Analisi di una Landing milionaria: come Basecamp alza il conversion rate delle sue pagine

Qualcuno ha detto Reverse Engineering?

Perché sì, in questo articolo troverai proprio questo: abbiamo analizzato le Landing Page di Basecamp, ne abbiamo trovato gli elementi di forza e li abbiamo spiegati per te proprio qui.

Una volta completata la lettura avrai nelle tue mani ciò che Basecamp usa per avere un elevato tasso di conversione sulle sue Landing e potrai sfruttarlo per potenziare le tue pagine.

Ma prima di iniziare… conosci Basecamp?

Si tratta di un tool “All-In-One” di Project Managing, che noi stessi usiamo in Marketers in tutte le nostre società proprio per gestire i diversi team e i vari progetti completamente da remoto.

Come vedrai anche dall’analisi delle Landing, l’azienda che gestisce il tool è molto riconosciuta sul mercato e sfrutta questa sua autorità in diversi modi.

Bene, cominciamo!

La linea di partenza del Funnel di Basecamp: analisi della Landing principale

(Scorri in basso per dare un’occhiata alla landing o prosegui oltre per leggere subito l’analisi)

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Unique Selling Proposition + riprova sociale = inizio di fuoco

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Immedesimati nel potenziale cliente e iniziamo subito con le chicche: atterri sulla Landing, si carica e, ancor prima di leggere il titolo, la tua attenzione viene rapita dagli elementi che risaltano di più.

Quali sono?

Il cervello umano tende a concentrare la sua attenzione prima su immagini, icone ed elementi con un colore sgargiante piuttosto che sul semplice testo (per quanto grande questo sia).

In questo caso gli elementi colorati di giallo (colore principale del brand di Basecamp) sono veri e propri magneti: parliamo, quindi, del bottone della Call To Action e di quelle stelline proprio sopra il Titolo.

Procediamo l’analisi seguendo il percorso che farebbe un utente freddo, sei d’accordo?

Effetto riprova sociale: Grazie a quella tripletta di 5 stelle sopra il titolo Basecamp mette subito in evidenza di essere un software molto apprezzato.

Ma, più che le stelle in sé, gli elementi forti qui sono i feedback associati a quelle stelle:

  • “Extremely user friendly”: È un feedback che esalta la semplicità di Basecamp e che rassicura il potenziale cliente.
  • “Perfect solution for remote teams”: È un feedback che conferma il posizionamento di Basecamp e dà una prima risposta a chi naturalmente si chiede se questo sia un tool adatto a sé.
  • “Truly amazing!”: Ecco, questo è un feedback che non avremmo messo in evidenza, perché non comunica nessun vantaggio o informazione utile. Migliorabile 🙂

Poi arriva il Titolo, l’headline principale dell’intera Landing…

Puro posizionamento: Questo titolo corrisponde alla USP (Unique Selling Proposition) di Basecamp, in cui viene evidenziato in un colpo solo cosa sia, per chi sia il prodotto e come vuole distinguersi sul mercato.

Il pilastro della comunicazione di Basecamp: la Leva della Trasformazione

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Attenzione al testo che metti in evidenza!

Grassetto, corsivo e sottolineato non sono (solo) dei vezzi stilistici, bensì sono degli utili strumenti acchiappa-attenzione.

Ricorda, aiutano a catturare l’attenzione di quelle persone che odiano leggere tutto e preferiscono saltellare da un punto all’altro per trovare giusto quello che interessa loro.

Qui Basecamp usa i grassetti alla grande, per esaltare l’Effetto Trasformazione:

  • Prima di Basecamp: Il potenziale cliente si trova qui e percepisce stress, caos e spreco di tempo dovuti al disordine (tutte sensazioni che, se si trova su questa Landing, molto probabilmente lo stanno spingendo a considerare Basecamp).
  • Dopo di Basecamp: Insieme alla soluzione ai suoi problemi, gli vengono iniettate le sensazioni positive che potrebbe provare scegliendo Basecamp (calma, ordine e benessere cognitivo).

