Dal 2006, Facebook ha sempre cercato di limitare e prevenire gli atti di suicidio e di autolesionismo sulla propria piattaforma.
Negli ultimi anni, infatti, sono stati registrati molti casi di sucidio o di atti di autolesionismo su Facebook, da un semplice annuncio fino all'atto in sé trasmesso attraverso una diretta.
Facebook ha quindi instaurato rapporti con esperti di questa questione e ha sviluppato una tecnologia capace di segnalare e –in parte– prevenire questo tipo di azioni e molti contenuti, come ad esempio quelli che inneggiano ai disturbi alimentari, sono stati nascosti dal social, in particolare da Instagram.
Da aprile a giugno del 2019, Facebook è riuscito a trovare oltre il 95% dei contenuti suicidi e autolesionistici prima ancora che venissero segnalati da altri utenti. Su Instagram arriviamo invece al 77%.
Con un articolo pubblicato su Facebook Newsroom, adesso l'azienda di Zuckerberg continua a dimostrare il suo impegno sulla questione, inasprendo la politica contro gli atti di autolesionismo e sviluppando nuove tecnologie capaci di segnalare questi comportamenti, come ad esempio ampliando le funzionalità di CrowdTangle, e di offrire un supporto a chi si dimostra in difficoltà.
A questo scopo, Facebook sta migliorando e integrando anche le linee guida #chatsafe di Orygen nel Centro sicurezza di Facebook e nelle risorse di Instagram, che appaiono quando qualcuno cerca contenuti suicidi o autolesionistici.
Piccoli passi che –si spera– renderanno Facebook un posto sempre più sicuro in un'epoca in cui tutto viene documentato online, anche il desiderio di porre fine alla propria vita.