto l’ombrellone con la voglia di leggere qualcosa d’intelligente.

Per non perderti nemmeno una puntata, iscriviti qui sotto.

Un abbraccio,
Dario

P.S.: se sei alla ricerca di un bel libro da leggere quest’estate ti consiglio “Company of One” di Paul Jarvis che sto leggendo proprio in questi giorni.

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Alessandro Vercellotti

Leggi la storia di Alessandro

Giurisprudenza o giurisprudenza?

A volte penso che non avessi molta voce in capitolo.

Mio padre era notaio e da quando ero nato tutti si aspettavano che facessi lo stesso.

In realtà avevo già una grande passione, quella della comunicazione. Ma per qualcuno nato negli anni ‘80, quello era un mondo ancora troppo distante.

Alla fine sono diventato avvocato.

Gli anni a seguire sono passati tranquilli. Avevo un lavoro sicuro, una moglie e una vita serena.

Arrivato a 33 anni, l’illuminazione. Non riuscivo a togliermi dalla testa una domanda:

“La comunicazione è ancora solo una passione? O può diventare qualcosa di più?”

Era tempo di capirlo. O allora, o mai più.

Dovete sapere che quando scelgo di fare qualcosa però, non conosco mezze misure.

Ho lasciato il mio lavoro e per un anno mi sono dedicato unicamente alla mia formazione.

Master, corsi, social media management, growth hacking…

C’era solo un problema.

Arrivato a ottobre 2017, il mio conto in banca segnava €7,30.

Certo, il marketing mi piaceva. Ma avevo dedicato più di 10 anni della mia vita a un’altra professione e avevo una famiglia alle spalle da mantenere.

Cosa potevo fare?

A gennaio 2018, armato di un enorme scaldacollo e la fotocamera del cellulare, decido di girare il mio primo video per Linkedin sulle mura di Lucca.

Cinque ore dopo, il mio video da un minuto e mezzo era pronto.

Parliamoci chiaro: tre anni fa gli avvocati non pubblicavano nemmeno un post sui social. Era troppo poco professionale.

Un video? Follia.

Ma forse proprio per quel motivo, il video iniziò a girare, sempre di più. Così tanto che mi portò il mio primo nuovo cliente come avvocato del digitale.

Da allora ne è passato di tempo.

Ora di video ne ho pubblicati a centinaia, ho il canale Telegram su tematiche legali più grande d’Italia e l’anno scorso il mio studio legale ha vinto il premio Boutique d’eccellenza per il diritto della rete. È lo studio legale più giovane ad aver mai vinto questo premio.

Ho trovato la felicità in un compromesso:

Lavoro con aziende che si occupano di marketing e comunicazione grazie alle mie competenze legali.

“La tua carriera è finita” era la frase più gettonata dopo il mio primo video su Linkedin.

Beh, voi sapete com’è andata a finire.

Alessandro

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