Le emozioni sono l’ingrediente segreto che rende questo testo davvero potente. +100 punti a Basecamp!

I 2 ingredienti per una CTA rassicurante e convincente

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È una semplice CTA? No, per due motivi:

  • Riduce il peso della scelta. È la prima CTA, quindi quella che più facilmente viene cliccata dall’audience calda (ergo, che non ha bisogno di scorrere di più la landing). Nonostante ciò, il micro-copy sul bottone è rassicurante: scrivono “Prova Basecamp” e non “Acquista” o “Abbonati” o altri messaggi più espliciti.
  • Aggiunge l’effetto carrozzone. Vedi il messaggio sotto il bottone? Fa leva sull'istinto del gregge tipico della parte inconscia del cervello umano. Se tante aziende si sono iscritte in una sola settimana (come dice il messaggio), inconsciamente diamo un valore maggiore al prodotto.

Una volta cliccato su questo bottone, l’utente finisce sulla Landing dei piani di abbonamento e l’obiettivo di conversione fa uno step in avanti.

Più avanti analizziamo anche quella Landing, quindi continua a leggere che ne vedrai delle belle.

Riduci l’effort di comprensione come fa Basecamp

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Fai il primo swipe in basso e ti ritroverai questa sezione davanti.

Da qui in poi Basecamp comunica soprattutto con gli utenti freddi, che sanno ancora poco del brand e nutre diversi dubbi verso il prodotto.

L’obiettivo consiste, quindi, nell’educare il proprio potenziale cliente sul funzionamento del tool.

Come lo fa nel pratico?

Sfrutta il potere delle immagini: Qui torna qualcosa che abbiamo detto prima. Il cervello umano elabora più in fretta e più facilmente le immagini (o i video) rispetto alle parole.

Quindi perché non inserire direttamente uno screenshot dall’interno del tool e usarlo per spiegare le funzioni principali?

Basecamp fa esattamente questo, rispettando quelle che sono delle linee guida fondamentali di web design per facilitare la consumazione di una Landing.

E a proposito di web design, conosci Marketers Pro?

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La promessa: ciò che ti serve per distinguerti e posizionarti nella mente della tua audience

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Altro swipe, altro angolo approfondito.

In questo caso l’attenzione viene spostata su quella che all’inizio veniva nascosta nella USP di Basecamp…

La promessa: Come dice il titolo, “Tutto in un posto, non sparso in giro”. È ciò che distingue e posiziona Basecamp come tool “All-In-One”, nonché il beneficio principale che assicura ai suoi potenziali clienti.

E nel paragrafo subito sotto continua a spingere per dare credibilità a questa promessa.

Vediamo come…

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Inizia tutto con due agganci (in gergo, “hooks”).

A intuito potresti capire subito quali sono: si tratta delle due frasi in grassetto.

Queste evidenziano una linea di demarcazione tra lo stato di dolore e quello di benessere, puntando ovviamente sul fatto che il potenziale cliente parta in questo momento dal primo.

Bene, utente agganciato! Ora è il momento di rivelargli la situazione che sta vivendo e quella che potrebbe vivere…

Entra in scena la formula “Problema – Agitazione – Soluzione”:

  • Problema: Sin dal primo hook, quello che Basecamp fa è evidenziare il problema (il caos) che il suo target principale (i lavoratori da remoto) vivono quando lavorano senza il suo tool.
  • Agitazione: Qui (nelle prime tre righe) aggiunge dei colori al problema appena definito, ma sono tutt’altro che allegri. Il suo obiettivo è dipingere la situazione e le emozioni peggiori che possano nascere da quel problema.
  • Soluzione: Dopo averti fatto entrare in un tunnel oscuro, pauroso e apparentemente senza uscita, con il secondo hook e le ultime tre righe Basecamp ti mostra la luminosa soluzione. “The Basecamp Way of Work”, come scrivono.

Questa è la formula che i marketer di Basecamp utilizzano tanto per rafforzare la promessa fatta prima, quanto per indirizzare gli increduli verso la CTA sottostante.

Una CTA diversa dalla prima e con un obiettivo altrettanto diverso.

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“Hai letto tutta la nostra Landing fin qui? Allora vuoi davvero approfondire i vantaggi di Basecamp.”

Questo è il ragionamento che fa Basecamp a questo punto, quindi non stupirti di quello che stiamo per dirti…

Questa CTA non porta alla vendita.

È, invece, un collegamento a una delle Landing di approfondimento che ti abbiamo menzionato prima.

Perché lo fa: Basecamp ha due obiettivi principali in questa landing, a cui corrispondono CTA diverse. Il primo obiettivo consiste nel convertire il target caldo (la prima CTA), il secondo nello scaldare il target freddo (seconda CTA).

Nella prossima sezione la temperatura si alza ancora di più e troviamo un'altra CTA “di riscaldamento”.

Hai un cavallo di troia nella tua Landing?

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Benefici, promesse, funzioni principali… tutto giusto fin qui, ma potenzialmente inutile.

Perché se chi legge la tua Landing non ha idea di chi tu sia o non ha elementi per capire quanto ne sai davvero di quel dici, sarà tutto inutile.

Basecamp lo sa e ha costruito un’intera sezione ad hoc per nutrire la propria credibilità a suon di autorità (fa anche rima, così puoi ricordarlo meglio).

Come lo fa?

Dicendoti che hanno letteralmente scritto il libro sul lavoro da remoto. Non sono gli ultimi arrivati, anzi.

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“Ma è giusto inserire più di un prodotto in una Landing? Non è confusionario?” ti starai chiedendo.

Dipende, l’unica cosa certa è che in questo caso è semplicemente strategico 🙂

Costruzione della Value Ladder: Che sia il libro o il tool, la target audience di Basecamp è sempre la stessa. Questo è un vantaggio, perché il libro diventa quello che noi definiamo “un prodotto cavallo di troia”, cioè con un costo minore ma con il potenziale di avvicinare i nostri potenziali clienti all’offerta principale.

E come vedremo proprio ora, la CTA di questa sezione conferma il fatto che Basecamp punti su questa strategia per trasformare i propri utenti freddi in caldi.

Cliccando sulla CTA, infatti, ci si accorge immediatamente che la Value Ladder di Basecamp è in realtà disseminata di potenziali cavalli di troia.

I libri in totale sono ben cinque (autorità nel mercato x5)!

Perché non metterli tutti nella Landing principale allora?

Prioritizzazione: L’obiettivo principale di una Landing deve essere sempre portato a termine nel minor numero di passaggi possibile. Tutto ciò che è superfluo è una perdita di tempo per l’utente e stanca la sua mente, facilitandone le decisioni sbagliate.

In poche parole, Basecamp sceglie di evitare il paradosso della scelta.

È quel paradosso secondo cui più prodotti, più offerte o più varianti di una scelta generano più paralisi che senso di libertà nell’utente medio.

La riprova sociale, quella che conta (per Basecamp)

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Anche qui c’è una bella mossa per quanto semplice 🙂

La sezione che vedi è quella che in molti chiamerebbero “Per chi è”, per poi spiegare a quale target si riferisce il proprio prodotto.

Basecamp procede in modo simile, ma differente.

I suoi marketer scrivono un titolo completamente diverso: “Le aziende cambiano per il meglio quando lavorano con Basecamp”.

Il vantaggio inconscio: Un tool come Basecamp ha diversi competitor che lavorano online e hanno le loro rispettive Landing. Considerando che la mente umana ragiona per confronto, usare una comunicazione diversa evita che Basecamp venga inconsciamente messo sullo stesso livello dei suoi competitor.

È così, il marketing sarà sempre una partita che si gioca tra mente conscia e inconscia.

Perciò qualche trucco come questo non guasta mai.

E a proposito di mente umana, ora arriva un altro punto a favore di Basecamp.

Ma prima, un esempio…

Se ci incontrassimo a un Marketers Meetup e iniziassimo a parlare di cani, possiamo assicurarti che ognuno di noi immaginerebbe nella sua testa una razza diversa.

Questo modus operandi psicologico vale per qualsiasi termine abbastanza generico.

Il punto è che si tratta di un potenziale problema per chi cerca di condividere un preciso messaggio con un preciso obiettivo.

  • Scrivere solo “il tool per chi lavora da remoto” è un conto;
  • Specificare che “sviluppatori, architetti, consulenti (ecc.) hanno già scelto Basecamp” è un altro.

Sii specifico, anche a costo di fare un listone della spesa (come del resto Basecamp fa in questo paragrafo).

O rischierai che le persone pensino: “Io sono diverso, la mia azienda è diversa. Questo prodotto non fa per noi”.

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Devi sapere, però, che a ogni affermazione serve che corrisponda una prova, una conferma, un elemento di credibilità di qualche tipo.

Basecamp, infatti, prima ti dice nello specifico per chi è il suo tool, poi ti dimostra con feedback reali che ci sono davvero aziende di quel tipo tra i suoi clienti.

E nel farlo, invoca tutta la potenza della leva della riprova sociale: se persone come il CEO di Shopify affermano che Basecamp sia un tool di qualità, in molti lo percepiranno più facilmente come tale.

Moltiplica questo effetto per tutte le recensioni di alto calibro che mostrano in Landing e capirai che stiamo parlando di un altro spunto di cui fare tesoro.

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Anticipiamo la tua domanda: “E se non ho recensioni di personaggi famosi? Vale la pena inserire una sezione del genere?”.

Come dimostra la CTA che Basecamp mette alla fine dei suoi feedback, anche la semplice quantità ha il suo peso.

Costruisci una Love Page: è proprio quello che fa Basecamp, cioè crea una Landing (a cui si arriva cliccando su questa CTA) dedicata interamente ai feedback positivi dei suoi clienti.

Nella Landing principale, questa che stiamo analizzando, Basecamp prioritizza e inserisce i feedback migliori.

Conversione o assistenza, al potenziale cliente la scelta

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Eccoci alla fine della Landing, dove Basecamp lascia due vie percorribili:

  • Hai ancora dubbi? Clicca su questo bottone e parlane direttamente con la nostra assistenza;
  • Ti abbiamo convinto? Allora ti riproponiamo la nostra CTA iniziale per provare Basecamp.

A riguardo c’è poco da dire ma tanto da imitare.

Un consiglio dalla nostra esperienza?

Dai il giusto peso all’assistenza: tra cercare personalmente le informazioni che gli servono e chiederle a qualcuno, l’utente medio sceglie sempre di agire nel secondo modo.

Un team di Customer Care è un investimento inevitabile se vuoi raggiungere il massimo potenziale di scalata della tua Landing e del tuo business.

How it works: la Landing che ti fa entrare nel software

(Scorri in basso per dare un’occhiata alla landing o prosegui oltre per leggere subito l’analisi)

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Il filo conduttore tra Payoff e presentazione del tool

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Su questa Landing, Basecamp va più nel tecnico, condividendo funzioni, vantaggi e benefici con un tono più pratico della Landing precedente.

La prima frase che leggiamo è il Payoff di questo tool, cioè una frase che, proprio come dovrebbe, riassume in poche parole il Why del brand.

Il perché fa ciò che fa, nel modo in cui lo fa.

E se non lo sapessi, la condivisione del Why è un elemento importantissimo.

Tanto importante che, proprio come fa Basecamp, viene prima del What e dell’How (ergo, la presentazione del prodotto e del suo funzionamento).

Questo Payoff ha anche una caratteristica che lo rende davvero ben fatto.

Come spiega lo psicologo Kahneman nel libro “Pensieri lenti e veloci”, un’affermazione che contiene una rima o un’assonanza è di gran lunga più credibile, memorizzabile e persuasiva di un che non la contiene.

Che ci vuoi fare? Al nostro cervello piace la musicalità 🙂

Ma andiamo oltre…

Nel paragrafo subito sotto il musicale Payoff, Basecamp condivide quelli che, oltre a essere dei vantaggi del prodotto, risultano essere anche dei benefici personali per chi lo usa.

Puoi leggere, infatti, “team più produttivi, organizzati ed efficienti”.

A questo punto l’utente si chiede come questi benefici siano davvero ottenibili nel pratico e Basecamp risponde subito alla sua domanda.

La sua risposta, però, arriva da due mezzi diversi:

  • Video. Una fonte di informazioni che, come vedi, viene preferita e messa prima di qualunque altra. Del resto lo abbiamo detto, per il cervello immagini e video sono più commestibili del semplice testo.
  • Testo + Immagini. Ma nel caso qualcuno lo preferisse, più avanti vediamo anche gli approfondimenti testuali. In ogni caso mai da soli e sempre accompagnati da immagini.

Una particolarità delle spiegazioni di Basecamp che ci piace molto: quando c’è da spiegare qualcosa di tecnico, evitano qualunque grafica o immagine superflua.

Usano video o screen sempre direttamente provenienti dall’interno del tool, così da farti ambientare in quella che potrebbe diventare la dashboard tipica di ogni tuo giorno di lavoro.

Elevarsi tramite confronto con i competitor (Basecamp insegna)

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Da qui in poi Basecamp scende in profondità e spiega proprio attraverso testi e screenshot (come ti avevamo anticipato) le caratteristiche vincenti delle proprie funzioni.

La particolarità di queste descrizioni è piuttosto evidente. La vedi? È lì, in grassetto.

“How it’s better”: invece di organizzare su questa Landing solo un tutorial del suo software, Basecamp approfitta della dovuta spiegazione per sottolineare come ogni sua funzione abbatta i competitor.

E abbattendo i competitor, mette in buona luce il suo stesso prodotto. Un effetto collaterale che ci piace 🙂

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Come puoi vedere, è un confronto che si ripete lungo tutta questa Landing in modo molto chiaro e schematico grazie all’etichetta “How it’s better”.

E descrizioni tecniche a parte, ci tocca evidenziare una figata grafica in questa sezione.

Cliccando su ognuno dei box quadrati sotto la headline, si apre una finestra di approfondimento riguardo quella specifica funzione.

Un modo davvero utile, pulito e chiaro per concentrare tante informazioni in un’unica sezione, riducendo ancora una volta al minimo l’effort di lettura.

Se hai un web developer nel team o lo sei tu stesso, prendi spunto.

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Di sezione in sezione, Basecamp continua a spostare l’attenzione dal funzionamento tecnico ai vantaggi di un tool All-In-One, rafforzando la USP che abbiamo visto all’inizio.

E lo ripetiamo anche noi perché si tratta di una vera e propria strategia comunicativa che dovrebbe accompagnare ogni USP…

Effetto ripetizione: più un’affermazione viene semplicemente ripetuta più siamo inconsciamente indotti a riconoscerla come vera, credibile e positiva.

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Prossimo nemico da abbattere a suon di USP? Le continue call che chi lavora da remoto è solito fare per aggiornarsi.

Ora Basecamp riflette sul fatto che la gestione delle call è un tema molto soggettivo.

Ci sono team da remoto che fanno tante call, singoli professionisti che le usano meno, così come imprenditori che le sfruttano per motivi diversi…

Per questo decide di rivolgersi e smontare le possibili critiche di ognuno di questi micro-target.

Ottima mossa per evitare le riflessioni automatiche (potenzialmente sbagliate) del tuo target. Mossa consigliata!

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Basecamp arriva perfino a definire un problema nascosto nel lavoro da remoto e a offrire subito la sua soluzione esclusiva.

Risultato? Il valore percepito rispetto ai competitor si alza ancora una volta.

Ma dobbiamo essere onesti, perché qui il merito è anche della magica parola “esclusiva” che fa leva su una tecnica di copywriting piuttosto potente.

La “Formula segreta”: parole come “esclusivo, speciale, unico, segreto” attirano immediatamente la nostra attenzione e fanno leva sul nostro desiderio di trovare una soluzione preclusa o sconosciuta ai più.

“L’Hill Charts”, l’esclusiva di Basecamp, è la sua formula segreta, impacchettata a dovere con un nome volutamente creativo.

Come spieghiamo in CopyMastery, il nostro corso al copywriting, il packaging non si costruisce solo su prodotti fisici ma va ben oltre. È tutto un gioco di percezioni 😉

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Traduciamo un pezzo: “Un unico tool di cui imparare il funzionamento, un’unica fonte di notifiche e un unico luogo in cui comunicare tramite chat istantanea o report approfonditi”.

Andiamo, dillo tu… cosa fa Basecamp qui?

Ancora una volta sfrutta la ripetizione per dare peso al suo posizionamento e credibilità alla sua differenziazione.

La doppia CTA come firma finale di Basecamp

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La doppia CTA si ripete anche alla fine di questa Landing:

  • Sei un nerd delle funzioni tecniche? Basecamp ti dà modo di approfondire oltre, anche se con una CTA chiaramente meno visibile e intuitiva.
  • Ciò che hai capito fin qui ti basta? Prosegui sul bottone giallo per procedere con la sottoscrizione.

Apprezziamo la disponibilità di informazioni, eppure è abbastanza chiaro quale sia la CTA su cui Basecamp preferisce indirizzare il traffico.

Before & After: la Landing della trasformazione

(Scorri in basso per dare un’occhiata alla landing o prosegui oltre per leggere subito l’analisi)

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La tua migliore arma contro i competitor è il tuo miglior magnete per i nuovi clienti

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Basecamp: “Cosa è cambiato?”

Cliente: “Tutto, come passare in un battito di ciglia dalla notte al giorno.”

Questa è esattamente la metafora comunicativa che troverai lungo tutta questa Landing, dalla headline iniziale (che vedi qui sopra) fino alla fine.

Perché Basecamp la usa?

Per evocare un’immagine di cambiamento attraverso un modo di dire comune alla massa.

Il che corrisponde a un messaggio facilmente imprimibile nella testa dell’utente medio.

Quell’utente che finisce su questa Landing alla ricerca della goccia in grado di far traboccare il suo vaso colmo di dubbio.

Nel pratico?

I marketer del nostro “software in giallo” chiedono ai clienti più fedeli dei feedback concreti riguardo il loro lavoro pre-Basecamp e dopo Basecamp.

Non parliamo di opinioni destinate a della semplice riprova sociale, bensì a una strategia di de-posizionamento dei suoi competitor.

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Ti presentiamo, quindi, la notte!

Un pre-Basecamp che, grazie ai feedback ottenuti, viene dipinto attraverso un attacco diretto ai competitor. Con tanto di versi e sbeffeggi appuntati accanto ai loghi dei nemici.

Stile americano: attacchi tanto diretti sono tipici della comunicazione senza peli sulla lingua che puoi tipicamente trovare nel mercato americano.

Onestamente? Non è nel nostro stile.

Lo insegnamo anche in CopyMastery attraverso delle strategie ad hoc: “cita il peccato, non il peccatore”.

E se ti interessa sapere il perché, eccoti un motivo strategico…

Stai donando visibilità a qualcuno a cui vorresti toglierla: citando il nome, mostrando il logo e polarizzando la tua audience contro di loro, è inevitabile che una parte del tuo target inizi a informarsi anche sui canali dei tuoi competitor.

A te la scelta 🙂

Ma, ehi, in ogni caso l’uso che Basecamp fa dei sondaggi ai suoi clienti è davvero intelligente.

Continua a leggere per scoprirlo.

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Opinioni diverse, da gente e aziende reali, su quanti più competitor possibili…

È l’apoteosi del feedback di qualità, credibile e utile.

Inoltre, nel caso stessi pensando che si tratti di un muro di testo enorme e che nessuno si metterebbe lì a leggere davvero tutto, controlla meglio perché Basecamp è d’accordo con te.

Aiuta chi fa scanning: ci sono persone che odiano leggere tutto e restare troppo tempo su una pagina che non va alla loro stessa velocità. Basecamp lo sa ed evidenzia in viola il 20/80 di ogni feedback.

Un applauso è dovuto, che dici?

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Ma poi arrivò il giorno!

La metafora di questa Landing si conclude con la versione positiva dei feedback visti prima.

Non più problemi ed emozioni negative, bensì soluzioni e “good vibes”.

Bonus trasparenza: vedi quei numeri in grassetto? Se pensi che sia sbagliato mostrare anche punteggi bassi come un “6 su 10”, immedesimati nel tuo utente più diffidente.

È lui che devi puntare a convincere in una Landing, non chi hai la certezza che scelga te.

Credi che sarebbe positivamente colpito nel vedere un punteggio perfetto di 10 su 10?

No, ed è meglio così.

Perché un prodotto perfetto è un prodotto non migliorabile, proprio come un prodotto per tutti è un prodotto per nessuno.

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Anche qui i feedback mostrati presentano le stesse caratteristiche vincenti elencate prima.

Nulla è stato lasciato al caso. E a proposito…

Hai notato la scelta di colori scuri e chiari in contrapposizione tra le sezioni dedicate alla notte e quelle dedicate al giorno?

Torna su e dai un’occhiata se ti è sfuggita.

È un tocco di design che abbiamo davvero apprezzato e che ha contribuito a creare l’immagine nella nostra testa di “cattivo vs eroe”.

Love Page infinita o… conversione!

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Arrivati a questo punto siamo chiamati a compiere la nostra solita decisione tra una coppia di possibili opzioni:

  • Avventurarci su una Love Page con quasi altri 1000 feedback a testimoniare la qualità del software. Sarebbe puro masochismo, ma a livello percettivo ha senso rendere visibile una simile pagina.
  • Provare sulla nostra pelle se i feedback dicono il vero. Un angolo che, a questo punto, ci pare particolarmente forte dopo quanto abbiamo visto. È come andare sul sicuro, no?

Dove la vera conversione prende vita: la Landing con i piani d’abbonamento

(Scorri in basso per dare un’occhiata alla landing o prosegui oltre per leggere subito l’analisi)

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Risparmio, efficienza e garanzia: ecco come presentare un'offerta in puro stile Basecamp

Siamo alla Landing conclusiva, quella dove ogni sforzo di Basecamp era destinato a portarci sin dall’inizio.

Vediamo, quindi, attraverso quali stratagemmi finali ha intenzione di convincerci a convertire…

Ma prima ti facciamo i nostri complimenti 🙂

Fin qui arrivano solo i marketer che hanno davvero intenzione di mettersi in discussione e sporcarsi le mani per migliorare le proprie performance.

Nel caso volessi entrare in un gruppo con altre professionisti con il tuo stesso desiderio di crescita e gli strumenti necessari a raggiungerla, clicca qui per approfondire Marketers Pro.

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Il primo messaggio che puoi leggere non è altro che una ripetizione, ormai vista sotto qualunque bottone che portasse a questa Landing.

L’effetto carrozzone, quindi, si fa vivo ancora una volta per ricordarci quante aziende hanno già accettato di sottoscrivere un piano con Basecamp.

Ma la domanda è… di che tipo di piano stiamo parlando?

Se non lo sapessi, scorrendo questa Landing potresti scoprire che i piani tra cui poter scegliere sono due: uno gratuito e uno a pagamento.

Ovviamente gli stratagemmi persuasivi e le attenzioni strategiche (come la ripetizione dell’effetto carrozzone) sono indirizzate al piano a pagamento.

L’obiettivo di Basecamp qui è evidenziare quanto questo piano sia il più indicato se il tuo scopo è crescere un business. Ecco come lo fa…

  • Riduce il peso della scelta. Per 30 giorni il piano a pagamento prevede un costo pari a zero, il che facilita la conversione posticipata di quegli utenti che hanno bisogno di mettere le mani in pasta per convincersi davvero.
  • Concede l’accesso a tutte le funzioni. Dalle fondamentali a quelle esclusive, in questo piano ci sono tutte le funzioni in quantità illimitata. Non ci sarà mai bisogno di affrontare un upsell né tantomeno un downsell.

“Ok, ma cosa cambia davvero tra questo e il piano gratuito?”

Domanda lecita, a cui Basecamp risponde subito sotto.

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Il piano gratuito viene descritto direttamente a confronto con quello a pagamento.

Del resto ormai lo avrai capito, la comunicazione di Basecamp è sempre diretta, schematica e semplice.

La CTA in questo caso si appesantisce perché non presenta alcun passaggio intermedio tra il click e l’iscrizione. Ma è giusto così, perché:

  1. Non serve alleggerirla, trattandosi già di un piano gratuito;
  2. Non sarebbe strategicamente sensato alleggerirla, considerando che la conversione a cui Basecamp mira riguarda l’abbonamento a pagamento.

E se i confronti interni non bastassero, Basecamp ti procura anche un confronto tra la spesa e l’offerta del suo piano a pagamento contro tutti gli altri suoi competitor.

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Dal confronto, la vittoria va a mani basse a Basecamp:

  • Spesa minore;
  • Raggruppamento delle funzioni in un unico posto;
  • Possibilità di crescita senza spese aggiuntive.

Beh, come direbbe la sua USP, sono i vantaggi di scegliere un tool All-In-One 🙂

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Immancabile in ogni Landing con l’obiettivo di vendere è una sezione FAQ come quella che vedi qui.

Costruiscila a partire dalle domande più comuni nella tua nicchia di mercato e poi personalizzala con quelle raccolte sul campo.

Magari raccolte attraverso una live chat e un team di Customer Care ad hoc.

Basecamp li ha, noi li abbiamo e ti consigliamo di averli a tua volta.

Ogni anno siamo sempre più convinti di quanto siano una vera svolta per alzare il tasso di conversione di una Landing.

Conclusione

Ce l’hai fatta!

Hai completato la lettura di questo articolo di reverse engineering e scoperto come è costruito il Funnel di Landing di Basecamp, così come i punti di forza di ogni sua pagina.

  • Hai capito l’importanza di definire sin dall’inizio una USP che ti posizioni sul mercato e ti aiuti lungo l’intero funnel a differenziarti dai tuoi competitor.
  • Hai capito le potenzialità di prioritizzare le informazioni sulla tua Landing principale, anche a costo di creare molteplici micro-Landing destinate a specifici approfondimenti.
  • Hai capito come la persuasione sia uno strumento che non viaggia mai da solo e che è, invece, sempre accompagnato da credibilità, efficienza e autorità.

Il tutto ovviamente condito da una vagonata di spunti di comunicazione, psicologia e, in generale, marketing.

P.S.: se ti va di continuare il tuo studio con articoli premium, lezioni periodiche e confronti costanti, non dimenticarti di dare un’occhiata a Marketers Pro.

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